Giorgio Amelio Roccamonte

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Giorgio Amelio Roccamonte (Buenos Aires, 3 agosto 1927Roma, 5 luglio 1980) è stato uno scultore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Conosciuto negli ambienti artistici italiani come lo scultore dei robot[1], ha frequentato, in Argentina, lo studio della scultrice Maria Cristina Molina Salas, dove nel 1943 conobbe Lucio Fontana, divenendone successivamente allievo, mediante l’assegnazione di una borsa di studio presso l’Accademia Altamira (fondata dallo stesso Fontana insieme a Gonzalo Losada, Jorge Romero Brest e Jorge Larco)[2].
Nel 1946 lo scultore diciannovenne, firmò il Manifesto Blanco[3][4][5] del suo maestro (insieme ad altri artisti come Bernardo Arias, Horacia Cazeneuve, Marcos Fridman, Pablo Arias, Rodolfo Burgos, E. Benito, César Bernal, Luis Coll, A. Hansen) e l'atto di nascita del Movimento Spazialista[6].
Giunto in Italia, entrò nell’Accademia di Brera, che frequentò dal 1948 al 1950, ove fu allievo di Marino Marini[7] allora titolare della cattedra di scultura. Giunto a Roma, nel 1951 vi tenne la sua prima personale nella Galleria dello Zodiaco[8].
Fu docente presso il Primo Liceo Artistico di via Ripetta negli anni sessanta-settanta del Novecento.
Roccamonte è noto, soprattutto, per le sue sculture robot; successivamente si dedicò alle sculture a forma di lettere[9]. Il “chiosco scultura”, opera in cemento armato di sua realizzazione, contribuisce ad arredare gli spazi di Parco Sempione a Milano assieme ad altre sette opere architettoniche e installazioni di arte pubblica fornite tutte dalla Triennale di Milano[1]. In suo onore è stato intitolato il premio artistico Letterario "Amelio Roccamonte" - città di Polla (Sa).

Note critiche[modifica | modifica wikitesto]

«Sembrava che Roccamonte fosse stato in grado di imbarcarsi sul sentiero dell'astrazione totale. Ma il sogno, il desiderio di venire in Europa, la fonte di tutte le correnti dell'arte, l’ha portato verso la forma umana, alla ricerca della vibrazione delle figure, senza sentire la presenza della materia…». (Lucio Fontana)[10].
«Il Roccamonte è uno scultore che si dipartì da Lucio Fontana, e seppe scoprire nelle possibilità plastiche una nuova concretezza…» (Adolfo Venturi)[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Appella (a cura di), La collezione Balestra : catalogo generale, Torino, U. Allemandi, 2004, SBN IT\ICCU\PAR\0851375.
  • Fontana Lucio, Manifiesto blanco. Buenos Aires, senza editore, 1946, SBN IT\ICCU\CFI\0481284.
  • Articolo pubblicato su quotidiano, in "Momento Sera", 27 maggio 1971.
  • Enrico Crispolti, Rosella Siligato (a cura di), Lucio Fontana, in Catalogo della Mostra tenuta a Roma, Milano, Electa, 1998!, SBN IT\ICCU\UM1\0031463Inizio modulo.
  • Franco Batacchi, Giovanni Granzotto (a cura di), Lucio Fontana e lo Spazialismo a Venezia, Treviso, Il Sogno di Polifilo, 2010, p. 5, SBN IT\ICCU\LUA\0236974.
  • Mario De Micheli, Scultura italiana del dopoguerra, in Enciclopedia di cultura moderna, Milano, Schwarz, 1958, p. 301, SBN IT\ICCU\UMC\0976180.
  • Fontana Lucio, Da Costa Valérie, Ecrits de Lucio Fontana (Manifestes, textes, entretiens), in Presses du Reel, 2013, p. 199.
  • Fontana Lucio, Da Costa Valérie, Ecrits de Lucio Fontana (Manifestes, textes, entretiens), in Presses du Reel, 2013, p. 200.
  • “L'arte”, in rivista di storia dell'arte, vol. 19-22, Soc. Editrice "L'Arte", 1956, p. 122.
  • La Fiera letteraria, Società italiana pubblicità per azioni, vol. 2, 1975, p. 63.
  • Giuseppe Appella (a cura di), Il robomondo di Roccamonte: sculture, disegni e multipli dal 1963 al 1975, in Catalogo della mostra tenuta nel 1979, Roma, Società tipografica Italia, 1979, SBN IT\ICCU\USM\1733259.
  • AA.VV., Contatto. Arte/Città: Macerata, in catalogo della XV triennale di Milano, La nuova foglio ed., 1973.
  • Giuseppe Appella (a cura di), Roccamonte, Milano, Vanni Scheiwiller, 1977, SBN IT\ICCU\TSA\0317737.
  • Jorge Guillén, La potenza del telescopio, illustrazioni di 3 acqueforti di A. Roccamonte, Roma, L'Arco Edizioni d'Arte, 1978, SBN IT\ICCU\USM\1931897.
  • Flaminio e Massimo Balestra (a cura di), Giorgio Amelio Roccamonte: sculture e opere grafiche, Longiano, Fondazione Tito Balestra, 2003, SBN IT\ICCU\RAV\1392416.
  • Bonani Paola, Amelio Roccamonte 1946-1960, in Quaderni di Scultura Contemporanea, Quaderno n.5.
  • Caradente Giovanni (a cura di), Sculture di Roccamonte, All'insegna del pesce d'oro, Milano, 1978.

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • 1951 - VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni (dal 18 dicembre al 15 maggio 1952); Galleria lo Zodiaco, Roma (febbraio);
  • 1953 - L'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia. Mostra di arti figurative e di arti applicate dell'Italia meridionale, Roma, Palazzo delle Esposizioni, (dal 7 marzo al 31 maggio);
  • 1955 - VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni (dal 22 novembre a 30 aprile 1956);
  • 1960 – Galleria Il Cavallino, Venezia (1 – 11 marzo);
  • 1962 - Galleria Pogliani, Roma (dal 22 marzo);
  • 1967 - Galleria Ferro di cavallo, Roma (dal 9 giugno);
  • 1968 - VI biennale romana, Rassegna di Arti figurative di Roma e del Lazio, Roma, Palazzo delle Esposizioni (febbraio - marzo);
  • 1969 - Galleria del Naviglio, Milano (dal 6 al 20 giugno);
  • 1970 - Galleria Katakombe, Basilea (CH) (ottobre); Forum Stadtpark di Graz (A) (13 – 30 gennaio);
  • 1971 – Galleria L’Obelisco, Roma (maggio-giugno);
  • 1973 - mostra “Contatto Arte-Città” alla XV Triennale di Milano (dal 20 settembre al 20 novembre); X Quadriennale Nazionale d'Arte. Situazione dell'Arte non figurativa, Roma, Palazzo delle Esposizioni, (dal 8 febbraio al 25 marzo);
  • 1975 – Galleria Krikhaar, Amsterdam (28 febbraio, 20 marzo);
  • 1977 - Galleria dell'Aquilone di Urbino (26 febbraio - 9 marzo;); Galleria -------------- Reggio Calabria.
  • 1978 - Galleria Editalia, Roma (dal 25 gennaio al 25 febbraio);
  • 1979 - Muestra grafica italiana contemporanea, Quito, Casa de la cultura ecuatoriana (dal 13 al 31 dicembre); Galleria Il Disegno, Roma (febbraio);
  • 1988 - Galleria Editalia, Roma (1 giugno – 2 luglio);

Musei ed enti[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo della scultura contemporanea di Matera (MUSMA);
  • Collezione Tito Balestra presso il Castello Malatestiano di Longiano (FC);
  • Casa Museo Remo Brindisi, Villa Brindisi, Comacchio (FE);
  • Parco Sempione, Piazza Castello, Milano;
  • The Franklin D. Murphy Sculpture Garden, presso il campus UCLA (University of California at Los Angeles) Los Angeles (USA)