Eublepharis macularius
Geco leopardo | |
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Eublepharis macularius | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Reptilia |
Ordine | Squamata |
Sottordine | Sauria |
Infraordine | Gekkota |
Famiglia | Eublepharidae |
Genere | Eublepharis |
Specie | E. macularius |
Nomenclatura binomiale | |
Eublepharis macularius (Blyth, 1854) | |
Sinonimi | |
Cyrtodactylus macularius | |
Sottospecie | |
Areale | |
Il geco leopardo o geco leopardino (Eublepharis macularius (Blyth, 1854)) è un geco notturno della famiglia Eublepharidae che vive nei deserti dell'Asia meridionale.[2]
Indice
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome generico "Eublepharis" deriva dal greco e significa "vera palpebra" per via delle sue palpebre mobili al contrario di quelle degli altri gechi, mentre "macularius" è in riferimento alle macchie nere che ha sul corpo.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
A differenza di molti altri gechi possiedono palpebre mobili. Mancano di lamelle adesive il che li rende incapaci di arrampicarsi su superfici lisce, sono invece provvisti di unghie su ogni dito, utili al loro modo di vita terricolo ed eventualmente ad arrampicarsi sulle rocce.
I gechi leopardo hanno una grossa coda, lunga leggermente meno della metà del corpo. All'interno della coda vi sono depositi adiposi che costituiscono una fonte metabolica d'acqua. Tali riserve adipose permettono ai gechi di resistere al digiuno in misura maggiore di molte specie di sauri. Sembra anche che tali riserve avvantaggino l'animale anche in situazioni stressanti e di malattia. Come per molti altri sauri la coda può andare incontro ad autotomia (distacco volontario) come meccanismo difensivo quando l'animale è attaccato o quando la coda è afferrata, tirata o traumatizzata. La coda ricresce ma sarà diversa da quella originale, in generale ha superficie più liscia, più a bulbo e con un pattern di macchie più confuso. Il processo rigenerativo richiede da due a sei settimane, variabile secondo l'entità della perdita, dell'età, della dieta e dello stato di salute del geco.
Il disegno della livrea varia significativamente con l'età. I giovani sono gialli con bande nere o marrone sul corpo e bande nere e bianche sulla coda. A mano a mano che il geco matura le bande lasciano posto ad un pattern a macchie. La livrea degli adulti è caratterizzata da un fondo giallo con spot marrone cioccolato. La cute della parte ventrale del corpo è bianca. La cute è coperta da piccoli tubercoli. Sono state selezionate diverse colorazioni dagli allevatori, che prendono il nome di morph.
I piccoli gechi alla nascita sono lunghi circa 8 cm e pesano 2,5-3 g. Raggiungono la grandezza da adulti all'incirca a 9-18 mesi d'età (variabile secondo le condizioni d'allevamento). Possono pesare da 40 a 100 g e raggiungere una lunghezza totale di oltre 20 cm. I maschi adulti tendono ad essere più grandi delle femmine.][3]
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
Comportamento[modifica | modifica wikitesto]
È una specie scavatrice che si procura il cibo di notte per poi durante il giorno ripararsi dalle temperature estreme in tane sotterranee. Prima di attaccare scodinzola o sbatte la coda più volte contro il terreno.
Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]
Specie insettivora. In cattività si nutre prevalentemente di grilli, tarme della farina, vermi in piccole quantità, blatte. In natura si nutre degli invertebrati presenti nel deserto come scorpioni ecc. .
Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]
È un animale oviparo e il sesso della prole è determinato dalla temperatura di incubazione delle uova[4]: se bassa, la covata è di sole femmine; se relativamente alta, soprattutto di maschi con una percentuale approssimativa del 20% di femmine provviste di gonadi e dunque riproduttive.[4]
Raggiunge la maturità sessuale dopo un anno dalla nascita e circa 50-60 g di peso[senza fonte]. Il dimorfismo sessuale è facilmente individuabile in quanto il maschio (al pari, però, delle femmine riproduttive) presenta pori pubici pre anali più marcati, mentre le femmine li presentano meno marcati[4].
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Si ritrova in natura in Asia, in particolare in Iran, Afghanistan, Pakistan e India nord-occidentale.[2][5]
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
Sono note le seguenti sottospecie:[2]
- Eublepharis macularius afghanicus Börner, 1976
- Eublepharis macularius fasciolatus Günther, 1864
- Eublepharis macularius macularius Blyth, 1854
- Eublepharis macularius montanus Börner, 1976
- Eublepharis macularius smithi Börner, 1981
Allevamento[modifica | modifica wikitesto]
Il geco leopardo per essere allevato necessita di una teca riscaldata divisa in due zone: una più calda, con una temperatura di all'incirca 30°, e una più fredda con una temperatura sui 25°.[6]
Il geco leopardo necessita inoltre di una tana umida e di più nascondigli, che servono come zona di riposo ma anche come eventuale “scappatoia” da situazioni stressanti.[6]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Srinivasulu, C. & Srinivasulu, B. 2013, Eublepharis macularius, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2019.2, IUCN, 2019. URL consultato il 27 agosto 2019.
- ^ a b c (EN) Eublepharis macularius, su The Reptile Database. URL consultato il 27 agosto 2019.
- ^ Alessandro Bellese, Med. Veterinario, Il geco leopardo, Eublepharis macularius, Associazione Animali Esotici ONLUS. URL consultato il 29 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2015).
- ^ a b c (EN) Carl Gans, David Crews, Biology of the Reptilia, Volume 18, Physiology E: Hormones, Brain, and Behavior, University of Chicago Press, 1992, p. 15, ISBN 0-226-28122-1.
- ^ (EN) Eskandar Firouz, The Complete Fauna of Iran, London, Tauris & Co Ltd, 2005, p.221, ISBN 1-85043-946-X.
- ^ a b Il geco leopardino, PetMagazine.it. URL consultato il 5 febbraio 2015.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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