Johann Friedrich Julius Schmidt

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Johann Friedrich Julius Schmidt

Johann Friedrich Julius Schmidt (Eutin, 25 ottobre 1825Atene, 7 febbraio 1884) è stato un astronomo e geofisico tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

All’età di 14 anni entrò in possesso di una copia del testo Selenotopographische Fragmente di Johann Hieronymus Schröter che influenzò per sempre il suo interesse per la selenografia. Durante il periodo scolastico visitò l’Osservatorio di Altona dove ebbe modo di visionare la mappa lunare realizzata da Wilhelm Beer e Johann Heinrich von Mädler confermando il suo interesse per lo studio della Luna. Nel 1845 divenne assistente presso l’Osservatorio astronomico privato realizzato da Johann Benzenberg a Düsseldorf ma già un anno dopo era presso l'Osservatorio di Bonn con Friedrich Wilhelm Argelander. Nel 1853 fu nominato direttore dell’Osservatorio privato del Barone von Unkrechtsberg a Olmütz (oggi Olomouc nella Repubblica Ceca). Nel 1858 divenne direttore del nuovo Osservatorio Nazionale di Atene dove rimase fino alla data della sua morte[1][2]

Contributi scientifici[modifica | modifica wikitesto]

Impegnò gran parte della sua vita lavorativa nella osservazione della Luna per la produzione di una sua completa mappa. Intorno al 1868 la sua mappa lunare era pressoché completata ma continuò ad apportare continui miglioramenti sino al 1874 anno della sua pubblicazione. La sua mappa fu celebrata come migliore di quella prodotta da Beer e Mädler. Il 24 novembre del 1876 scoprì Nova Cygni conosciuta anche come Q Cygni. Si dedicò anche agli studi di vulcanologia, con spedizioni sul campo in Italia meridionale e in Grecia studiando di quest'ultima anche la climatologia[1].

Onorificenze[2][modifica | modifica wikitesto]

A Johann Friedrich Julius Schmidt, insieme a Bernhard Woldemar Schmidt e Otto Yulyevich Schmidt, la UAI ha intitolato il cratere lunare Schmidt[3] e, insieme a Otto Yulyevich Schmidt, il cratere di Marte Schmidt[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Schmidt, Julius, su de.wikisource.org.
  2. ^ a b Monthly Notices of the Royal Anstronomical Society, v. 45 (1885), pp. 211-212 - Necrologio
  3. ^ (EN) Cratere Schmidt, su Gazetteer of Planetary Nomenclature, United States Geological Survey.
  4. ^ (EN) Cratere Schmidt, su Gazetteer of Planetary Nomenclature, United States Geological Survey.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN47067731 · ISNI (EN0000 0000 5524 2761 · BAV 495/66058 · CERL cnp00656056 · LCCN (ENn2008020207 · GND (DE115825916 · BNE (ESXX1659977 (data) · BNF (FRcb15381737j (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n2008020207