Goya Foods

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Goya Foods
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forma societariaSocietà privata
Fondazione1936 a New York City
Fondata da
  • Prudencio Unanue Ortiz
  • Carolina Casal
Sede principaleJersey City
Gruppofamiglia Unanue
Persone chiaveRobert (Bob) Unanue (CEO)
SettoreAlimentare
Prodottifagioli, cucina spagnola e latino-americana
Fatturato1,5 miliardi di dollari
Dipendenti4 000
Slogan«If it's Goya, it has to be good
Si es Goya, tiene que ser bueno»
Sito webwww.goya.com/

Goya Foods[1], nota semplicemente come Goya, è un'azienda statunitense attiva nel settore alimentare, fondata nel 1936 a New York da una famiglia spagnola e produttrice di cibi spagnoli e latino-americani.

È diventata la più grande impresa alimentare statunitense nelle mani degli ispanici con sede a Jersey City nel New Jersey[2] e con impianti di produzione negli Stati Uniti (compreso Porto Rico), nella Repubblica Dominicana e in Spagna. I suoi proprietari, la famiglia Unanue, sono la seconda famiglia ispanica più ricca degli Stati Uniti, con una fortuna stimata di 750 milioni di dollari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Goya è stata fondata nel 1936 da Prudencio Unanue Ortiz (1886-1976), un giovane di Villasana de Mena (Burgos) e Carolina Casal Unanue (1890-1984), galiziana di Caldas de Reis. Entrambi emigrarono a Porto Rico, dove si incontrarono e si sposarono. Quindi si trasferirono a New York dove fondarono Goya Foods. Presto iniziarono a importare olive e olio d'oliva dalla Spagna per placare la "morriña" degli emigranti che, come loro, sentivano la mancanza del sapore della loro terra.

Boicottaggio e l'appoggio di Trump[modifica | modifica wikitesto]

Donald J. Trump con prodotti Goya nella Casa Bianca il 15 luglio 2020

Nel 2020, durante la campagna elettorale presidenziale, l'azienda è stata al centro di accese polemiche dopo che il proprietario, Bob Unanue, si è dichiarato in una tavola rotonda alla Casa Bianca un forte sostenitore repubblicano, elogiando il presidente Donald Trump e dicendo che il paese è "benedetto" ad averlo.[3] Immediate le reazioni, c'è stato anche chi ha chiesto un boicottaggio del marchio.[4][5] Boicottaggio supportato da hashtag sui social media e da vari personaggi pubblici, tra cui Alexandra Ocasio-Cortez, Julian Castro e Lin-Manuel Miranda.[6][7] Un sostenitore della Goya Foods, in Virginia, ha invece risposto raccogliendo oltre 77.000 dollari per acquistare prodotti da distribuire nelle mense. Bob Unanue ha ottenuto anche il sostegno del presidente Trump e della figlia Ivanka che hanno pubblicizzato con degli spot l'azienda e i suoi fagioli.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) How Goya became one of America's fastest growing food companies, su forbes.com, 8 maggio 2013.
  2. ^ (EN) Hugh R. Morley, Goya opens new headquarters built with help of New Jersey tax break, in NorthJersey.com, 29 aprile 2015. URL consultato il 9 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ (EN) Goya Foods CEO were all truly blessed to have a leader lika Trump, su heavy.com, luglio 2020.
  4. ^ (EN) Wise, Alana, Calls To Boycott Goya Foods After CEO Praises President Trump, in NPR, 9 luglio 2020. URL consultato il 9 luglio 2020.
  5. ^ (EN) Torrejon, Rodrigo, N.J.'s Goya Foods facing boycott after CEO says U.S. is 'blessed' to have Trump, in NJ.com, 10 luglio 2020. URL consultato il 10 luglio 2020.
  6. ^ (EN) Raul A. Reyes, Goya boycott, say Latinos, is about Trump's 'hate,' not politics, in NBC News, 18 luglio 2020. URL consultato il 19 luglio 2020.
  7. ^ (EN) Derrick Bryson Taylor, Goya Foods Boycott Takes Off After Its President Praises Trump, in The New York Times, 10 luglio 2020. URL consultato il 10 luglio 2020.
  8. ^ Ivanka Trump e i fagioli Goya. Questa è la risposta del nostro presidente alla pandemia, su repubblica.it, 17 luglio 2020.

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