Lee Jackson

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Lee Jackson
Lee Jackson nel 2002.
NazionalitàBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereBlues
Rock psichedelico
Rock progressivo
Periodo di attività musicale1958 – in attività
Strumentobasso, chitarra
GruppiThe Nice, Jackson Heights, Refugee

Keith Joseph Anthony Jackson, noto come Lee Jackson (Newcastle upon Tyne, 8 gennaio 1943) è un musicista, cantante e produttore discografico britannico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sin dall'infanzia Jackson fu a contatto diretto con la musica poiché il padre era violinista in un'orchestra. Egli stesso da bambino si costruì da solo la prima chitarra, usando una scatola per sigari e corde di nylon.[1] Come molti giovani della sua generazione, scoprì il rock'n'roll ascoltando Elvis Presley e Bill Haley; dopo aver visto per la prima volta un basso elettrico nel film musicale The Girl Can't Help It (1956), volle acquistarne uno e farne il proprio strumento di elezione.[1]

Ancora adolescente, tra la fine degli anni cinquanta e i primi sessanta, iniziò a fare esperienza tra Regno Unito e Germania Ovest suonando in gruppi dei generi musicali più vari, dallo skiffle al jazz al rhythm and blues; fu in questo periodo che cominciò a presentarsi come "Lee Jackson", per sua stessa ammissione sfruttando il proprio cognome per alludere provocatoriamente a due figure storiche della guerra civile americana: i generali Robert E. Lee e Thomas J. "Stonewall" Jackson, entrambi dell'Esercito Confederato.[2]

Nel 1965 Jackson sostituì temporaneamente John McVie nei Bluesbreakers di John Mayall e ricoprì analogo ruolo vicario anche nella band di Alexis Korner; queste due referenze gli garantirono subito dopo l'ingresso stabile in Gary Farr and the T-Bones, formazione di rhythm and blues della quale, l'anno seguente, entrò a far parte anche Keith Emerson all'organo Hammond.[2]

Dopo che i T-Bones si furono sciolti, Jackson ed Emerson divisero un appartamento in affitto a Londra e nel maggio del 1967 unirono le forze con il batterista Ian Hague e il chitarrista Davy O'List per accompagnare in concerto la cantante soul statunitense P. P. Arnold: nacque così il gruppo The Nice che pochi mesi dopo si sganciò dalla Arnold e – con Brian Davison al posto di Ian Hague – intraprese la carriera discografica autonoma, firmando per la Immediate Records di Andrew Loog Oldham.[3] In The Nice, Jackson militò stabilmente come cantante, bassista e autore,[3] incise materiale per cinque album e partecipò a varie sessioni radiofoniche per la BBC, fino al loro scioglimento avvenuto nel marzo del 1970.[3]

Immediatamente dopo la fine dei Nice, Jackson fondò i Jackson Heights con cui produsse e pubblicò quattro dischi in tre anni, nessuno dei quali però riuscì a entrare in classifica; nel 1973 sciolse perciò la band e, assieme al tastierista Patrick Moraz e a Brian Davison, formò il trio Refugee che realizzò un solo album, pochi mesi dopo l'uscita del quale Moraz si unì agli Yes sancendo di fatto la fine prematura del progetto.[4][5]

A partire alla seconda metà degli anni settanta, Jackson abbandonò la professione musicale e visse per circa vent'anni a Los Angeles. Rientrato in Europa nel 1994 si stabilì a Northampton e, oltre a formare per un breve periodo i Lee Jackson's Barking Spyders, divenne membro stabile di un gruppo di New Orleans jazz e blues chiamato The Ginger Pig.[6][7] Nel 2002 e nel 2003 si riunì occasionalmente con Keith Emerson e Brian Davison in The Nice per due tournée, dalla prima delle quali fu tratto un album dal vivo[8] e nel giugno del 2012 partecipò a un tour del Regno Unito con la band della cantautrice australiana Nicki Gillis.[9]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Con The Nice
Con Jackson Heights
Con Refugee

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Hanson, pp.8-9.
  2. ^ a b Hanson, pp.10-11.
  3. ^ a b c Hanson, pp.36-44.
  4. ^ Hanson, pp. 194-199.
  5. ^ Hanson, pp. 205-212.
  6. ^ (EN) Ginger Pig Band, su gingerpigband.moonfruit.com. URL consultato il 17 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2021).
  7. ^ (EN) Lee Jackson biography, su Last.fm. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  8. ^ Keith Emerson And The Nice - Vivacitas - Live At Glasgow 2002, su Discogs. URL consultato il 15 gennaio 2021.
  9. ^ Hanson, p. 256.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Martyn Hanson, Hang on to a Dream – The Story of The Nice (revised edition), Helter Skelter Publishing, 2012, ISBN 978-1-905792-61-0.
  • Nick Logan e Bob Woffinden, Enciclopedia del rock, Milano, Fratelli Fabbri Editore, 1977.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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