Faeto (Loro Ciuffenna)

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Faeto
frazione
Faeto – Veduta
Faeto – Veduta
Faeto, l'antica canonica
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Arezzo
Comune Loro Ciuffenna
Territorio
Coordinate43°34′51.89″N 11°40′44.11″E / 43.58108°N 11.67892°E43.58108; 11.67892 (Faeto)
Altitudine612 m s.l.m.
Abitanti17[1] (2011)
Altre informazioni
Cod. postale52024
Prefisso055
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantifaetani
Patronosanta Maria Assunta
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Faeto
Faeto

Faeto è una frazione del comune italiano di Loro Ciuffenna, nella provincia di Arezzo, in Toscana.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di Faeto si trova a 612 m s.l.m. sul fianco meridionale del massiccio del Pratomagno, quasi a picco sotto al borgo montano dell'Anciolina. È facilmente raggiungibile dalla strada provinciale dei Setteponti, che con i suoi 50 km da Reggello conduce ad Arezzo, sul tracciato dell'antica Cassia Vetus.

Il territorio su cui sorge il paese è di alta collina, con diffusi affioramenti rocciosi costituiti da macigno del Chianti, un tipo di arenaria. L'area è circondata da zone montuose ammantate da vasti boschi di faggio, ai quali il paese deve il proprio nome (da fagetum[2]). Le formazioni arboree presenti negli immediati dintorni dell'abitato sono invece costituite principalmente da castagno, roverella e carpino nero. La sommità dei rilevi più prossimi è coperta da uniformi ericeti e brughiere, di grande valore ambientale[3] e in passato regolarmente sfruttati per il taglio delle scope. A questo habitat e alla fauna associata si deve la designazione di un apposito SIC (sito di interesse comunitario) e ZPS (zona di protezione speciale) ai sensi delle direttive europee su habitat[4] e uccelli.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo corrisponde, secondo Emanuele Repetti, a «quel castello di Faeto o Faeta del circondario Aretino rammentato nel diploma concesso nel 1356 dall'imperatore Carlo IV alla città di Arezzo».[6] In precedenza, nel XII secolo, la zona di Faeto con tutta la vallata del Borro del Gattaio è ricordata come appartenente al casato di Guicciardo da Loro,[7] degli Ubertini di Soffena. Dal Cinquecento, insieme a Pratovalle, apparteneva al comune di Anciolina, alla cui economia contribuiva, insieme al mulino ad acqua di Pratovalle, sull'Agna di Pratovalle, con i frantoi per le olive, inesistenti a quote più alte.[8]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della chiesa di Santa Maria Assunta
Ex canonica innevata

L'edificio principale del borgo è la chiesa di Santa Maria Assunta, la cui presenza è attestata almeno dal 1240 e che fu ricostruita nel Settecento.[9] La chiesa, dipendente oggi dalla parrocchia di San Giustino Valdarno, presenta una semplice facciata ritmata da lesene e con un timpano alla sommità, e sul retro un campanile a vela con due piccole campane. All'interno è conservata una pala d'altare, opera di Neri di Bicci raffigurante l'Assunzione della Vergine con i santi Fabiano, Sebastiano, Tommaso, Angeli e il committente, realizzata tra 1475 e 1485 per la chiesa di Traiana dedicata appunto ai santi Fabiano e Sebastiano.[10] Trasferita in questa chiesa probabilmente all'inizio del XVIII secolo, ivi presente già dal 1734 e pesantemente ridipinta nel 1786 e degradatasi nel tempo, la pala è stata restaurata tra il 2008 e il 2011.[11]

L'edificio attiguo alla chiesa di Santa Maria Assunta è l'antica canonica. Al piano terra della struttura è visibile il tracciato dell'abside della chiesa romanica.[9] Fino agli anni Settanta del XX secolo venne utilizzata regolarmente e a partire da tale data iniziò il lento abbandono dell'edificio.[12] La parrocchia di Santa Maria a Faeto fu parrocchia autonoma fino al 1974 e in tale data fu unita alla parrocchia di Santa Lucia a Pratovalle "aeque principaliter" cioè "ugualmente importanti".[13]

Il cimitero di Casamona e Faeto si trova a metà strada fra i due borghi e riunisce i defunti di entrambi i paesi.

Monumento ai caduti[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento, che in origine si trovava più spostato verso il circolo ricreativo CA.FA.PRA., ricorda i caduti della Prima guerra mondiale di Casamona e Faeto e della Seconda guerra mondiale di Casamona, Faeto, Pratovalle e Roveraia. Il testo in ricordo dei caduti della Prima guerra mondiale è il seguente: «Faeto e Casamone/ai caduti della grande guerra 1915 - 1918/Donarono con la loro vita grandezza e gloria alla patria/Bruni Umberto/Casini Gino/Donnini Giovacchino/Gavilli Silvio/Pentupoli Luigi/Pericoli Ferdinando». Il testo in ricordo dei caduti della Seconda guerra mondiale è il seguente: «Morirono causa la guerra 1940 - 45/Soldati/Bruni Guido/Fidanzati Giovanni/Pumari Umberto/Civili/Don Dante Ricci/Ghinassi Pietro/Mori Rinaldo/Valentini Giuseppe/Verzucoli Emilio/Verzucoli Ottavio/Videschi Anna».[14][15]. Fra i caduti del secondo conflitto mondiale c'è don Dante Ricci, parroco di Faeto e Pratovalle, che fu fucilato l'11 luglio 1944 per non aver rivelato alle S.S. i nomi delle persone da lui ospitate nell'ex canonica del paese.[15][16][17]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

La frazione di Faeto nel 1980 contava 32 abitanti e la parrocchia, comprese Casamona e Pratovalle, 92 abitanti.[18] Intorno al 1830 la popolazione della parrocchia ammontava a 289 abitanti.[6] Nel 1841, nell'area di Casamona e Faeto, c'erano 320 residenti, suddivisi in 52 nuclei familiari.[19] Al censimento del 2011 il paese contava 17 abitanti.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

La sera del 14 agosto, per la festa di Santa Maria Assunta, patrona del paese, dopo che i due gruppi di fedeli di Casamona e Pratovalle sono lentamente confluiti a Faeto, viene celebrata la messa nello slargo posto davanti all'ex canonica.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Vicolo del "borghetto"

Il "borghetto" è la parte più antica del paese ed è caratterizzata da stretti vicoli interni su cui si affacciano tipiche case in pietra. La maggior parte delle abitazioni sono abbandonate in quanto sono state danneggiate dalle fiamme appiccate dai tedeschi in ritirata nel 1944 durante la Seconda guerra mondiale.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Le attività del passato erano strettamente legate alla configurazione del territorio, con un'economia legata alle castagne e allo sfruttamento del legname. Modesti appezzamenti venivano coltivati a cereali, nei cosiddetti "pianelli" ricavati a ridosso del bosco; sempre limitata, e regolarmente falcidiata negli inverni più rigidi, la coltivazione dell'olivo, che qui trova il proprio limite altitudinale. Significativa anche la produzione di mele (particolarmente apprezzate nella varietà mela nesta[20]) e di susine claudie di piccola pezzatura.[21]

Una fonte molto importante di sostentamento era l'allevamento ovino, anche grazie ai non distanti pascoli montani. La "miccia" (asina) era il più diffuso mezzo di trasporto, per chi poteva permetterselo, e un fondamentale ausilio per tutti i lavori nel bosco. Al censimento del 1841, le professioni registrate per la parrocchia di Faeto, che comprendeva anche Casamona, erano: colono, operante, legnaiolo, carbonaio, garzone, guardia, tessitrice, filatrice, serva/servitore, proprietario, agricoltore possidente, attendente a casa.[22]

Non vi sono attualmente vere e proprie attività economiche basate sulle risorse del territorio, se non il taglio del bosco talora effettuato a fini commerciali. La fruizione turistica dell'area avviene quasi esclusivamente su base giornaliera a partire da centri limitrofi. Peraltro, il fresco clima estivo consente oggi, fino circa dal 1960, un notevole e regolare ripopolamento stagionale del borgo, grazie per lo più all'afflusso di oriundi residenti nelle città vicine. Molto ricca la sentieristica locale.[23][24] L'anello stradale San Giustino Valdarno - Pratovalle - Faeto è di continuo utilizzo anche da parte di numerosissimi ciclisti e cicloturisti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati del censimento Istat 2011.
  2. ^ Silvio Pieri, Toponomastica della valle dell'Arno, 1919.
  3. ^ Comune di Loro Ciuffenna, Piano Strutturale. Relazione generale. Quadro conoscitivo (PDF), su Comune di Loro Ciuffenna, Comune di Loro Ciuffenna, giugno 2003. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  4. ^ Direttiva "Habitat", su Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. URL consultato il 4 aprile 2024.
  5. ^ Direttiva "Uccelli", su Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. URL consultato il 4 aprile 2024.
  6. ^ a b Emanuele Repetti, S. Maria a Faeto, su Repetti on-line, Università degli Studi di Siena. URL consultato il 4 aprile 2024.
  7. ^ Guido Vannini, Rocca Ricciarda, dai Guidi ai Ricasoli. Storia e archeologia di un castrum medievale nel Pratomagno aretino, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2009.
  8. ^ Francesco Ferraro, Anciolina. Storia di un borgo in Pratomagno, San Giovanni Valdarno, Editrice Granducale, 2004.
  9. ^ a b Luoghi d'arte e di fede a Loro Ciuffenna. Itinerari fra Chiese, Madonnini, Tabernacoli e Maestà, Firenze, Aska Edizioni, 2007, p. 25, ISBN 978-88-7542-096-3.
  10. ^ Isabella Droandi, Neri di Bicci (attr.), Assunzione della Vergine con i Santi Fabiano, Sebastiano, Tommaso, angeli e il committente, in Carlo Fabbri e Lucia Fiaschi (a cura di), Arte e restauro a Terranuova Bracciolini. Studi in memoria di monsignor Donato Buchicchio, Montevarchi, 2019, pp. 114-116.
  11. ^ Paola Refice, Isabella Droandi, Neri di Bicci. L'assunzione della Vergine di Faeto in Pratomagno: storia e restauro, Firenze, Edifir Edizioni, 2011.
  12. ^ Loro Ciuffenna (AR), su Associazione QualitàComuni, Associazione QualitàComuni. URL consultato il 4 aprile 2024.
  13. ^ Libro dei parroci, Archivio storico della diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro.
  14. ^ Loro Ciuffenna, su I Massacri di Arezzo 1944. URL consultato il 4 aprile 2024.
  15. ^ a b Istituto Comprensivo Masaccio, Monumento ai Caduti di Faeto, Casamone, Pratovalle e Roveraia, su Pietre della Memoria, Associazione fra Mutilati ed Invalidi di Guerra, 30 luglio 2015. URL consultato il 4 aprile 2024.
  16. ^ Marco Fanti, Tomba di don Dante Ricci al Cimitero di Pratovalle e Roveraia – Loro Ciuffenna (AR), su Pietre della Memoria, Associazione fra Mutilati ed Invalidi di Guerra, 7 settembre 2023. URL consultato il 4 aprile 2024.
  17. ^ Gianluca Fulvetti, LORO CIUFFENNA 11-12.07.1944, su Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Istituto Nazionale Ferruccio Parri. URL consultato il 4 aprile 2024.
  18. ^ Touring Club Italiano, Annuario Generale dei comuni e delle frazioni d’Italia, edizione 1980/1985.
  19. ^ Don Francesco della Persia, Comunità di Loro. Parrocchia di Faeto S. Maria. Stato delle anime di detta parrocchia, su Portale Antenati, Ministero della Cultura, 1841. URL consultato il 4 aprile 2024.
  20. ^ Vannetto Vannini, Mele del Pratomagno (varietà Nesta e Francesca), su Club Alpino Italiano - Sezione Valdarno Superiore, Club Alpino Italiano - Sezione Valdarno Superiore, 22 dicembre 2011. URL consultato il 4 aprile 2024.
  21. ^ Regina claudia verde, su Plantgest. URL consultato il 4 aprile 2024.
  22. ^ Don Francesco della Persia, Comunità di Loro. Parrocchia di Faeto S. Maria. Stato delle anime di detta parrocchia, su Portale Antenati, Ministero della Cultura, 1841. URL consultato il 4 aprile 2024.
  23. ^ Sentieri CAI pratomagno, su Club Alpino Italiano - Sezione Valdarno Superiore, Club Alpino Italiano - Sezione Valdarno Superiore. URL consultato il 4 aprile 2024.
  24. ^ C.A.I Valdarno Superiore Anello San Giustino-Casamona-Faeto-Pratovalle-La Roveraia, su caivaldarnosuperiore.it. URL consultato il 15 dicembre 2015.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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