Epigono

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando le figure mitologiche, vedi Epigoni.
Il Galata morente è una copia di epoca romana di un'opera di Epigono. Roma, Musei Capitolini S747.

Epigono (Pergamo, III secolo a.C. – ...) fu uno scultore ellenistico, attivo alla corte del Regno di Pergamo, nella seconda metà del III secolo a.C. (263 - 197 a.C. circa), forse già al tempo di Eumene I; la sua attività è legata soprattutto alla politica culturale propagandistica di Attalo I, volta a replicare quella che fu la posizione dell'Atene classica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esponente della scuola di Pergamo, prese in qualche modo il posto di Firomaco alla corte degli Attalidi per i quali eseguì opere celebrative delle vittorie sui Galati. L'opera maggiormente nota alla quale partecipò Epigono fu dedicata da Attalo I a Pergamo nel santuario di Atena Nikephoros; è detta Donario circolare per distinguerla da un secondo donario, più tardo, costruito su una struttura lineare. Il Donario circolare aveva una base cilindrica e sosteneva probabilmente cinque gruppi bronzei; restano l'iscrizione della base, riutilizzata in epoca romana, che ricordava il dedicante e l'occasione della dedica, ossia la vittoria sui Galati al Caicó, e due copie marmoree datate alla prima metà del I secolo a.C.: il Galata morente, sicura opera di Epigono, descritta da Plinio (Nat. hist., XXXIV, 88) e il Galata suicida.

La firma di Epigono, assente nell'iscrizione del Donario circolare, è presente nell'iscrizione relativa al Grande donario, così chiamato per distinguerlo dal Piccolo donario fatto erigere sull'acropoli di Atene da Attalo II[1] e descritto da Pausania (I, 25, 2). Il Grande donario dedicato da Attalo I nel 223 a.C. doveva rappresentare le otto battaglie ricordate dall'iscrizione[2]. Di tale opera resta forse la copia della testa di un Persiano, conservata al Museo Nazionale Romano[1].

Di altre opere di Epigono rimangono le basi firmate a Pergamo, tutte databili alla seconda metà del III secolo a.C.; tra queste una relativa ad una biga, o quadriga, con Attalo, fratello di Filetero e padre di Attalo I, e il monumento bronzeo a quest'ultimo dedicato dal suo generale Epigenes (datato intorno al 228 a.C.)[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Moreno 1996, in EAA, s.v. Arte pergamena.
  2. ^ IvP I, 21-28.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Max Fraenkel, 8. Die Inschriften von Pergamon I, in Altertümer von Pergamon, Berlino.
  • Giulio Cressedi, Epigonos, in Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale, vol. 3, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1960.
  • Antonio Giuliano, Arte greca. Dall'età classica all'età ellenistica, Milano, Il saggiatore, 1987, pp. 971-975.
  • Paolo Moreno, Arte pergamena, in Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale. Secondo supplemento, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1996.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN96202885 · Europeana agent/base/163806 · ULAN (EN500074061 · WorldCat Identities (ENviaf-96202885