Gholam Reza Pahlavi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Gholam Reza Pahlavi (in persiano غلامرضا پهلوی‎; Teheran, 15 maggio 1923Parigi, 7 maggio 2017) è stato un principe, militare e scrittore iraniano, membro della dinastia Pahlavi come figlio di Reza Shah e fratellastro di Reza Shah II, ultimo Shah di Persia.

Gholam Pahlavi
Gholam Pahlavi negli anni '70
Principe imperiale dell'Iran
Stemma
Stemma
In carica15 dicembre 1925 –
11 febbraio 1979
Nome completoGholam Reza Pahlavi
TrattamentoAltezza Imperiale
NascitaTeheran, Sublime Stato della Persia (oggi Iran), 15 maggio 1923
MorteParigi, Francia, 7 maggio 2017
Luogo di sepolturaCimitero di Thiais
DinastiaPahlavi
PadreReza Shah Pahlavi
MadreTuran Amirsoleimani
ConiugiHoma Aalam
(1947-1956, div.)

Manijeh Jahanbani
(1962)
FigliI
Mehrnaz
Bahman
II
Azardokht
Maryam
Bahram
ReligioneIslam sciita

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Gholam Reza Pahlavi nacque il 15 maggio 1923 nel Palazzo Golestan di Teheran, nell'allora Sublime Stato della Persia (oggi Iran). Era figlio di Reza Pahlavi e della sua consorte secondaria Turan Amirsoleimani, da cui divorziò subito dopo la sua nascita[1][2][3][4][5].

Nel 1925, Reza depose la dinastia Qajar, a cui apparteneva la stessa Turan, e si proclamò Shah lui stesso, fondando la dinastia Pahlavi e lo Stato imperiale dell'Iran, il che innalzò Gholam al rango di principe imperiale, anche se continuò a vivere con la madre in una delle ville reali minori piuttosto che a corte col padre e i fratellastri[1][4][5][6][7]. Tuttavia, la Costituzione lo escluse dalla successione al trono, essendo sua madre una Qajar[8].

Dopo aver completato gli studi primari in patria, frequentò l'Institut Le Rosey in Svizzera[4][9] fino al 1936, quando tornò in Iran per iniziare la sua formazione militare[4]. Nel 1941, suo padre fu deposto e Gholam fu coinvolto nel gioco politico dei britannici e dei russi, che tentarono di usarlo prima per restaurare i Qajar e poi per metterlo sul trono al posto del suo fratellastro maggiore, Mohammed Reza, figlio della consorte ufficiale Tadj. Falliti entrambi questi propositi e incoronato Mohamed come nuovo Shah, Gholam accompagnò il padre in esilio[4][10][11] per poi laurearsi a Princeton, negli Stati Uniti. In seguito, prestò servizio nell'esercito, compreso un addestramento di quattordici settimane a Fort Knox[12].

Carriera e altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Al rientro in Iran dopo la morte del padre nel 1944 Gholam entrò nell'esercito imperiale, prestando servizio come primo tenente e poi via via come ispettore generale, tenente generale (1973) e infine generale di brigata, grado che mantenne fino al ritiro[1][12][13][14]. Era anche membro del Consiglio reale, che governava l'Iran in assenza dello Shah[15].

Nel 1955 entrò nel Comitato Olimpico Internazionale, come presidente della Commissione olimpica iraniana[16][17]. Nel 1956, divorziò dalla sua prima moglie, che gli aveva dato una figlia e un figlio, e si risposò nel 1962, avendo altre due figlie e un altro figlio. Nel 1973 lui e la moglie visitarono la Cina in occasione della prossima apertura della prima ambasciata iraniana nel Paese, che fu guidata da Abbas Aram[18]. Nel 1976 sostenne la mozione cinese al comitato olimpico per vietare la partecipazione di Taiwan ai successivi giochi[19], ma a parte questo tese a non prendere parte a questioni politiche, né estere né interne[20], mentre si dedicò molto all'imprenditoria: possedeva grandi terreni ed era un grande azionista in almeno sei aziende, di cui alcune in campo edile che furono selezionate dallo Shah per i suoi progetti di rinnovamento urbano[21][22]. Fu coinvolto in un caso di corruzione che lo vedeva accettare una tangente da uno stato dell'Europa dell'Est, ma la questione fu accantonata quando lo Shah gli intimò di restituire il denaro[23].

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Gholam Pahlavi nel 2007

Nel 1979, con la rivoluzione islamica, la dinastia dei Pahlavi fu esiliata e la monarchia in Iran abolita. Gholam si rifugiò a Parigi, dove fu raggiunto dalla notizia che l'Ayatollah Sadegh Khalkhali, membro del nuovo governo, aveva emesso una condanna a morte nei suoi confronti, così come in quelli del resto dei Pahlavi e delle loro consorti[24].

Nel 1996 gli fu diagnosticato un linfoma[1], che ne causò infine la morte il 7 maggio 2017 nell'Ospedale Americano di Parigi, una settimana prima del suo 94esimo compleanno. All'epoca ultimo sopravvissuto degli undici figli di Reza Pahlavi[25], fu sepolto nel cimitero parigino di Thiais, al fianco della madre[26].

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Gholam Pahlavi si sposò due volte ed ebbe due figli e tre figlie:[1][3][6][27]

  • Nel 1948, a Teheran, sposò Homa Aalam, da cui divorziò nel 1956. Ebbero una figlia e un figlio:
    • Mehrnaz Pahlavi (nata il 4 febbraio 1949)
    • Bahman Pahlavi (nato il 30 gennaio 1950)
  • Il 6 marzo 1962, a Teheran, sposò Manijeh Jahanbani, della dinastia Qajar. Ebbero due figlie e un figlio:
    • Khadijeh Azardokht Pahlavi
    • Zahra Maryam Pahlavi
    • Bahram Pahlavi

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Gholam Pahlavi ha pubblicato un libro, edito in francese e in persiano, a metà fra un'autobiografia e un trattato politico sulla sua visione del futuro dell'Iran:[28]

  • Gholam-Reza Pahlavi, Iman Ansari e Patrick Germain, Mon père, mon frère, les Shahs d'Iran: entretiens avec S.A.I. le prince Gholam-Reza Pahlavi, Normant, 2004, ISBN 978-2-915685-06-0.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Nazionali[modifica | modifica wikitesto]

  • Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Pahlavi
  • Ordine della Gloria
  • Medaglia al valore militare, 2° classe
  • Medaglia al servizio, 2° classe
  • Ordine di Rashtakhiz, 1° classe
  • Medaglia del risorgimento nazionale (1953)
  • Medaglia dell'incoronazione imperiale (26 ottobre 1967)

Straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (FR) ma famille et moi, su valahazrat.
  2. ^ Gholam-Reza Pahlavi, Iman Ansari e Patrick Germain, Mon père, mon frère, les Shahs d'Iran: entretiens avec S.A.I. le prince Gholam-Reza Pahlavi, Normant, 2004, p. 24, ISBN 978-2-915685-06-0.
  3. ^ a b "Il Regime Imperiale non fu un modello di Democrazia ma...", su rozanehmagazine.com.
  4. ^ a b c d e (EN) Gholamali Haddad Adel, Mohammad Jafar Elmi e Hassan Taromi-Rad, The Pahlavi Dynasty: An Entry from Encyclopaedia of the World of Islam, EWI Press, 31 agosto 2012, p. 172, ISBN 978-1-908433-01-5.
  5. ^ a b Historic Personalities of Iran: Reza Shah Pahlavi, su iranchamber.com.
  6. ^ a b The Qajars (Kadjars) and the Pahlavis, su web.archive.org, 28 luglio 2012. URL consultato il 15 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2012).
  7. ^ Le mogli di Reza Shah, su iichs.org.
  8. ^ Hussein Fardust, Ḥusain Farrdūst e Ali Akbar Dareini, The rise and fall of the Pahlavi dynasty: memoirs of former General Hussein Fardust, 1. ed, Motilal Banarsidass Publ, 1999, p. 446, ISBN 978-81-208-1642-8.
  9. ^ (EN) اسناد لانه جاسوسى, دانشجويان مسلمان پيرو خط امام،, 1900.
  10. ^ (EN) Mohammad Gholi Majd, Great Britain and Reza Shah, University Press of Florida, 2001, p. 320, ISBN 978-0-8130-2111-9.
  11. ^ (EN) Fariborz Mokhtari, No One Will Scratch My Back: Iranian Security Perceptions in Historical Context, in The Middle East Journal, vol. 59, n. 2, 1º aprile 2005, pp. 209–229, DOI:10.3751/59.2.12.
  12. ^ a b "Principe iraniano qui per l'addestramento militare", su proquest.com.
  13. ^ Pahlavi, Prince Gholam Reza | Foundation for Iranian Studies, su web.archive.org, 21 settembre 2013. URL consultato il 15 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2013).
  14. ^ (EN) E. Burke Inlow, Shahanshah The Study Of Monarachy Of Iran, Motilal Banarsidass Publ., 1979, p. 91, ISBN 978-81-208-2292-4.
  15. ^ Developments of the Quarter: Comment and Chronology, in Middle East Journal, vol. 4, n. 1, 1950, pp. 83–93.
  16. ^ COI (PDF), su olympic.org.
  17. ^ Discorso del principe Gholam, su digital.la84.org.
  18. ^ (EN) John W. Garver, China and Iran: Ancient Partners in a Post-Imperial World, University of Washington Press, 1º luglio 2011, p. 308, ISBN 978-0-295-80121-6.
  19. ^ Il COI su Taiwan, su news.google.com.
  20. ^ (EN) Ḥusayn Fardūst, The Rise and Fall of the Pahlavi Dynasty: Memoirs of Former General Hussein Fardust, Motilal Banarsidass Publ., 31 dicembre 1998, pp. 123, ISBN 978-81-208-1642-8.
  21. ^ The Leader-Post - Google News Archive Search, su news.google.com.
  22. ^ (EN) Agent or Client: Who Instigated the White Revolution of the Shah and the People in Iran, 1963?, su Research Explorer The University of Manchester, p. 124.
  23. ^ (EN) Vali Nasr, POLITICS WITHIN THE LATE-PAHLAVI STATE: THE MINISTRY OF ECONOMY AND INDUSTRIAL POLICY, 1963–69, in International Journal of Middle East Studies, vol. 32, n. 1, 2000-02, pp. 97–122, DOI:10.1017/S0020743800021061.
  24. ^ "Nessun rifugio sicuro: la campagna globale di assassinio dell'Iran", su iranhrdc.org.
  25. ^ (EN) William Grimes, Ashraf Pahlavi, Twin Sister of Iran’s Last Shah, Dies at 96, in The New York Times, 8 gennaio 2016.
  26. ^ (FA) غلامرضا پهلوی، فرزند رضاشاه درگذشت, in BBC News فارسی.
  27. ^ مرکز پژوهشها - قانون معافیت از هزینه دادرسی در دعاوی علیه وراث و بستگان شاه معدوم, su web.archive.org, 18 novembre 2021. URL consultato il 15 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2021).
  28. ^ (FR) Iman Ansari, Entretien avec Son Altesse Impériale le prince Gholam-Reza Pahlavi, in Outre-Terre, vol. 16, n. 3, 2006, pp. 57, DOI:10.3917/oute.016.0057.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN33110319 · ISNI (EN0000 0000 7844 2678 · LCCN (ENno2004119409 · GND (DE130620769 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004119409