Giuseppe Gherardeschi

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Giuseppe Gherardeschi (Pistoia, 3 novembre 1759Pistoia, 6 agosto 1815) è stato un organista e compositore italiano.

Iniziò a studiare musica con il padre Domenico, maestro di cappella della Cattedrale di Pistoia, e con lo zio Filippo Maria. Successivamente si perfezionò sotto l'insegnamento di Nicola Sala a Napoli al Conservatorio della Pietà dei Turchini. Tornato nella sua città natale fu nominato organista della Chiesa di Santa Maria dell'Umiltà e successivamente, nel 1800 prese il posto di direttore della cappella del duomo pistoiese, succedendo al padre.

Per quanto concerne l'attività di compositore egli scrisse diversa musica sia vocale (sacra e profana) che strumentale (per strumento solo, da camera e per orchestra).

Lavori

Musica vocale

Musica profana

  • Daliso e Delmita (opera, 1782)
  • Angelica e Medoro (cantata, 1783)
  • L'apparenza inganna (opera, 1784)
  • L'ombra di Catilina (cantata, 1789)
  • L'impazienza (cantata, 1798)
  • La speranza coronata (cantata, 1804-1809)
  • Altre arie, duetti e cori

Musica sacra

Musica strumentale

Fonti

Autografi

Si segnalano tre autografi di Gherardeschi: all'Accademia Filarmonica di Bologna (Fondo Masseangeli), datato 1787[1]; alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma[2][3]; e all'Archivio musicale dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano[4], alla cui segnalazione ha contribuito il Centro Documentazione Musicale della Toscana.[5]

Manoscritti

Esistono 13 copie manoscritte, per lo più tardo-settecentesche e ottocentesche, recanti opere di Gherardeschi[6], più della metà delle quali conservate nella Biblioteca di San Francesco di Bologna.[6] Cinque copie coeve, soprattutto di sinfonie, sono alla Bibliothèque Publique et Universitaire de Neuchâtel.[7] Due manoscritti di inizio ottocento recanti due arie sono alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco.[7] Due copie sono presenti anche nel Conservatorio di Firenze[6], mentre possiedono un unico esemplare manoscritto delle sue opere il Conservatorio di Padova[6], la Biblioteca privata Giancarlo Rostirolla di Roma, il Benediktinerabtei di Metten e la Santini-Bibliothek di Münster.[7]

Edizioni a stampa

Ci è pervenuta l'edizione del 1810, stampata a Firenze da Ranieri del Vivo, di Sei sonate per cembalo o piano-forte con l'accompagnamento d'un violino obligato, di cui si conservano esemplari nel Fondo Venturi di Montecatini Terme[8], nel Conservatorio di Firenze e nell'Archivio Capitolare di Pistoia.[9][10]

Note

  1. ^ Autografo di Gherardeschi all'Accademia Filarmonica di Bologna, su SBN.it.
  2. ^ Autografo di Gherardeschi alla BNCR, su SBN.it.
  3. ^ Autografo di Gherardeschi alla BNCR, su RISM.
  4. ^ Stefano Barandoni, Paola Raffaelli, L'archivio musicale della chiesa conventuale dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa. Storia e catalogo, Lucca, LIM, 1994, documento 145, p. 151.
  5. ^ Cerca Archivio musicale dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, su CeDoMus.
  6. ^ a b c d Manoscritti di Gherardeschi, su SBN.it.
  7. ^ a b c Cerca Giuseppe Gherardeschi, su RISM.
  8. ^ Stampa di Gherardeschi nel Fondo Venturi, su SBN.it.
  9. ^ Sei sonate per cembalo di Gherardeschi stampate da Ranieri del Vivo, su SBN.it.
  10. ^ Stampa di Ranieri del Vivo, su RISM.

Bibliografia

  • Umberto Pineschi, Giuseppe Gherardeschi di Pistoia: compositore, maestro di cappella e organista, in «Brigata del Leoncino», sesto numero monografico dedicato ai Personaggi pistoiesi del '700 e '800 (1999), Pistoia, Nuova Fag Litografica, 1999
  • Giuseppe Gherardeschi, Le opere per organo, a cura di Umberto Pineschi, Pistoia, Fondazione Accademia di Musica Italiana per Organo, 2009

Discografia

  • Musica italiana per organo: Giuseppe Gherardeschi, Rondò e Sonata per organo a guisa di banda militare che suona una marcia - Ton Koopman

Collegamenti esterni

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