Giuseppe Aurelio Costanzo

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Giuseppe Aurelio Costanzo

Giuseppe Aurelio Costanzo (Melilli, 6 marzo 1843Roma, 14 luglio 1913) è stato un letterato e poeta italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu professore e direttore del Regio Istituto Superiore di magistero femminile di Roma.

Ebbe il primo indirizzo letterario da Emanuele Giaracà di Siracusa.

Dopo aver vissuto l'esperienza del Picciotto,[1] frequentò l'Ateneo napoletano (1861-1864) sotto Francesco De Sanctis, Luigi Settembrini, Antonio Tari, Augusto Vera, Silvio Spaventa, Federico Persico e altri.

A Napoli compose i primi versi che attirarono l'attenzione di letterati, e ispirarono al Settembrini una lunga prefazione.

Nel 1869 fu chiamato dal Ministero della P. I. all'insegnamento delle lettere italiane al Liceo di Cosenza, alla cattedra medesima lasciata dallo Zumbini, e quando nel 1878 il Ministro Francesco De Sanctis fondò a Roma l'Istituto superiore di Magistero, Costanzo fu chiamato ad insegnarvi letteratura, e più tardi, alla morte del Direttore di quell'Istituto, Giovanni Prati, Costanzo ebbe affidata la Direzione.

Partecipò insieme ad altri, ad un volume commemorativo sullo Zola, pochi mesi dopo la morte (cfr. Per Emile Zola, numero unico a cura di Salvatore Rago, Avellino, Tip, Pergola, 7 dicembre 1902).

Questo scrittore fu anche Segretario particolare dei ministri Correnti (1872) e Perez (1879); fu iniziato in Massoneria nella loggia romana Propaganda massonica del Grande Oriente d'Italia nel 1889[2], nel 1910 fu Secondo Gran Sorvegliante del grande Oriente d'Italia[3] e raggiunse il 33º ed ultimo grado del Rito scozzese antico ed accettato[4], fu in contatto con Alessandro Manzoni, Ruggiero Bonghi e altri letterati italiani. Una poesia gli è stata dedicata dal poeta della Scuola romana Fabio Nannarelli che insegnò nello stesso Istituto femminile.

«Gli Eroi della Soffitta
Chi sono? - Quanti assetano
Di vasto impero e di superba altezza,
Quanti piegar disdegnano
La groppa al basto, il collo a la cavezza.
Come leoni ed aquile
Forti e selvaggi odian la greppia e il branco;
E a corse e a voli agognano,
Ma senza morso in bocca e sprone al fianco…..
 »

«Spesso, d'un libro vittima,
Su la punta o sul fil d'una sentenza,
Pende, sospesa in bilico,
Un'anima, un destino, un'esistenza!
Gli eroi della Soffitta, 1880 -»

Costanzo muore nel 1913 e oggi riposa nel Cimitero del Verano a Roma, il monumento funerario è opera dello scultore Luciano Campisi.

Dal 1956 è a lui intitolato l'omonimo istituto scolastico di Siracusa.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ad un immenso numero di scritti sparsi per le riviste di ogni specie, il Costanzo ha pubblicato i seguenti lavori:

Gli eroi della soffitta, 1880 Collezione Francesco Paolo Frontini
  • Versi – Napoli, 1869.
  • Nuovi Versi – Napoli, 1873.
  • Fragmentum Carminis epici, exametra – J. Prati (Versione) Napoli, 1873.
  • Un'anima – Napoli, 1874.; Milano 1894 e 1899.
  • I Ribelli – Napoli, 1876.
  • Berengario II – Napoli, 1876.
  • Cenni storici sul sec. X – Napoli, 1876.
  • Gli Eroi della soffitta – Roma, 1880; Milano, 1894 e 1897; Messina, 1903; Roma, 1904.
  • Nuovi versi – Roma, 1882.
  • Funeralia – Roma, 1886
  • Minuzzoli – Roma, 1886.
  • Nuovi Canti – Roma, 1892.
  • Fosforescenze – Messina, 1903.
  • L'Essere – Roma, 1903.
  • Dante – Poema lirico – Casa editrice Roux Viarengo, Roma-Torino, 1903.
  • Bricciche letterarie – Catania, cav. N. Giannotta editore, 1904.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Piero Bargellini, Pian dei Giullari, Firenze, Vallecchi, 1952, vol.III, p.257
  2. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei liberi muratori. Piccole biografie di massoni famosi, Erasmo editore, Roma, 2005, pag. 86
  3. ^ Elisabetta Cicciola, Ettore Ferrari Gran Maestro e artista fra Risorgimento e Antifascismo. Un viaggio nelle carte del Grande Oriente d'Italia, Mimesis, Milano, 2021, p. 162.
  4. ^ Ferdinando Cordova, Massoneria e Politica in Italia, 1892-1908, Carte Scoperte, Milano, 2011 , p. 274-275 e nota 360 p. 320.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN10646612 · ISNI (EN0000 0000 8339 261X · SBN CFIV104091 · BAV 495/170377 · LCCN (ENno97072032 · GND (DE119016818 · WorldCat Identities (ENlccn-no97072032