Iconodiagnostica

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L'iconodiagnostica[1] è la disciplina che applica la diagnostica medica allo studio delle opere d'arte.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Pur presentandosi con alcuni caratteri di metodo scientifico, diffusa e praticata anche in ambito accademico[3], viene considerata anche dagli stessi promotori come "divertimento distinto dal campo scientifico e eventualmente solo un aiuto didattico esercitando la capacità di osservare e riconoscere i segni di patologie riprodotti inconsapevolmente dagli artisti"[4]. Il concetto è stato introdotto nel 1983 da Anneliese Pontius[5], psichiatra dell'Università di Harvard,[6] intenta a dimostrare l'antica presenza della sindrome di Crouzon nelle isole Cook.[7] Il professor Irwin M Braverman dell'università di Yale adotta dal 1998 la iconodiagnostica come normale strumento di esercizio didattico per il riconoscimento delle patologie dermatiche.[8][9]

Opere quali dipinti o statue vengono attentamente esaminate in dettaglio per scorgere eventuali e ipotetici segni di malattia. In questo modo, grazie alla sinergia tra medicina e storia dell'arte, è possibile ad esempio provare a ricostruire le malattie che maggiormente hanno caratterizzato un dato periodo storico e la percezione e interpretazione che ne aveva la popolazione di quel periodo. Tra i pionieri di questa disciplina in Italia spicca il nome di Vito Franco, professore ordinario di anatomia patologica all'Università di Palermo.[10]

In uno studio scientifico, il professor Paolo Zamboni ordinario di chirurgia vascolare all'Università di Ferrara ha formulato una sua iconodiagnostica su Michelangelo nella Scuola di Atene di Raffaello, sulla Betsabea di Rembrandt e sul Bacchino malato di Caravaggio, giungendo, verosimilmente, a una diagnosi basandosi sui segni semeiotici evidenziati sulle opere d’arte. Secondo Zamboni, sono evidenti le vene varicose su gambe e ginocchia nel Michelangelo affrescato da Raffaello, seduto su uno scranno nei panni di Eraclito; mentre per il Bacchino di Caravaggio, esposto alla Galleria Borghese di Roma, l’evidente anemia, la cute bruna, e l'acantosi nigricans secondo Zamboni riconducono alla diagnosi di malattia di Addison (condizione descritta nell'800 che colpisce le ghiandole surrenali). Tromboflebite di una vena superficiale della mammella o Sindrome di Mondor per la Betsabea di Rembrandt esposta al Louvre di Parigi.[11][12][13][14]

Monna Lisa di Leonardo da Vinci.

Tra i casi più emblematici la Gioconda di Leonardo da Vinci si è ipotizzato potesse presentare uno xantelasma nell'incavo dell'occhio sinistro e un lipoma sulla mano, segni di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mirko Dražen Grmek e Danielle Gourevitch, Le malattie nell'arte antica, Giunti Editore, 2000, ISBN 978-88-09-01875-4. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  2. ^ Università degli Studi di Palermo, su unipa.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  3. ^ Iconodiagnostica | Laboratorio Arte e Medical Humanities, su web.uniroma1.it. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  4. ^ Iconodiagnostica, un gioco tra arte e scienza, su Fondazione Enpam | Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  5. ^ (EN) Obituary: Anneliese Pontius, su cbs.mpg.de. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  6. ^ http://amsacta.unibo.it/5580/1/Narrare_la_Medicina.pdf
  7. ^ Grmek, Gourevitch, p.21.
  8. ^ (EN) Irwin M Braverman, Skin signs of systemic disease, W.B. Saunders, 1998, ISBN 978-0-7216-3745-7, OCLC 611195407. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  9. ^ Chiara Tartarini, Quadri di sintomi. Immagini e scienze umane in medicina, Franco Angeli, 2015, pag. 102.
  10. ^ a b Laura Anello, Il Colesterolo di Monna Lisa, La Stampa, 5 gennaio 2010. URL consultato l'8 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2012).
  11. ^ Diagnosi su tela | Paolo Zamboni risolve l'enigma medico del Rembrandt, su Università degli studi di Ferrara. URL consultato il 4 luglio 2020.
  12. ^ (EN) Paolo Zamboni, The medical enigma of Rembrandt's Bathsheba, in Journal of Thrombosis and Haemostasis, vol. 18, n. 6, 2020, pp. 1268–1270, DOI:10.1111/jth.14801. URL consultato il 4 luglio 2020.
  13. ^ ANSA/ Risolto l'enigma sul seno della Betsabea di Rembrandt - Salute & Benessere, su ANSA.it, 18 giugno 2020. URL consultato il 4 luglio 2020.
  14. ^ I sintomi delle malattie nei capolavori dei pittori del passato, su Corriere della Sera, 27 giugno 2020. URL consultato il 4 luglio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirko D. Grmek e Danielle Gourevitch, Le malattie nell'arte antica, Giunti Editore, 2000, ISBN 88-09-01875-3.
  • J.-M. Charcot e P. Richer, Les difformes et les malades dans l’art (1889), B. M. Israël, Amsterdam 1972[1]
  • P. Richer, L’art et la médecine, Gaultier, Magnier & C ie , Paris 1901[2]
  • H. E. Sigerist, The historical aspects of art and medicine (1936), cit. in F. Clifford Rose, a cura di, Neurology of the Arts, Imperial College Press, London 2004
  • Pietro Antonio Bernabei, L'arte nella medicina e la medicina nell'arte, Azimut, 2008, ISBN 978-88-6003-066-5
  • Chiara Tartarini, Quadri di sintomi. Immagini e scienze umane in medicina, Franco Angeli, 2015, ISBN 978-88-917-2585-1
  • Anselmi, Gian Mario; Fughelli, Patrizia. Narrare la medicina, Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, 2017, OCLC 1137497799

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paul (1849-1933) Auteur du texte Richer e Jean-Martin (1825-1893) Auteur du texte Charcot, Les difformes et les malades dans l'art / par J.-M. Charcot,... et Paul Richer,..., 1889. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  2. ^ (EN) L'art et la médecine / par le Dr Paul Richer,.., Gaultier, Magnier et Cie (Paris), 1902. URL consultato il 13 dicembre 2020.