Ernesto Simini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ernesto Simini
NascitaScutari, 9 febbraio 1899
MorteTobruch, 21 gennaio 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto69º Reggimento fanteria "Sirte"
Anni di servizio1922-1942
GradoCapitano di complemento
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Albania
Campagna del Nord Africa
BattaglieBattaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Battaglia dell'Ebro
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Ernesto Simini (Scutari, 9 febbraio 1899Tobruch, 21 gennaio 1941) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Scutari d'Albania il 9 febbraio 1899, figlio di Giacinto e Maria Noia Lessi.[2] Uscito dalla Scuola allievi ufficiali di complemento di Caserta con il grado di aspirante, poco più che diciottenne, partecipò alle operazioni belliche nel corso della prima guerra mondiale i forza ai reparti di assalto VI e V.[2] Prestato poi servizio militare nel Regio Esercito per circa un anno nella 1ª Legione truppe albanesi in Albania, fu posto in congedo nel giugno 1920, decorato di una medaglia d'argento e una di bronzo al valor militare.[2] Conseguita la laurea in economia e commercio nell'Università di Bari, esercitò la libera professione divenendo noto anche nell'ambiente letterario come poeta e scrittore drammatico.[2] Promosso capitano dal 1º luglio 1936, l'anno dopo venne richiamato in servizio attivo a domanda e partì volontario per combattere nella guerra di Spagna, dove, assegnato ad un battaglione della Brigata "Frecce Azzurre", si segnalò al comando di una compagnia di fucilieri durante la battaglia dell'Ebro.[2] Rientrato in Italia decorato di una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valor militare, alla vigilia dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 28 maggio 1940, venne richiamato in servizio e partì per la Tripolitania per raggiungere il 69º Reggimento fanteria della 61ª Divisione fanteria "Sirte".[2] Durante un combattimento nella vicinanze di Tobruch, il 21 gennaio 1941, rimasto ferito tre volte piuttosto che cadere prigioniero di guerra preferì suicidarsi.[2] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario di quattro guerre diede costantemente prova di purissima fede verso la Patria e di spiccato, costante valore. Durante l’assedio di Tobruk, alla vigilia dell’attacco avversario, superiore di forze e di mezzi, infondeva nell’animo dei propri dipendenti il fermo proposito di sacrificarsi piuttosto che cedere. Sferratosi l’attacco, benché ferito una prima volta, si esponeva dando esempio di calma e di fiducia in un momento in cui il sacrificio, appariva inevitabile. Ferito una seconda volta, circondato da ogni parte, decimato il reparto, esaurite le munizioni, si slanciava alla testa dei propri uomini contrattaccando con indomito valore. Ferito una terza volta ed impossibilitato a muoversi, spinto ormai con l’animo al di là del sacrificio, persisteva ad incitare con la voce i superstiti sino a quando, in una estrema offerta, inneggiando all’Italia, preferiva sopprimersi piuttosto che cedere. Sublime esempio di apostolo della Patria. Tobruk, 21 gennaio 1941.[3]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 9 dicembre 1947.[4]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Animato da generoso entusiasmo, chiedeva di andare con un altro reparto all'attacco di un'importante posizione occupata dal nemico, e, precedendo volontariamente, con due uomini, la compagnia aggrediva con bombe a mano, gruppi di nemici, uccidendone e catturandone alcuni e riprendendo una nostra mitragliatrice caduta nelle loro mani. Concorreva, incitando con la parola e con l'esempio gli arditi a difendere da nuovi attacchi nemici la posizione ripresa. Monte Grappa-Testata Val Damoro (quota 1053), 15 giugno 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone di arditi, destinato alla costituzione di una embrionale testa di ponte sulla sinistra del Piave, in circostanze eccezionalmente difficili di luogo e di tempo, assolveva il compito volontariamente assuntosi, dimostrando perizia e coraggio singolari. Medio Piave (Nervesa), 26-27 ottobre 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia fucilieri, in due giorni di duri combattimenti, guidava con ardimento e perizia i suoi uomini. Mentre col suo reparto avanzava in profondità, fatto segno ad improvviso attacco avversario, con rapida e decisiva azione sbaragliava l'avversario. Ufficiale valoroso e dotato di elevato sentimento del dovere. Offensiva dell'Ebro-Rudilla-Las Atalayas-Rio Matarrana-Strada di Pauls (O.M.S.), 9 marzo-18 aprile 1938
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia fucilieri, in due giorni di duri combattimenti, guidava con ardimento e perizia i suoi uomini. Mentre col suo reparto avanzava in profondità, fatto segno ad improvviso attacco avversario, con rapida e decisiva azione, ne aveva ragione e lo sbaragliava. Las Atalayas-Matarrana, 20-30 marzo 1938
— Regio Decreto 14 dicembre 1939.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Mo'ses di Dibra poema tragico, Franco Campitelli Editore, Roma, 1932.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.545.
  2. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 22 dicembre 1947, Esercito registro 26, foglio 399.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 545.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]