HIP 65426 b

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HIP 65426 b
In basso a sinistra HIP 65426 b. Il cerchio al centro corrisponde all'orbita di Nettuno se al posto di HIP 65426 (la croce al centro) ci fosse il Sole.
Stella madreHIP 65426
Scopertasettembre 2017
ClassificazioneSuper Giove, gioviano caldo
Distanza dal Sole385 [1]
Coordinate
Ascensione retta13h 24m 36.0s[2]
Declinazione-51° 30′ 16″ [2]
Parametri orbitali
Semiasse maggiore87+108
−31
 au
[3]
Inclinazione orbitale100+15
−6
 gradi
[3]
Dati fisici
Raggio medioSecondo il modello atmosferico:
0,92±0,04 rJ[3]

Secondo il modello evoluzionario:
1,45±0,03 rJ[3]

Massa
7,1±1,1 MJ[3]

Coordinate: Carta celeste 13h 24m 36s, -51° 30′ 16″

HIP 65426 b è un esopianeta di tipo super Giove in orbita attorno a HIP 65426, la sua stella madre, nella costellazione del Centauro. È stato scoperto il 6 luglio 2017 dal consorzio SPHERE utilizzando lo strumento Spectro-Polarimetric High-Contrast Exoplanet Research (SPHERE) appartenente allo European Southern Observatory (ESO)[4][5] ed è il primo pianeta ad essere stato scoperto con tale strumento.[6] Dista 385 anni luce dalla Terra.[1]

È stato scoperto come parte del programma SHINE, che mirava a trovare sistemi planetari intorno a 600 nuove stelle.[7]

È il primo esopianeta osservato direttamente dal telescopio spaziale James Webb (JWST), come annunciato nell'agosto del 2022.[3]

Stella madre[modifica | modifica wikitesto]

La stella attorno a cui orbita, HIP 65426, ha circa 14 milioni di anni, tuttavia, nonostante la sua giovane età, non è circondata da un disco di detriti,[1][5] come ci si aspetterebbe in base agli attuali modelli di formazione planetaria.[8] La sua classe spettrale è A2V mentre la sua magnitudine apparente è 7,01.[2]

HIP 65426 b osservato nel vicino e medio infrarosso dal JWST, con la luce della propria stella bloccata dal coronografo.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il pianeta si trova a circa 92 au dalla stella madre, con una possibile atmosfera polverosa.[9] Lo spettro IR rilevato nel 2020 ha indicato che HIP 65426 b è povero di carbonio e ricco di ossigeno rispetto ai giganti gassosi del Sistema solare.

Le osservazioni dirette tramite il telescopio spaziale James Webb, alle lunghezze d'onda tra 2-16 μm, ne hanno strettamente limitato la luminosità bolometrica a , che fornisce un vincolo forte sulla massa, pari a 7,1±1,1 MJ. Invece i valori di temperatura e raggio dipendono dal modello planetario adottato e possono variare da circa 1700 K, con un raggio pari a circa 0,90 rJ, a circa 1300 K, con raggio 1,48 rJ.[3]

Lo studio ha anche posto dei vincoli sui valori del semiasse maggiore e l'inclinazione del pianeta, ma la conoscenza dell'orbita non è migliorata rispetto a studi precedenti; in particolare l'eccentricità rimane indeterminata.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Exoplanet Exploration: Planets Beyond our Solar System, su exoplanets.nasa.gov. URL consultato il 3 agosto 2019.
  2. ^ a b c Enciclopedia dei pianeti extrasolari.
  3. ^ a b c d e f g h Aarynn L. Carter, Sasha Hinkley e Jens Kammerer, The JWST Early Release Science Program for Direct Observations of Exoplanetary Systems I: High Contrast Imaging of the Exoplanet HIP 65426 b from 2-16 $\mu$m, 1º agosto 2022. URL consultato il 2 settembre 2022.
  4. ^ (EN) Fiona Keating, Huge Jupiter-like planet discovered by astronomers confounds theory of planetary development, su The Independent, 8 luglio 2017. URL consultato il 4 settembre 2022.
  5. ^ a b (EN) Astronomers Directly Image Super-Jupiter around HIP 65426, su Breaking Science News, Sci-News.com. URL consultato il 2 agosto 2019.
  6. ^ (EN) ESO’s SPHERE Unveils its First Exoplanet, su eso.org. URL consultato il 7 luglio 2017.
  7. ^ Discovery of a warm, dusty giant planet around HIP 65426, vol. 605, 2017, DOI:10.1051/0004-6361/201731152, arXiv:1707.01413.
  8. ^ (EN) Max Planck Society, Odd planetary system around fast-spinning star doesn't quite fit existing models of planet formation, su phys.org. URL consultato il 2 settembre 2022.
  9. ^ (EN) Mara Johnson-Groh, New exoplanet challenges formation models, su Astronomy.com, 12 luglio 2017. URL consultato il 3 agosto 2019.

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