Federico I di Danimarca

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Federico I di Danimarca
Ritratto di Federico I di Danimarca conservato al castello di Frederiksborg
Re di Danimarca e di Norvegia
Stemma
Stemma
In carica13 aprile 1523 –
10 aprile 1533
Incoronazione7 agosto 1524, Cattedrale di Nostra Signora
PredecessoreCristiano II
SuccessoreCristiano III
Altri titoliDuca di Schleswig-Holstein
NascitaHaderslevus, 7 ottobre 1471
MorteGottorp, 10 aprile 1533 (61 anni)
Luogo di sepolturaCattedrale di Schleswig
Casa realeCasa di Oldenburg
PadreCristiano I di Danimarca
MadreDorotea di Brandeburgo
ConiugiAnna del Brandeburgo
Sofia di Pomerania
Figlidi primo letto:
Cristiano
Dorotea
di secondo letto:
Giovanni
Elisabetta
Adolfo
Dorotea
Federico
ReligioneCattolicesimo

Federico I di Danimarca e Norvegia (Haderslevus, 7 ottobre 1471Gottorp, 10 aprile 1533) è stato re di Danimarca e Norvegia dal 1523 fino alla sua morte.

Con il regno di Federico iniziò la tradizione di chiamare i re di Danimarca alternativamente con i nomi di Cristiano e Federico, che è continuata fino al regno dell'attuale monarca, Margherita II[1][2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era il figlio di Cristiano I di Danimarca, Norvegia e Svezia (1426-1481), primo sovrano della Casa di Oldenburg, e di sua moglie, Dorotea di Brandeburgo (1430-1495). Subito dopo la morte di suo padre, Federico fu eletto co-duca di Schleswig e Holstein nel 1482, l'altro co-duca era suo fratello maggiore, Giovanni. Nel 1490, raggiunta la maggiore età, entrambi i ducati furono divisi tra i fratelli[3].

Nel 1500 convinse il fratello e il co-duca alla conquista di Dirthmarschen, e un grande esercito fu chiamato non solo dai ducati, ma anche dall'Unione di Kalmar, di cui il fratello fu brevemente re. Anche numerosi mercenari tedeschi vi presero parte. La spedizione fallì miseramente nella Battaglia di Hemmingstadt, in cui un terzo dei cavalieri dello Schleswig e Holstein persero la vita[4].

Regno[modifica | modifica wikitesto]

Quando suo fratello Giovanni morì, un gruppo di nobili avevano offerto il trono a Federico già nel 1513, ma lui aveva rifiutato, credendo giustamente che la maggioranza della nobiltà danese sarebbe stata fedele al nipote Cristiano II. Nel 1523 Cristiano II fu costretto da nobili ad abdicare e Federico salì al trono. Non è certo se Federico abbia mai imparato a parlare danese. Dopo essere diventato re, ha continuato a trascorrere la maggior parte del suo tempo a Gottorp[5].

Nel 1524 e nel 1525 Federico dovette reprimere le rivolte tra i contadini di Agder, Jutland e Scania che chiedevano la restaurazione di Cristiano II. Il culmine della ribellione arrivò nel 1525 quando Søren Norby, il governatore (statholder) di Gotland, invase Blekinge nel tentativo di riportare al potere Cristiano II[6]. Sollevò 8000 uomini che assediarono Kärnan (Helsingborgs slott), un castello a Helsingborg. Il generale di Federico, Johann Rantzau, trasferì il suo esercito a Scania e sconfisse sonoramente i contadini nell'aprile e nel maggio 1525[7].

Federico ha svolto un ruolo centrale nella diffusione dell'insegnamento luterano in tutta la Danimarca. Nel suo atto di incoronazione, fu nominato solenne protettore (værner) del cattolicesimo romano in Danimarca. In quel ruolo, ha affermato il suo diritto di selezionare i vescovi per le diocesi cattoliche romane nel paese. Cristiano II era stato intollerante all'insegnamento protestante, ma Federico adottò un approccio più opportunista. Ad esempio, ordinò che luterani e cattolici romani condividessero le stesse chiese e incoraggiò la prima pubblicazione della Bibbia in lingua danese. Nel 1526, quando il riformatore luterano Hans Tausen fu minacciato di arresto e processo per eresia, Federico lo nominò suo cappellano personale per concedergli l'immunità[8].

A partire dal 1527, Federico autorizzò la chiusura delle case e dei monasteri francescani in 28 città danesi. Ha usato i sentimenti popolari anti-establishment che correvano contro alcune persone della gerarchia cattolica romana e della nobiltà della Danimarca, nonché un'acuta propaganda per diminuire il potere dei vescovi e dei nobili cattolici romani[9].

Durante il suo regno, Federico fu abbastanza abile da impedire una guerra totale tra protestanti e cattolici romani. Nel 1532 riuscì a catturare Cristiano II che aveva tentato di invadere la Norvegia e di farsi proclamare re del paese.

Matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

Primo Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 10 aprile 1502, la quindicenne Anna del Brandeburgo (1487-1514), figlia di Giovanni I di Brandeburgo, cugino di sua madre. La coppia ebbe due figli:

Secondo Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 9 ottobre 1518 a Kiel, Sofia di Pomerania (1498-1568), figlia del duca Boghislao X di Pomerania e di Anna di Polonia. Ebbero sei figli:

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Federico morì il 10 aprile 1533 a Gottorp, all'età di 61 anni, e fu sepolto nella Cattedrale di Schleswig. Alla sua morte, le tensioni tra cattolici romani e protestanti salirono a un livello febbrile che avrebbe portato al Guerra del conte (Grevens Fejde)[16].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Gran Maestro dell'Ordine dell'Elefante - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Maestro dell'Ordine del Dannebrog - nastrino per uniforme ordinaria

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Cristiano V di Oldenburg Conrad I di Oldenburg  
 
Ingeborg di Holstein-Plön  
Dietrich di Oldenburg  
Agnese di Hohnstein-Heringen Dietrich V, Conte di Hohnstein-Heringen  
 
Sophia di Brunswick  
Cristiano I di Danimarca  
Gerardo VI di Schleswig-Holstein Heinrich II, conte di Holstein-Rendsburg  
 
Ingeborg di Meclemburgo-Schwerin  
Edvige di Schauenburg  
Caterina Elisabetta di Brunswick-Lüneburg Magnus II di Brunswick-Wolfenbüttel  
 
Cathrin di Anhalt-Bernburg  
Federico I di Danimarca  
Federico I di Brandeburgo Federico V di Norimberga  
 
Elisabetta di Meißen  
Giovanni l'Alchimista  
Elisabetta di Baviera-Landshut Federico di Baviera-Landshut  
 
Maddalena Visconti  
Dorotea di Brandeburgo  
Rodolfo III di Sassonia-Wittenberg Venceslao I di Sassonia-Wittenberg  
 
Cecilia da Carrara  
Barbara di Sassonia-Wittenberg  
Barbara di Legnica Rupert I di Legnica  
 
Edvige di Sagan  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DA) Frederik 1, su gravsted.dk, Gravsted..
  2. ^ Frederik 1 – utdypning (Store norske leksikon)
  3. ^ (DA) Frederik I, Konge i Danmark og Norge, su Salmonsens konversationsleksikon, runeberg.org, Runeberg..
  4. ^ Ditmarsken (Dithmarschen, "de tyske Marsklande"), su runeberg.org, Salmonsens konversationsleksikon. URL consultato il 15 agosto 2016.
  5. ^ Kong Hans, su dokpro.uio.no, Diplomatarium Norvegicum. URL consultato il 15 agosto 2016.
  6. ^ (DA) Søren Norby, in Gyldendals Åbne Encyklopædi. URL consultato il 1º dicembre 2019.
  7. ^ (DA) Frederik I, 1471–1533, in Dansk biografisk Lexikon, Runeberg. URL consultato il 1º dicembre 2019..
  8. ^ Hans Tausen, su denstoredanske.dk, Den Store Danske. URL consultato il 15 agosto 2016.
  9. ^ (DA) Krønike om Gråbrødrenes Udjagelse..
  10. ^ Christian 3, su gravsted.dk. URL consultato il 15 agosto 2016.
  11. ^ Dorothea, Hertuginde af Preussen, 1504–47, su runeberg.org, Dansk biografisk Lexikon. URL consultato il 15 agosto 2016.
  12. ^ Hertug Hans den ældre i Haderslev (PDF), su img.kb.dk, Historisk Tidsskrift. URL consultato il 15 agosto 2016.
  13. ^ Elisabeth, 1524–86, Hertuginde af Meklenborg, su runeberg.org, Dansk biografisk Lexikon. URL consultato il 15 agosto 2016.
  14. ^ Adolf I. (Herzog von Schleswig-Holstein-Gottorf), su de.wikisource.org, Allgemeine Deutsche Biographie. URL consultato il 15 agosto 2016.
  15. ^ Dorothea, Hertuginde af Meklenborg, 1528–75, su runeberg.org, Dansk biografisk Lexikon. URL consultato il 15 agosto 2016.
  16. ^ Grevens Fejde, su runeberg.org, Salmonsens konversationsleksikon. URL consultato il 15 agosto 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DA) Benito Scocozza, Frederik 1., in Politikens bog om danske monarker [Politiken's book about Danish monarchs], Copenhagen, Politikens Forlag, 1997, pp. 111-113, ISBN 87-567-5772-7.

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Controllo di autoritàVIAF (EN106145970073832250822 · ISNI (EN0000 0000 5042 702X · BAV 495/65779 · CERL cnp00976626 · GND (DE119187620 · BNF (FRcb10667563d (data) · WorldCat Identities (ENviaf-106145970073832250822