Herpes labiale

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Herpes labiale
Herpes labiale a livello del labbro inferiore
Specialitàinfettivologia e dermatologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM054.9
ICD-10B00.1
MeSHD006560

L'herpes labiale è una malattia infettiva causata prevalentemente dal virus Herpes simplex 1 (HSV-1) appartenente alla sottofamiglia degli Alphaherpesvirinae; in minor misura è sostenuto da Herpes simplex 2 (HSV-2), solitamente causa di herpes genitale.

Trasmissione[modifica | modifica wikitesto]

Viene contratto attraverso saliva, baci o in generale tramite contatto interumano durante la fase infettiva. Una volta che l'herpes ha infettato l'organismo rimane latente fino al momento di manifestarsi.

Cause[modifica | modifica wikitesto]

Il virus dell'herpes labiale può manifestarsi a causa di diversi fattori scatenanti:

  • bruschi sbalzi di temperatura
  • esposizione prolungata e non controllata ai raggi solari (sia in estate sia in inverno)
  • attacchi febbrili, stati influenzali e parainfluenzali
  • periodi prolungati di forte stress
  • alimentazione scorretta
  • stato di gravidanza e improvvisi sbalzi ormonali

Cronicizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Si insedia a livello del nucleo del ganglio di Gasser del nervo trigemino, dove rimane in forma latente per poi subire riattivazioni in situazioni di leggera immunodepressione, soprattutto nel caso di stress, e dare un'ulcera fredda sul labbro.

Nei pazienti immunodeficienti e nei neonati può dare origine a una riattivazione centripeta e causare un'encefalite. Utilizza il recettore p75 dei neuroni per entrare nella cellula (lo stesso usato dal virus della rabbia).

Presentazione clinica[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta come un'eruzione formata da numerose vescicole, seguita dalla formazione di croste. È dolorabile alla pressione. Durante la fase clinica le vescicole contengono il virus vivo e vi è dunque la possibilità di trasmissione.

Localizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Generalmente si situa a livello della giunzione del labbro e nella cute circostante.

Prognosi[modifica | modifica wikitesto]

Dura normalmente una settimana. In caso di sovrainfezione può durare più a lungo.

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

La malattia è cronica e non sono state individuate cure definitive. Tuttavia la durata delle manifestazioni può essere ridotta da farmaci antivirali, anestetici e creme (come quelle all'ossido di zinco o al solfato di zinco) applicati tempestivamente sull'area cutanea interessata[1]. Tra gli antivirali sono efficaci l'ibacitabina, l'aciclovir[2] e il penciclovir, che può velocizzare la guarigione anche del 10%[3]. Il famciclovir e il valaciclovir, assunti per via orale possono risultare più efficaci con una somministrazione singola ad alte dosi, rispetto al trattamento tradizionale a basse dosi per 5-7 giorni[4].

La lisina è stata proposta per il trattamento sulla base di buoni risultati in vitro; tuttavia si è dimostrata inefficace nell'uomo[5]. Il virus dell'herpes labiale come altri virus incapsulati in una membrana lipidica risulta disattivato da alcoli grassi saturi a lunga catena oltre che dal BHT [6]. Di questi solo il docosanolo è stato approvato dalla Food and Drug Administration nel trattamento dell'herpes labiale dell'adulto immunocompetente, essendosi dimostrato di un'efficacia pari a quella degli antivirali topici.[7][8]. Visto il meccanismo di azione, presenta un rischio di farmacoresistenza nullo o minimo.[7].

L'uso di uno stimolatore elettrico trans-cutaneo TENS sui siti di lesione è stato suggerito per il trattamento dell'herpes labiale sia in associazione con i farmaci antivirali, sia in sostituzione[9][10].

Prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

È possibile riconoscere, già 12-16 ore prima che il virus compaia in superficie, i primi sintomi: prurito, bruciore, irritazione e dei puntini doloranti nell'area cutanea interessata dall'infezione. Sarebbe bene, a questo punto, applicare tempestivamente i relativi farmaci prima che l'infezione stessa si sviluppi completamente e il virus si replichi.

Se non si riesce a intervenire in tempo, si possono applicare creme a base di penciclovir per ridurre l'entità del sintomo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Opstelten, et al, Treatment and prevention of herpes labialis., in Can Fam Physician, vol. 54, n. 12, 2008, pp. 1683-7.
  2. ^ Raborn GW, Chan KS, Grace M, Treatment modalities and medication recommended by health care professionals for treating recurrent herpes labialis [collegamento interrotto], in J Am Dent Assoc, vol. 135, n. 1, gennaio 2004, pp. 48–54, PMID 14959874.
  3. ^ (EN) Harmenberg, et al, Prevention of ulcerative lesions by episodic treatment of recurrent herpes labialis: A literature review., in Acta Derm Venereol., vol. 90, n. 2, 2010, pp. 122-130.
  4. ^ (EN) Gilbert, Management and prevention of recurrent herpes labialis in immunocompetent patients, in Herpes, vol. 14, n. 3, 2007, pp. 56-61.
  5. ^ C Robb-Nicholson, Does lysine prevent cold sores?, su Harvard Health Newsletters, Harvard Women's Health Watch, 3 gennaio 2007. URL consultato il 31 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).
  6. ^ Snipes W, Person S, Keller G, Taylor W, Keith A, Inactivation of lipid-containing viruses by long-chain alcohols, in Antimicrob Agents Chemother., vol. 11, n. 1, gennaio 1977, p. :98-104.
  7. ^ a b (EN) Treister, et al., Topical n-docosanol for management of recurrent herpes labialis., in Expert Opin Pharmacother, vol. 11, n. 5, 2010, pp. 853-60.
  8. ^ Katz DH, Marcelletti JF, Khalil MH, Pope LE, Katz LR., Antiviral activity of 1-docosanol, an inhibitor of lipid-enveloped viruses including herpes simplex., in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America., vol. 88, n. 83, 1991, p. 10825-10829.
  9. ^ M. Kolšek, TENS - an alternative to antiviral drugs for acute herpes zoster treatment and postherpetic neuralgia prevention., in Swiss Med Wkly, vol. 141, 2012, pp. w13229, DOI:10.4414/smw.2011.13229, PMID 22250036.
  10. ^ RH. Dworkin, No alternative to antiviral drugs for acute herpes zoster., in Anesth Analg, vol. 89, n. 6, dicembre 1999, pp. 1585-6, PMID 10589658.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Harrison, Principi di medicina interna, Milano, McGraw-Hill, 2005.
  • Murray, Rosenthal, Microbiologia, Napoli, EdiSES, 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]