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Honorat de Bueil de Racan

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Honorat de Bueil, signore (detto marchese) de Racan

Honorat de Bueil, signore (detto marchese) de Racan (Aubigné-Racan, 5 febbraio 1589Parigi, 21 gennaio 1670) è stato un poeta e drammaturgo francese.

Proveniente da un'illustre famiglia[1] della nobiltà della Turenna[2], è barone[3] di Longaulnay[4] (attuale Mézeray), e poi dal 1631, in seguito alla morte della cugina Anne de Bueil-Fontaines, barone di Fontaines[5], titolo che conserverà fino alla morte[6] . Rimasto orfano giovanissimo a causa della perdita del padre nel 1597 (morto con lo zio nell'assedi di Amiens) e della madre nel 1602, viene accolto dalla cugina Anne de Bueil, sposa di Roger de Saint-Lary de Termes, duca di Bellegarde, grande scudiero di Francia, che lo fa ammettere a corte come paggio della camera del re Enrico IV nel 1603.

Iniziò subito a comporre le sue prime poesie e nel 1605 conobbe Malherbe, del quale divenne discepolo, tuttavia il suo successo a corte fu limitato dall'aspetto fisico sgraziato e soprattutto dalla balbuzie. La sua prima musa è Cloris, ovvero la contessa di Moret, per la quale scrive versi di ispirazione elegiaca.

Nel 1618 scrive le Stances sur la retraite, in cui, secondo un'antica tradizione, trasforma la sua vicenda personale in letteratura. Del 1619 è il primo grande successo che lo rende celebre. Si tratta del dramma pastorale Arthénice ou les Bergeries, la cui fonte di ispirazione è la nuova musa Catherine de Thermes. I modelli dichiarati sono le Bucoliche di Virgilio, l'Aminta di Tasso e Il pastor fido di Guarini, ed è principalmente per l'influenza dello stile italiano, allora assai in voga, che l'opera si fa apprezzare.

Tra il 1621 e il 1622 interrompe l'attività letteraria per partecipare alla guerra contro gli Ugonotti, combattendo nell'assedio di La Rochelle, di Sancerre e di Susa. Nel 1628 si sposa con Madeleine du Bois, mentre a partire dal 1631 inizia la stesura della traduzione dei Salmi, continuando tuttavia la carriera militare. Nel 1635 viene ammesso alla neonata Académie française e nel 1939 decide di ritirarsi dall'esercito, tornando a vivere nel feudo di Racan. Continua il lavoro di stesura dei salmi, dopo i Sette Salmi del 1631, pubblica le Odi Sacre (dai salmi di Davide) nel 1651 e i Centonove Salmi nel 1654. Bisogna notare che non si tratta di vere e proprie traduzioni, ma piuttosto di adattamenti, infatti, non conoscendo l'ebraico, si fonda su varie parafrasi francesi dei testi (come quelle particolarmente accurate di Clément Marot), mettendo da parte la traduzione letterale ma cercando piuttosto di preservare l'armonia poetica. Bisogna ancora citare una raccolta di poesie sacre (1660), le Mémoires pour la vie de Malherbe (1651), che testimoniano il legame tra Racan e il grande poeta e maestro, il discorso di accettazione all'Académie française intitolata Contre les Sciences (1635), un'orazione contro le regole e le imposizioni artificiali a favore della naturalezza (anticipando uno dei temi più cari a Jean-Jacques Rousseau di oltre un secolo).

Come Malherbe, Racan fu un poeta preciso e laborioso, considerando le sue opere mai finite e arrivando a pubblicare aggiungendo modifiche dell'ultimo momento. Tuttavia, a differenza del suo maestro non si mostrò critico nei confronti dei poeti della Pléiade, apprezzando in particolare Ronsard e Montaigne; fu inoltre assai più flessibile riguardo alla questione delle tre unità aristoteliche. Fu dotato di un talento sincero per la poesia, scrisse versi semplici ed eleganti, teneri e malinconici, con un vivo senso della natura.

Citazione da Stances sur la retraite

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(FR)

«Agréables déserts, séjour de l'innocence,
Où, loin des vanités, de la magnificence,
Commence mon repos et finit mon tourment,
Vallons, fleuves, rochers, plaisante solitude,
Si vous fûtes témoins de mon inquiétude,
Soyez-le désormais de mon contentement.»

(IT)

«Dolci deserti, soggiorno dell'innocenza,
Là dove, lontano dalle vanità, dal fasto,
Comincia il mio riposo e finisce il mio tormento,
Valli, fiumi, rocce, piacevole solitudine,
Se foste un tempo testimoni della mia pena,
Siatelo oggi del mio contento.»

  1. ^ Il fondatore della stirpe è Jean de Bueil, signore di Saint-Mars la Pile e d'Agnès de Montbazo, nato prima del 1290. La famiglia dei Bueil si estinguerà nel 1748 con la morte di Pierre-Antoine de Bueil, nipote del poeta.
  2. ^ Alcuni sostengono che la famiglia avesse antiche ascendenze italiane. È tuttavia un'ipotesi altamente improbabile visto che esistono prove storiche della presenza dei Bueil nella regione risalenti almeno alla fine del XIII secolo.
  3. ^ Nel 1615 dovette vendere il suo titolo al marchese di Lavardin, al fine di ripianare una gran serie di debiti, dovuti principalmente alla costituzione della dote della cognata e all'equipaggiamento del padre, quando quest'ultimo fu fatto Gran Maestro d'Artiglieria all'assedio di Amiens del 1597 da Enrico IV, dove troverà presto la morte.
  4. ^ Da non confondere con Longaulnay in Bretagna
  5. ^ Barone di Fontaines era il titolo portato dal ramo cadetto Bueil-Fontaines, mentre il ramo principale portava il titolo conte di Sancerre e d'Aunis
  6. ^ Non fu mai marchese di Racan, sebbene il Dictionnaire de l'Académie française affermi diversamente.
  • (FR) L. Arnould, Les stances de Racan sur la retraite, Paris, 1898.
  • (FR) N. Genta, Le lyrisme de Racan, s. i. l. d., 1900.
  • (FR) L. Arnould, Un gentilhomme de lettres au XVIIe siècle. Honorat de Bueil, Seigneur de Racan, Paris, 1901.
  • V. Larbaud, Note sur Racan, Maestricht, 1928.
  • (FR) L. Arnould, Racan (1589-1670); histoire anecdotique et critique de sa vie et de ses œuvres, Genève, 1970.
  • (FR) P. Robert, Racan en son pays, Chambray-Lès-Tours, 1991.
  • (FR) P. de Clythère, Racan et les femmes, Racan et le bien vivre, Racan et le voyage, Vendome, 2006.
  • (FR) P. Robert, Dans le Pays de Racan, Vendome, 2006.

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Predecessore Seggio 30 dell'Académie française Successore
- 1634 - 1670 François-Séraphin Régnier-Desmarais
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