Edward Whymper

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Edward Whymper

Edward Whymper (Londra, 27 aprile 1840Chamonix, 16 settembre 1911) è stato un alpinista inglese dell'epoca vittoriana.

È famoso in particolare per aver raggiunto per primo, nel 1865, la vetta del Cervino. Il gruppo era formato da quattro alpinisti e tre guide. Durante la discesa precipitarono in quattro: la guida Michel Croz e tre alpinisti. Il tragico evento, seguito da un processo nel quale la causa della tragedia fu attribuita ad una corda difettosa, ebbe molta risonanza nel mondo alpinistico e non solo, e lasciò un segno indelebile nella coscienza dell'alpinista per tutto il resto della sua vita. Nei giorni seguenti Whymper riferì che dopo la caduta dei compagni ebbe una visione, vide le loro ombre, forse i loro spettri apparire appena oltre lo sperone di roccia che delimita la cresta della montagna, galleggiare nel vuoto. Questo racconto Whymper lo riportò anche nei suoi scritti e da sempre è associato alla storia della prima ascensione del Cervino.

Ovviamente molte persone liquidano la faccenda attribuendo la colpa al forte impatto emotivo provato nel vedere i compagni precipitare nel vuoto, oggi però la scienza fornisce una plausibile spiegazione alla storia di Whymper: quello che stava vedendo potrebbe esser stato lo Spettro di Brocken, noto anche come Arco di Brocken, un fenomeno ottico che si manifesta talvolta in montagna in concomitanza di determinati fattori.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Di professione disegnatore ed incisore, nell'estate del 1860, appena ventenne e senza alcuna preparazione alpinistica, Whymper visitò le Alpi francesi della Savoia, più che altro allo scopo di ritrarne alcune vedute paesaggistiche, improvvisandosi alpinista e tentandovi la scalata del Monte Pelvoux, che conquistò l'estate successiva. Instancabile ed eccezionale camminatore, percorse a piedi le Alpi nord-occidentali, scalando anche cime importanti del gruppo del Monte Bianco, finché divenne vittima del fascino del monte Cervino, vetta allora ancora inviolata nonostante numerosi tentativi da parte di altri alpinisti dell'epoca, tra i quali il naturalista ed alpinista John Tyndall.

Cervino[modifica | modifica wikitesto]

La cresta dell'Hörnli, tra le pareti est, a sinistra, e nord, a destra, è stato l'itinerario seguito da Whymper per la prima ascensione del Cervino, il 14 luglio 1865.

Negli anni successivi, Whymper tentò per sei volte la scalata alla vetta del Cervino dal versante italiano, alcune volte facendosi accompagnare da Jean-Antoine Carrel, un cacciatore e guida alpina di Valtournenche, finché il 14 luglio 1865, sospettando che il Carrel stesse organizzando (come in effetti stava avvenendo) un tentativo italiano alla vetta (voluto da Quintino Sella), improvvisò una cordata con la guida francese Michel Croz, con cui aveva già avuto occasione di conquistare varie cime tra cui la Barre des Écrins, le guide di Zermatt Taugwalder padre e figlio, e i connazionali Lord Francis Douglas, Douglas Robert Hadow e il reverendo Charles Hudson.

La cordata raggiunse abbastanza facilmente la cima seguendo la cresta dell'Hörnli, ritenuta sino ad allora ben più difficile ma in realtà molto più semplice a causa dell'orientamento delle stratificazioni delle rocce che ne consentono la salita come una scala. Gli alpinisti partirono alle 5:35 del 13 luglio da Zermatt, e intorno a mezzogiorno piantarono una tenda alla base della cresta, intorno a 3.352 m (11.000 piedi). Ripartirono prima dell'alba del 14 luglio e proseguirono agevolmente fino a circa 4.267 m (14.000 piedi) dove la cresta diveniva più ripida e difficile e il gruppo fu costretto a salire con maggiore prudenza. Alle 13:40, dopo meno di dieci ore dalla partenza, raggiunsero la vetta. Dopo essersi fermati per un'ora, intrapresero la discesa, questa volta legati. Poco dopo aver iniziato la discesa, nello stesso tratto impegnativo trovato in salita, il più debole e inesperto Hadow travolse Croz, che era in testa alla cordata. Il peso dei due trascinò nel baratro anche Douglas e Hudson. Whymper e i due Taugwalder riuscirono a resistere ma la corda si spezzò e i quattro precipitarono.[1] "Impossibile" fu l'ultima parola gridata da Croz. La tragedia appannò di lutto la conquista di quella allora considerata la cima più ardua delle Alpi. Seguì un processo a Zermatt nel quale la causa della tragedia venne attribuita alla rottura della corda. Il fatto, ampiamente riportato dai giornali inglesi dell'epoca, anche perché tre delle vittime erano cittadini inglesi, generò grande attenzione non solo negli ambienti alpinistici. Per esempio ci fu (in primis la regina Vittoria) chi, in Inghilterra, arrivò a proporre il bando delle attività alpinistiche perché ritenute oltremodo pericolose.

Altre ascensioni e libri[modifica | modifica wikitesto]

Acclamato comunque come grande alpinista, Whymper proseguì negli anni successivi alcune ardite imprese, tra cui l'esplorazione della Groenlandia nel 1867 e delle Ande in Ecuador, dove conquistò il Chimborazo, cima di 6.310 metri s.l.m.

Sulle Ande chiamò come guida e volle avere come compagno di scalate l'avversario del Cervino, Jean-Antoine Carrel, di cui divenne sincero amico.

Abile scrittore oltre che disegnatore, Whymper ha pubblicato nei racconti delle sue ascensioni alcune delle pagine più celebri dell'alpinismo eroico dell'epoca vittoriana, arricchendole di stupende incisioni fatte da lui stesso. Tra i suoi libri più celebri Scrambles amongst the Alps in the years 1860-1869 (Londra, 1871), Travels amongst the Great Andes of the Equator (Londra nel 1891) oltre che due bellissime guide: Chamonix and the Range of Mont Blanc. A Guide (London, 1896) e A Guide to Zermatt and the Matterhorn (Londra, 1897).

Vittima dell'alcool, fu colpito da ictus cerebrale dopo un'ultima scalata sulle Alpi, a Chamonix, e morì una decina di giorni dopo, nella camera d'albergo dove si era rinchiuso, rifiutando di vedere chicchessia. La sua tomba si trova ancora oggi là.

Prime ascensioni[modifica | modifica wikitesto]

Ha compiuto la prima ascensione delle seguenti montagne:

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bernardi, pp. 163-167.
  2. ^ Silvio Saglio e Felice Boffa, Monte Rosa, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1963, p. 165.
  3. ^ (FR) Sébastien Constant, Ascensions en neige et mixte - Tome 1, Editions Constant, 2009, p. 143, ISBN 978-2-918970-00-2.
  4. ^ Chabod, Grivel, Saglio e Buscaini, p. 306.
  5. ^ François Labande, Monte Bianco Vol. 2 Guida Vallot, Edizioni Mediterranee, 1988, p. 194, ISBN 978-88-272-0240-1.
  6. ^ Chabod, Grivel, Saglio e Buscaini, p. 124.
  7. ^ (FR) François Damilano, Neige, glace et mixte - Tome 1, JMEditions, 2005, p. 170, ISBN 978-2-9521881-1-1.
  8. ^ Gino Buscaini, Alpi Pennine, vol. II, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1970, p. 300.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri di Edward Whymper
  • Edward Whymper, Scrambles amongst the Alps in the years 1860-69, J. B. Lippincott &Co, Philadelphia, 1872 (disponibile online)
  • Edward Whymper, Scrambles amongst the Alps in the years 1860-69, 5ª edizione, Londra, Murray, 1900 (disponibile online)
  • Whymper, Edward. Scrambles Amongst the Alps in the Years 1860-69, Londra, John Murray, 1871
  • Whymper, Edward. The ascent of the Matterhorn, Londra, 1880.
  • Whymper, Edward. Travels Amongst the Great Andes of the Equator, Londra, John Murray, 1892.
  • Whymper, Edward. Supplementary appendix to Travels amongst the great Andes of the Equator, Londra, John Murray, 1891.
  • Whymper, Edward. How to use the aneroid barometer, Londra, John Murray, 1891.
  • Whymper, Edward. Chamonix and the range of Mont Blanc: a guide, Londra, John Murray, 1896.
  • Whymper, Edward. A Guide to Zermatt and the Matterhorn, Londra, John Murray, 1897.
  • Whymper, Edward. Episodes from the ascent of the Matterhorn, Londra, Harrap, 1928.
  • Whymper, Edward. Smith, Ian. The apprenticeship of a mountaineer: Edward Whymper's London diary 1855-1859, Londra, London Record Society, 2008.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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