Giuseppe Vacca (magistrato)

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Giuseppe Vacca

Ministro di grazia e giustizia del Regno d'Italia
Durata mandato28 settembre 1864 –
10 agosto 1865
Capo del governoAlfonso La Marmora
PredecessoreGiuseppe Pisanelli
SuccessorePaolo Cortese

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato21 febbraio 1861 –
6 agosto 1876
Legislaturadalla VIII (nomina 20 gennaio 1861) alla XII
Tipo nominaCategorie: 8, 13
Incarichi parlamentari
  • Vicepresidente (3 febbraio 1861 - 13 febbraio 1867)

Commissioni

  • Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sul Codice civile (27 febbraio 1861)
  • Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sull'istruzione superiore (28 novembre 1861)
  • Membro della Commissione per il progetto di legge sul Codice della marina mercantile (30 gennaio 1863)
  • Membro della Commissione per la pratica del senatore di Sant'Elia (27 marzo 1863)
  • Membro della Commissione per l'esame del progetto di legge sui giudici conciliatori (7 maggio 1870)
Sito istituzionale

Dati generali
ProfessioneMagistrato

Giuseppe Vacca (Napoli, 6 luglio 1810Napoli, 6 agosto 1876) è stato un giurista, magistrato e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in giurisprudenza, nel 1848 Giuseppe Vacca fu magistrato e procuratore generale della Gran corte criminale di Napoli; nominato poi sottosegretario dell'Interno e successivamente della Giustizia nel governo Troya, redasse la nota di protesta del governo diretta a re Ferdinando II di Borbone sulle tristi condizioni del regno. Dopo la caduta del ministero liberale e l'abrogazione della Costituzione da parte del sovrano, Vacca fu prima arrestato e poi, nel 1850, condannato all'esilio. Nel 1859 re Francesco II di Borbone lo graziò e lo invitò ad assumere il ministero della Giustizia, ma rifiutò e anzi, nel 1860 fu segretario generale del comitato d'azione meridionale che propugnava l'entrata a Napoli di Garibaldi.

Dopo l'Unità d'Italia, Vacca fu procuratore generale della Corte di cassazione di Napoli, mentre nel 1861 venne nominato senatore da Vittorio Emanuele II. Infine, fu Ministro di Grazia e Giustizia e Culti del Regno d'Italia nel Governo La Marmora II, dal 28 settembre 1864 al 10 agosto 1865.

Importante il suo ruolo al governo nel 1864, dove presentò al Parlamento un progetto di legge per l'unificazione legislativa, chiedendo inoltre al parlamento di delegare il proprio diritto di discutere i progetti del codice direttamente al governo (Si parla del codice civile) del 1865. Sorse dunque una commissione da lui presieduta che elaborò un nuovo Codice civile e un altro di procedura civile, entrambi entrati in vigore il 1º gennaio 1866. Diverso fu il discorso del Codice penale, che fu un'emanazione del Codice penale sabaudo esteso a tutta Italia, eccettuata la Toscana (per il nodo della pena di morte); solo nel 1889 il guardasigilli Giuseppe Zanardelli avrebbe elaborato un nuovo codice penale esteso a tutto il Regno.

Gli era intitolata una strada nel popolare rione della Corsea, scomparsa nei lavori di costruzione del nuovo rione Carità.

Fondo archivistico[modifica | modifica wikitesto]

A Palazzo Giustiniani sono conservati dall'Archivio storico del Senato, "raccolti in 5 volumi, gli stampati e i manoscritti di discorsi e prolusioni di Giuseppe Vacca pronunciati in Senato e nella sua attività di procuratore generale presso la Corte di cassazione di Napoli. La raccolta contiene anche corrispondenza e scritti di carattere politico e personale"[1].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Persico, Alla memoria di Giuseppe Vacca, in album del giornale giuridico Il Filangieri, Napoli, L. Vallardi, 1876.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro di grazia e giustizia del Regno d'Italia Successore
Giuseppe Pisanelli 28 settembre 1864 - 10 agosto 1865 Paolo Cortese
Controllo di autoritàVIAF (EN20454662 · ISNI (EN0000 0000 6146 0984 · SBN NAPV071118 · BAV 495/268731 · CERL cnp01085905 · GND (DE11732485X · WorldCat Identities (ENviaf-20454662