Il gruppo dei partigiani, oltre che da Gabčík, era formato da Adolf Opálka (il capo), Josef Valčík e Jan Kubiš. Gabčík tentò per primo di colpire il generale tedesco con il mitra, ma l'arma (uno Sten) si inceppò[1]. Kubiš lanciò, allora, una bomba a mano contro l'auto ferendo gravemente il gerarca nazista.
Dopo l'attentato, il commando si rifugiò in una cripta della chiesa praghese dei Santi Cirillo e Metodio[1]. I tedeschi, scoperto il rifugio per una delazione, il 18 giugno dello stesso anno circondarono l'edificio. Opálka, Kubis e un terzo partigiano furono uccisi nel combattimento; gli altri 4 membri del commando, tra i quali Gabcik, preferirono suicidarsi per evitare la cattura.
Heydrich, ricoverato in ospedale per le gravi ferite, era deceduto il 4 giugno per setticemia. Sei giorni dopo, il 10 giugno, per rappresaglia le truppe naziste rasero al suolo il villaggio agricolo di Lidice, a sedici chilometri da Praga[3].
^Gianni Ferraro, Enciclopedia dello spionaggio nella seconda guerra mondiale, voce "Anthropoid, Operazione", Roma, Sandro Teti Editore, 2010, p. 38.
^Le motivazioni della scelta sono piuttosto oscure. «Sembra che Lidice venisse scelta secondo il principio pubblicitario che induce un uomo ad acquistare un certo sapone per averne visto il nome scritto da qualche parte.» Il nome di Lidice era noto alle autorità tedesche per un episodio del 1939, quando due uomini del paese avevano lasciato la Cecoslovacchia per arruolarsi nella RAF. Inoltre la Gestapo aveva più recentemente intercettato un messaggio sospetto che, per un'omonimia, si pensava facesse riferimento a quella stessa località. Vedi: Richard Livingstone, La distruzione di Lidice in Storia della seconda guerra mondiale, a cura di sir Basil Liddell Hart e Barrie Pitted, ed. Rizzoli-Purnell, 1967, terzo volume, p. 258.