Morazzone (pittore)

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Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone fu un pittore italiano (Morazzone 1573 - Piacenza 1626)

Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, Cristo deriso (Valencia, Collegio Corpus Christi)

Formatosi a Roma nell'ambito di Ventura Salimbeni ed accostatosi poi al Cavalier d'Arpino, Morazzone dipinse nella Città Eterna diverse opere; perdute quelle in Laterano e nella Basilica di San Pietro, restano oggi due affreschi in San Silvestro in Capite.

Tornato in patria nel 1598, Morazzone eseguì un importante ciclo di affreschi nella cappella del Rosario in San Vittore a Varese. Successivamente è impiegato al Sacro Monte di Varallo per decorare tre cappelle (Andata al Calvario, Ecce Homo e Condanna di Cristo) e a quello di Varese per la cappella della Flagellazione. A Varallo ebbe la possibilità di studiare da vicino l'arte di Gaudenzio Ferrari, il cui influsso costituirà un punto fondamentale del suo stile. In questi anni, dopo aver eseguito un ciclo di tele per la parrocchiale di Arona, collaborò con il milanese Piercamillo Landriani detto il Duchino, un artista che era stato in contatto con l'Accademia della Val di Blenio per l'esecuzione di due "quadroni" della serie dei Fatti della vita di San Carlo Borromeo per il Duomo di Milano (1602-1603) e dipinge la tela con la Pentecoste per il soffitto del Tribunale di Provvisione del capoluogo lombardo (oggi al Castello Sforzesco di Milano; 1605-1612).

Tra il 1608 ed il 1613 il Morazzone fu molto attivo nella città di Como, ove dipinse la pala per la chiesa della SS. Trinità (ora nella chiesa del Centro Cardinal Ferrari), gli affreschi della volta della sagrestia dei Mansionari nel Duomo di Sant' Abbondio, la grande lunetta con "La caduta degli angeli ribelli" per la chiesa di San Giovanni Pedemonte (ora nella pinacoteca civica), le tele in una cappella della chiesa di Sant' Agostino ed il Gonfalone della Confraternita del Santissimo Sacramento e di Sant' Abondio in Duomo, il cui contratto di commissione venne curato da Giovan Battista Borsieri, da Giovan Pietro Odescalchi e dal Canonico Quintilio Lucini Passalacqua. Proprio quest'ultimo, intorno al 1613, richiese la collaborazione del Morazzone per realizzare il suo prezioso scrittoio, oggi custodito al Museo del Castello Sforzesco di Milano. In questo periodo il Morazzone raggiunse anche una certa notorietà, grazie alla citazione in una poesia di Giovanni Battista Marino. Nel 1616 decorò la Cappella della Porziuncola al Sacro Monte di Orta e la Cappella di San Carlo nella collegiata di Borgomanero, dove è collocata anche una sua pala con San Rocco. All'anno successivo risalgono il San Carlo in Gloria della chiesa di santa Maria della Noce a Inverigo e la Madonna del Rosario per la Certosa di Pavia. Nel 1620 concluse gli affreschi della Cappella della Buona Morte in San Gaudenzio a Novara.

Negli ultimi anni entrò in contatto con la corte dei Savoia, per cui cominciò un ciclo di affreschi nel castello di Rivoli (terminati poi dall'allievo Isidoro Bianchi) e la tela con la Provincia di Susa (Torino, Galleria Sabauda), che avrebbe dovuto far parte di una serie dipinta da pittori milanesi (furono coinvolti nell'impresa anche Cerano e Giulio Cesare Procaccini).

Nel 1626 fu chiamato a Piacenza, nell'ambito del rinnovamento stilistico dell'interno del Duomo (a cui avevano lavorato anche Camillo Procaccini e Ludovico Carracci), per gli affreschi della cupola. La morte gli impedì di portare a termine la commissione, eseguita poi dal Guercino.

Bibliografia

  • J. Stoppa, Il Morazzone, Milano 2003
  • Il Morazzone, catalogo della mostra [Varese 1962], a cura di M. Gregori, Milano 1962
  • Quintilio Lucini Passalacqua, Un mobile barocco ed altre curiosità di un erudito comasco del Seicento, a cura di Fabio Cani, Nodo Libri, Como 1989

Collegamenti esterni

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