Idrowoodwardite

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Idrowoodwardite
Classificazione Strunz (ed. 10)7.DD.35[1]
Formula chimicaCu1-xAlx(OH)2(SO4)x/2 • n(H2O) con 0 < x < 0,67 ed n > 3x/2
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinotrigonale[2]
Classe di simmetriaesagonale-scalenoedrale
Parametri di cellaa = 3,070(7) Å, c = 31,9(2) Å, Z = 3[3]
Gruppo puntuale3 2/m[4]
Gruppo spazialeR3m[4]
Proprietà fisiche
Densità misurata2,33(8)[3] g/cm³
Densità calcolata2,48[3] g/cm³
Durezza (Mohs)2[2]
Coloreblu, azzurro pallido[2]
Lucentezzavitrea[1]
Opacitàtraslucida[3]
Striscioazzurro pallido[2]
Diffusionerara
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L'idrowoodwardite (simbolo IMA:Hwwd[5]) è un minerale raro appartenente al supergruppo dell'idrotalcite e al gruppo della glaucocerinite,[6] appartenente alla classe dei "solfati, selenati, tellurati, cromati, molibdati e tungstati". La sua composizione chimica è [Cu1-xAlx(OH)2][(SO4)x/2(H2O)n] (a x < 0,67)[7] oppure, scritta in forma semplificata, ~ [(Cu,Al)9(OH)18][(SO4)2 • n(H2O)].[8]

L'idrowoodwardite forma una serie cristallina mista con la glaucocerinite.

Etimologia e storia

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Il nome deriva dalla composizione chimica: questo minerale è la varietà idrata della woodwardite[9].

L'idrowoodwardite è stata descritta scientificamente per la prima volta nel 1996 da Thomas Witzke, che ha presentato i suoi risultati e il nome da lui scelto all'Associazione Mineralogica Internazionale (IMA) per la verifica dello stato del minerale (numero di iscrizione: IMA1996-038). I risultati dell'indagine e il nome riconosciuto idrowoodwardite sono stati pubblicati nel 1999 sulla rivista scientifica "Neues Jahrbuch für Mineralogie - Monatshefte".

Poiché nelle analisi è stato utilizzato materiale proveniente dalla miniera di St. Briccius nel comune di Königswalde vicino ad Annaberg (Sassonia), questa è considerata una località tipo. Tuttavia, a parte qualche interruzione, questa cava era già utilizzata dai minatori dal XV al XIX secolo per l'estrazione di rame, argento e stagno. Il minerale deve quindi essere stato avvistato in questo periodo, ma è stato ignorato o erroneamente giudicato come vetriolo di rame.[7]

Classificazione

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La nona edizione della sistematica dei minerali di Strunz, aggiornata dall'IMA fino al 2009,[10] elenca l'idrowoodwardite nella classe "7. Solfati (selenati, tellurati, cromati, molibdati, tungstati)" e da lì nella sottoclasse "7.D Solfati (selenati, ecc.) con anioni aggiuntivi, con H2O"; questa è ulteriormente suddivisa in base alla dimensione dei cationi coinvolti e alla struttura cristallina, in modo tale che l'idrowoodwardite risulti classificata nella sezione "7.DD Con soltanto cationi di media dimensione; strati di ottaedri che condividono uno spigolo", dove forma il sistema nº 7.DD.35 insieme a carrboydite, honessite, motukoreaite, nikischerite, shigaite, zincowoodwardite, glaucocerinite, woodwardite, idrohonessite, mountkeithite, natroglaucocerinite, wermlandite e zincaluminite.[2]

L'idrowoodwardite mantiene la stessa classificazione anche nell'edizione successiva, continuata dal database "mindat.org" e chiamata anche Classificazione Strunz-mindat.[1]

Anche la sistematica dei minerali secondo Dana classifica il minerale nella famiglia dei solfati e lì nella sottofamiglia dei "solfati idrati con idrossile o alogeno e la formula generale (A+B2+)6(XO4)Zq • x(H2O)", dove in minerale è elencato insieme a woodwardite, zincowoodwardite e i politipi zincowoodwardite-1T e zincowoodwardite-3R nel sistema nº 31.02.02.[1]

Abito cristallino

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L'idrowoodwardite cristallizza nel sistema trigonale nel gruppo spaziale R3m (gruppo nº 166) con i parametri del reticolo a = 3,07 Å e c = 31,9 Å, oltre a 3 unità di formula per cella unitaria.[7]

Nell'aria, l'idrowoodwardite si disidrata entro poche settimane, il che significa che perde parte della sua acqua cristallina e alla fine si trasforma in woodwardite. La distanza di base diminuisce senza passaggi intermedi da 10,65 Å (idrowoodwardite) a 8,8 Å (woodwardite), il che rende facile distinguere i due minerali mediante i raggi X.[7]

Origine e giacitura

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L'idrowoodwardite si forma in rari casi nelle parti ossidate delle miniere di solfuro metallico. I minerali associati includono woodwardite, schulenbergite, namuwite, brianyoungite, langite e linarite.

Essendo una formazione minerale rara, in tutto il mondo, l'idrowoodwardite è stata rilevata solo in pochi siti.

In Italia è stata trovata: a Saint-Marcel (Val d'Aosta); a Sestri Levante (Liguria); a Nuxis (Sardegna); a Canal San Bovo e a Roncegno Terme (Trentino-Alto Adige).[11]

In Germania, oltre alla miniera di "St. Briccius" a Königswalde, il minerale è stato trovato anche a Grünhain-Beierfeld, Marienberg, Wolkenstein e Glashütte (tutte in Sassonia) e a Hilchenbach (Renania Settentrionale-Vestfalia). In Bolivia, l'idrowoodwardite è stata trovata nella "miniera di Pepitos" vicino a Huanuni.[11]

Dalla Grecia, i ritrovamenti del minerale sono stati descritti nella "miniera di Hilarion" sul grande cumulo di scorie di Kamariza vicino ad Agios Konstantinos e nella "miniera di Maria" nel comune di Agia Varvara (Attica). In Giappone l'idrowoodwardite è stata trovata nella prefettura di Kōchi; in Portogallo a Sabrosa, in Turchia nel distretto di Demirköy. Infine in Francia a Carcassonne.[11]

Il minerale era stato rinvenuto anche nel Caernarfonshire (nel Galles) dal 1976, ma è stato descritto solo in modo incompleto e non è stato nominato.[7]

Forma in cui si presenta in natura

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L'idrowoodwardite sviluppa prevalentemente aggregati minerali porosi da azzurro-blu pallido a blu,[2] simili all'uva o stalattitici, e rivestimenti crostosi, per cui queste croste possono raggiungere estensioni di un metro quadrato.[3]

  1. ^ a b c d (EN) Hydrowoodwardite, su mindat.org. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  2. ^ a b c d e f (DE) Hydrowoodwardite, su mineralienatlas.de. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  3. ^ a b c d e (EN) Hydrowoodwardite (PDF), in Handbook of Mineralogy. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  4. ^ a b (EN) Hydrowoodwardite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  5. ^ (EN) Laurence N. Warr, IMA–CNMNC approved mineral symbols (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 85, 2021, pp. 291–320, DOI:10.1180/mgm.2021.43. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  6. ^ (EN) S.J. Mills, A.G. Christy, J.-M. R. Génin, T. Kameda e F. Colombo, Nomenclature of the hydrotalcite supergroup: natural layered double hydroxides (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 76, n. 5, 2012, pp. 1289-1336, DOI:10.1180/minmag.2012.076.5.10. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  7. ^ a b c d e (DE) Thomas Witzke, Die Entdeckung von Hydrowoodwardit, su strahlen.org. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  8. ^ Strunz&Nickel p.403
  9. ^ (EN) Robert F. Martin e William H. Blackburn, Encyclopedia of mineral names: first update (PDF), in The Canadian Mineralogist,, vol. 37, 1999, pp. 1045-1078. URL consultato il 6 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^ (EN) Ernest Henry Nickel e Monte C. Nichols, IMA/CNMNC List of Minerals 2009 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, gennaio 2009. URL consultato il 28 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2024).
  11. ^ a b c (EN) Localities for Woodwardite, su mindat.org. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  • (EN) Hugo Strunz e Ernest Henry Nickel, Strunz Mineralogical Tables. Chemical-structural Mineral Classification System, 9ª ed., Stoccarda, E. Schweizerbart’sche Verlagsbuchhandlung (Nägele u. Obermiller), 2001, ISBN 3-510-65188-X.

Voci correlate

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