Federico Grifeo

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Federico Grifeo
NascitaFirenze, 25 aprile 1894
MorteFlondar, 25 maggio 1917
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
SpecialitàArditi
Anni di servizio1915-1917
GradoAspirante ufficiale
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieDecima battaglia dell'Isonzo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Fiamma Cremisi n.3[1]
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Federico Grifeo (Firenze, 25 aprile 1894Flondar, 25 maggio 1917) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro alla memoria e di bronzo al valor militare nel corso della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Firenze il 25 aprile 1894,[1] figlio di Federico[N 1] e Francesca Gratteschi.[2] Appassionato di arte si dedicò allo studio della pittura. Divenuto patriota e fervente interventista, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915,[1] si arruolò volontario nel Regio Esercito, entrando in servizio nel luglio dello stesso anno nel 3º Reggimento bersaglieri, allora operante sul Passo Valles, in Val Cordevole.[2] Ottenuta la nomina ad Aspirante ufficiale di complemento nel giugno 1916, fu trasferito al 7º Reggimento bersaglieri che allora si trovava nelle retrovie del fronte.[2] Dietro sua esplicita richiesta, formalizzata con una lettera al padre, ufficiale superiore che allora si trovava in zona di operazioni, chiese ed ottenne di essere inviato in zona di combattimento, assegnato in forza ad un reparto di arditi del 1º Reggimento bersaglieri allora operante sul Carso.[2] Per il coraggio dimostrato durante un'azione compiuta il 20 aprile 1917 fu decorato di Medaglia di bronzo al valor militare.[1] Nel mese di maggio, nel corso della decima battaglia dell'Isonzo,[2] si distinse particolarmente nei duri combattimenti avvenuti nei camminamenti e nelle gallerie nemiche, catturando una intera compagnia nemica che si era arroccata in una dolina opponendo strenua resistenza.[1] Il 25 maggio 1917 cadde in combattimento a Flondar, colpito in fronte da un proiettile di mitragliatrice nemica mentre alla testa dei suoi soldati attaccava le munite trincee dell'avversario.[2] Per onorarne il coraggio[N 2] fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un reparto di arditi, in tre giorni di aspra offensiva, fu costante esempio di ardimento e sprezzo del pericolo. Primo sempre ai cimenti, con innumerevoli lotte corpo a corpo, ripulì dai nemici i camminamenti e le doline conquistate, costringendo inoltre alla resa un’intera compagnia avversaria, che, appostata in caverna coi propri ufficiali, opponeva la più ostinata resistenza. Primo all’assalto contro una munitissima trincea, incontrava morte gloriosa, fulgido esempio ai dipendenti, dei quali era stato sempre l’animatore e l’incitatore ad ogni più cosciente audacia. Jamiano, 23 -25 maggio 1917. .[3]»
— Decreto Luogotenenziale del 5 maggio 1918.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Si dimostrò intelligente ed ardito in piccole azioni, da lui condotte perfettamente e con entusiasmo. Nell'attacco notturno di un posto avanzato nemico, si slanciò per primo, alla testa di una pattuglia, oltre il parapetto, sotto vivo fuoco, trascinando con l'esempio i propri dipendenti, e ponendo in fuga il presidio del posto, che lasciò in nostre mani un ferito e materiali vari. Valletta di Jamiano, 20 aprile 1917

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La famiglia era di antica nobiltà originaria della Sicilia.
  2. ^ Il Duca d'Aosta, comandante della 3ª Armata scrisse di lui in una lettera alla famiglia: Io sento per questo loro figliuolo che leoninamente si è battuto, quel vivo senso di ammirazione e di orgoglio che produce la perdita di questi eroi adolescenti che alla Patria hanno fatto completa ed assoluta dedizione della loro vita. Egli è caduto come leggendario guerriero della nostra migliore epopea.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 62.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Periodici
  • Asp. Uff. Griffeo conte Federico, classe 18694, in Fiamma Cremisi, n. 3, Roma, Associazione Nazionale Bersaglieri, maggio-giugno 2017, p. 9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]