Elegy (Nice)

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Elegy
album in studio e dal vivo
ArtistaThe Nice
Pubblicazioneaprile 1971
Durata39:14
Dischi1
Tracce4
GenereRock
Rock progressivo
EtichettaCharisma Records
ProduttoreThe Nice
RegistrazioneFillmore East, New York, 19-20 dicembre 1969
Trident Studios, Londra, 1970
FormatiLP, CD
The Nice - cronologia
Album precedente
(1970)
Album successivo
(1972)

Elegy è un album del gruppo britannico di rock progressivo The Nice, pubblicato nell'aprile del 1971, un anno dopo lo scioglimento del gruppo.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'album si compone di quattro tracce, due per facciata:[1] la prima e la quarta furono registrate dal vivo al Fillmore East di New York il 19 e 20 dicembre 1969, le altre due ai Trident Studios di Londra all'inizio del 1970. Tutte sono rivisitazioni di brani altrui e danno risalto al virtuosismo di Keith Emerson sia al pianoforte che all'organo Hammond.[1]

Hang On to a Dream, cover del brano How Can We Hang On to a Dream di Tim Hardin già incisa dal gruppo sull'album Nice del 1969, è estesa alla durata di oltre dodici minuti grazie a una lunga improvvisazione al piano che include accenni di Summertime (1935) di George Gershwin e Honky Tonk Train Blues (1927), brano boogie-woogie di Meade 'Lux' Lewis che Emerson avrebbe poi inciso integralmente su 45 giri, nel 1976.

My Back Pages di Bob Dylan, registrato in studio, è l'unico brano dell'album che la band non avesse già pubblicato in precedenza. La prima parte vede di nuovo Emerson improvvisare al piano su una base vagamente jazz: l'esposizione del tema in particolare presenta affinità con la versione di Keith Jarrett inclusa nell'album Somewhere Before, registrato dal vivo nell'agosto del 1968.[1] Nella seconda parte Emerson passa all'organo e l'arrangiamento complessivo vira su un boogie, per poi riprendere e chiudere la canzone di Dylan in stile psichedelico.[1]

3rd Movement Pathetique come da titolo si basa sul 3º movimento della sinfonia nº6 "Patetica" op.74 di Čajkovskij, con variazioni improvvisate tra cui un breve assolo di batteria di Brian Davison; il brano era già apparso sull'album dal vivo Five Bridges, uscito anch'esso postumo nel giugno del 1970, in quel caso arrangiato per gruppo e orchestra. La versione in studio contenuta in quest'album è invece eseguita dal solo trio, con armonia e melodia affidate interamente all'organo Hammond e al basso elettrico.[1]

America è la rilettura strumentale dell'omonimo brano dal musical West Side Story (1957) di Leonard Bernstein, del quale cui il gruppo aveva già inciso una versione pubblicata su 45 giri nel giugno 1968. L'arrangiamento include due citazioni dalla Sinfonia n.9 in Mi Minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák, anch'essa ispirata all'America.[1] Questa versione dal vivo in particolare, della durata di oltre dieci minuti, contiene anche un accenno al tema principale di Maurice Jarre per la colonna sonora del film Lawrence d'Arabia (1962) e omette invece il recitato che chiudeva il singolo.[1]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

LP[modifica | modifica wikitesto]

Lato A
  1. Hang On to a Dream (live) – 12:42 (Tim Hardin, arr. The Nice)
  2. My Back Pages – 9:10 (Bob Dylan, arr. The Nice)
Lato B
  1. 3rd Movement Pathetique (studio, strumentale) – 7:05 (musica: Pëtr Il'ič Čajkovskij, arr. The Nice)
  2. America (live, strumentale) – 10:17 (musica: Leonard Bernstein, arr. The Nice)

CD (1990)[modifica | modifica wikitesto]

  1. Hang On to a Dream – 12:42
  2. My Back Pages – 9:10
  3. 3rd Movement Pathetique – 7:05
  4. America – 10:17
Tracce aggiuntive
  1. The Diamond-Hard Blue Apples of the Moon – 2:46 (Keith Emerson, Lee Jackson)
  2. Dawn – 5:05 (Brian Davison, Emerson, Jackson)
  3. Tantalizin' Maggie – 4:11 (Jackson, Davy O'List)
  4. The Cry of Eugene – 4:30 (Emerson, Jackson, O'List)
  5. Daddy Where Did I Come From – 2:46 (Emerson, Jackson)
  6. Azirial – 3:46 (Emerson, Jackson)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Martyn Hanson, Hang on to a Dream - The Story of the Nice, Helter Skelter Publishing, 1º ottobre 2002, ISBN 978-1-900924-43-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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