Hippopotamus gorgops

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Hippopotamus gorgops
Ricostruzione di Hippopotamus gorgops
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Artiodactyla
Sottordine Suiformes
Famiglia Hippopotamidae
Genere Hippopotamus
Specie H. gorgops
Nomenclatura binomiale
Hippopotamus gorgops
Dietrich, 1928

Hippopotamus gorgops è una specie estinta di ippopotamo che visse in Africa fra il Pliocene e il Pleistocene medio, quando si estinse.[1]

Era molto simile all'odierno ippopotamo comune, dal quale differiva per due soli aspetti: la stazza, che era molto maggiore rispetto a quest'ultimo (2,10 m al garrese e 4,30 di lunghezza), e gli occhi, che erano posti su due vere e proprie sporgenze del cranio, che rendevano possibile a questo animale lo stare completamente sommerso mentre osservava ciò che avveniva sulla superficie dell'acqua.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La specie è stata descritta nel 1928 dal paleontologo tedesco Wilhelm Otto Dietrich.[2] È strettamente correlato alla specie europea Hippopotamus antiquus, di cui potrebbe essere un antenato ancestrale.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

H. gorgops era sostanzialmente più grande dell'attuale ippopotamo (H. amphibius),[4] e poteva raggiungere una massa di oltre 4000 kg.[5]

In confronto a H. amphibius, le orbite e le aperture nasali erano più in alto sul cranio e la fossa temporale era più corta, per cui la distanza tra le orbite e l'osso temporale era più corta dando luogo a una posizione più avanzata del muscolo temporale.[1] Anche le linee nucali e la cresta sagittale erano proporzionalmente più alte e il palato era più allungato.[6]

Il H. gorgops doveva essere molto simile a H. amphibius.[1]

Ecologia[modifica | modifica wikitesto]

Le analisi isotopiche su reperti provenienti dal bacino del Lago Turkana, suggeriscono una dieta con un elevato contenuto di piante erbacee del tipo C4, cioè con molecole a quattro atomi di carbonio.[7] La micro usura dentale nei campioni ritrovati nella Gola di Olduvai indica un'alimentazione mista che comprendeva sia la brucatura che il consumo di erbe, con una prevalenza per la prima.[8]

L'elevata posizione delle orbite oculari ha portato a ipotizzare uno stile di vita più acquatico rispetto a H. amphibius,[9] anche se la robustezza degli arti indica che era in grado di muoversi agevolmente sul terreno, proprio come H. amphibius.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c van der Made J, Sahnouni M & Boulaghraief K. 2017. Hippopotamus gorgops from El Kherba (Algeria) and the context of its biogeography. In Proceedings of the II Meeting of African Prehistory: Burgos 15-16 April, 2015, Sahnouni M, Semaw S, Rios Garaizar J (eds). CENIEH: Burgos; 135–169.
  2. ^ Dietrich, W. O. (1928). Pleistocäne Deutsch–Ostafrikanische Hippopotamus–reste. Wissenschaftliche Ergebnisse des Oldoway Expedetion Herausgeben Von Prof. Dr. Reck, 3: 3–41.
  3. ^ (EN) Roberta Martino, Maria Ibanez Ríos, Octavio Mateus e Luca Pandolfi, Taxonomy, chronology, and dispersal patterns of Western European Quaternary hippopotamuses: New insight from Portuguese fossil material, in Quaternary International, dicembre 2022, pp. S1040618222003901, DOI:10.1016/j.quaint.2022.12.010.
  4. ^ Chaix L, Faure M, Guérin C, Honegger M. Kaddanarti, a Lower Pleistocene Assemblage from Northern Sudan. In: Krzyżaniak L, Kroeper K, Kobusiewicz M, editors. Recent Research into the Stone Age of Northeastern Africa. Poznań: Poznań Archaeological Museum; 2000. p. 33–46.
  5. ^ (EN) John R. Hutchinson, The evolutionary biomechanics of locomotor function in giant land animals, in Journal of Experimental Biology, vol. 224, n. 11, 1º giugno 2021, DOI:10.1242/jeb.217463, ISSN 0022-0949 (WC · ACNP), PMC 8214834, PMID 34100541.
  6. ^ a b Bienvenido MartíNez-Navarro, Luca Pandolfi, Tsegai Medin, Yosief Libsekal, Massimiliano Ghinassi, Mauro Papini e Lorenzo Rook, The ontogenetic pattern of Hippopotamus gorgops Dietrich, 1928 revealed by a juvenile cranium from the one-million-years-old paleoanthropological site of Buia (Eritrea), in Comptes Rendus Palevol, n. 7, 22 febbraio 2022, DOI:10.5852/cr-palevol2022v21a7, ISSN 1777-571X (WC · ACNP).
  7. ^ (EN) J. M. Harris, T. E. Cerling, M. G. Leakey e B. H. Passey, Stable isotope ecology of fossil hippopotamids from the Lake Turkana Basin of East Africa, in Journal of Zoology, vol. 275, n. 3, luglio 2008, pp. 323–331, DOI:10.1111/j.1469-7998.2008.00444.x, ISSN 0952-8369 (WC · ACNP).
  8. ^ (EN) Kevin T. Uno, Florent Rivals, Faysal Bibi, Michael Pante, Jackson Njau e Ignacio de la Torre, Large mammal diets and paleoecology across the Oldowan–Acheulean transition at Olduvai Gorge, Tanzania from stable isotope and tooth wear analyses, in Journal of Human Evolution, vol. 120, luglio 2018, pp. 76–91, DOI:10.1016/j.jhevol.2018.01.002.
  9. ^ (EN) Luca Pandolfi, Roberta Martino, Lorenzo Rook e Paolo Piras, Investigating Ecological and Phylogenetic Constraints in Hippopotamidae Skull Shape, in Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, 9 gennaio 2020, pp. V. 126 N. 1 (2020), DOI:10.13130/2039-4942/12730.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Petronio, C. (1995): Note on the taxonomy of Pleistocene hippopotamuses. Ibex, 3: 53-55. PDF fulltext

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]