Fontana di Pirene

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Fontana di Pirene
Localizzazione
StatoBandiera della Grecia Grecia
ComuneAntica Corinto
Amministrazione
PatrimonioAntica Corinto
Visitabilesi
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 37°54′20.63″N 22°52′50.06″E / 37.90573°N 22.880571°E37.90573; 22.880571

La Fontana di Pirene o Fontana inferiore di Pirene (in greco Πειρήνη?) è il nome di una fontana o una sorgente della mitologia greca, situata a Corinto precisamente all'interno del sito dell'Antica Corinto.[1]

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Si diceva che fosse l'abbeveratoio preferito del cavallo Pegaso, nonché luogo sacro alle Muse.[2][3][1] I poeti viaggiavano lì per bere e ricevere ispirazione.

Nel II secolo, il viaggiatore Pausania descrive il mito di Pirene, amante di Poseidone, la quale si dissolse in fonte a causa delle morte del fratello ucciso da Artemide. Egli racconta così:

«Lasciando il mercato lungo la strada per Lecheum, si giunge a una porta d'accesso, sulla quale si trovano due carri dorati, uno che porta Fetonte il figlio di Elio, l'altro Elio stesso. Un po' più lontano dalla porta, a destra mentre entri, c'è un bronzo di Ercole. Dopo di che ci è l'ingresso alla fonte di Pirene. La leggenda su Pirene narra che lei fosse una donna che divenne una fonte a causa delle lacrime versate per suo figlio Cencria, che fu involontariamente ucciso da Artemide. La sorgente è ornata di marmo bianco, e sono state costruite delle camere come delle grotte, dalle quali l'acqua scorre in un pozzo all'aperto. È piacevole da bere, e dicono che il bronzo Corinzio, quando è rovente, è temperato da quest'acqua, finché il bronzo dei Corinzi sia forte. Inoltre vicino a Pirene c'è un'immagine e un recinto sacro ad Apollo; su quest'ultimo vi è un dipinto della vendetta di Ulisse contro i pretendenti.[4]»

Esiste anche un'altra versione, secondo cui la fontana fu creata dallo zoccolo di Pegaso che colpiva il suolo.[5] Ad ogni modo, la leggenda di Pausania è molto più diffusa.

La sorgente superiore di Pirene, legata al racconto eziologico di Pausania, si trova sull'Acrocorinto, acropoli di Corinto.[6]

Si ritiene che il primo re di Corinto Sisifo, cercando di risolvere il problema della scarsità d'acqua in città, si ritrovò nei pressi della rocca, dove vide Zeus con una bella ninfa di nome Egina che era figlia del dio fluviale Asopo, rapita dallo stesso Zeus.[7][8]

Il dio Asopo si presentò allora a Sisifo nelle sembianze di un vecchio e gli chiese notizie di sua figlia. Sisifo disse di averla vista, senza però rivelare subito chi l'aveva rapita preferendo chiedere una fonte d'acqua per la sua città in cambio dell'informazione. Asopo promise che gli avrebbe dato la fonte e Sisifo mantenedo il patto rivelò che la ninfa era stata rapita da Zeus.[7]

Soddisfatto, Asopo fece dono al re della sorgente perenne detta Pirene[9].

In questo abbeveratoio, Bellerofonte riuscì a domare il cavallo Pegaso grazie a una briglia d'oro donata da Atena, permettendogli poi di compiere l'impresa della chimera.[10]

Archeologia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime pietre della costruzione risalgono al periodo arcaico (VII secolo a.C. o, più probabilmente, al VI secolo),[11] costituendo in virtù dell'epoca storica una delle prime costruzioni di Corinto, assieme al tempio di Afrodite sull'Acrocorinto e alle mura settentrionali.[12] La fontana ha subito non meno di nove trasformazioni nella sua storia.[13]

L'attuale forma della fontana risale al restauro operato da Erode Attico (vissuto nel 101-177 d.C.) in epoca imperiale romana,[14][15] ma vi sono anche ulteriori modificazioni realizzate nel periodo bizantino.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Patrick Hunt, Cloud Shadows of Olympus, Lulu.com, 2010, ISBN 978-05-78-04675-4, p. 3.
  2. ^ Gerolamo Boccardo; Stefano Pagliani, Nuova enciclopedia italiana, Unione tipografico-editrice torinese, 1878, p. 536.
  3. ^ (EN) H-J. van Dam, Silvae Book II, BRILL, 2018, ISBN 978-90-04-32817-4, p. 219.
  4. ^ Peirene Fountain, su abu.nb.ca, Atlantic Baptist University (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2006).
  5. ^ Bernard Evslin, Gods, Demigods & Demons - An Encyclopedia of Greek Mythology, Scholastic Inc., 1975.
  6. ^ Paul Hellander, Grecia Continentale, EDT srl, 2008, ISBN 978-88-60-40279-0, p. 178.
  7. ^ a b Maria Papachristos, Figure Mitologiche (vol. 4), Edizioni R.E.I., 2015, ISBN 978-23-72-97160-7, p. 130.
  8. ^ Rocco Messina, Riflessioni e verità (vol. 2), Edizioni del Farò, 2015, ISBN 978-88-65-37897-7, p. 123.
  9. ^ (EN) Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, libro III. 12. 6 su theoi.com
  10. ^ Rick Riordan, Percy Jackson racconta gli eroi greci, Edizioni Mondadori, 2016, ISBN 978-88-52-07150-8.
  11. ^ a b (EN) Ruth D. Whitehouse, Macmillan Dictionary of Archaeology, Macmillan International Higher Education, 2016, ISBN 978-13-49-07589-8, p. 124.
  12. ^ Mario Attilio Levi, La città antica, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1989, ISBN 978-88-70-62649-0, p. 290.
  13. ^ (EN) Paul MacKendrick, The Greek Stones Speak, 1962, p. 419.
  14. ^ Filostrato (II, 551-552)
  15. ^ (EN) Antonio Corso, The Art of Praxiteles, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2004, ISBN 978-88-82-65437-5, p. 162.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Robinson, Betsey A. (2011). Histories of Peirene: A Corinthian Fountain in Three Millennia. Ancient Art and Architecture in Context. Athens: American School of Classical Studies. ISBN 9780876619650.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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