Michel Croz

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Michel Croz
Nazionalità Bandiera della Francia Francia
Alpinismo
Specialità Roccia
Conosciuto per primo a salire il Cervino
 

Michel Auguste Croz (Chamonix-Mont-Blanc, 22 aprile 1830Cervino, 14 luglio 1865) è stato un alpinista francese.

Guida alpina assai apprezzata, accompagnò molti dei pionieri dell'alpinismo inglese tra il 1859 ed il 1865, partecipando a numerose prime ascensioni, tra cui il Monviso, il Mont Dolent ed il Cervino: nel corso di quest'ultima impresa trovò la morte in un incidente.

Attività come guida alpina[modifica | modifica wikitesto]

Nato a La Tour, una frazione di Chamonix, Croz iniziò ad operare come guida alpina nel 1859, quando fu assunto da William Mathews per un'ascensione sul Monte Bianco. Accompagnò poi, insieme al fratello Jean-Baptiste, il Mathews anche nelle due successive campagne del 1860 e del 1861, culminate con la prima ascensione del Monviso.[1] Successivamente, si unì come guida ad altri alpinisti del calibro di Francis Fox Tuckett e Edward Whymper, compiendo, oltre a numerose prime ascensioni (tra cui si possono citare, oltre al già detto Monviso, la Grande Casse, la Barre des Écrins e la Aiguille d'Argentiere), anche diverse prime traversate di colli precedentemente inviolati, come il Col des Ecrins, il col du Sélé ed il col du Glacier Blanc nel Massiccio dell'Ecrins (1862, con Tuckett, Peter Perren e Bartolomeo Peyrotte).

Cervino[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1865 Michel Croz si unì alla spedizione guidata da Edward Whymper che tentava la prima salita al Cervino dalla Cresta dell'Hörnli. Della spedizione facevano parte, oltre a Croz e Whymper, Charles Hudson, Lord Francis Douglas, Douglas Robert Hadow, e le due guide di Zermatt Peter Taugwalder padre e figlio. La spedizione raggiunse con successo la vetta il 14 luglio 1865. Sulla via del ritorno, Hadow, secondo di cordata, scivolò, investendo Croz, che era in testa, trascinandolo lungo la strapiombante parete nord del Cervino; i due trascinarono nella loro caduta anche Lord Douglas e Hudson, poi la corda che univa i sette si spezzò mentre Whymper e i due Taugwalder riuscirono a restare aggrappati alle rocce[2]. Il corpo di Michel Croz, recuperato pochi giorni dopo, fu sepolto nel cimitero della chiesa di Zermatt.

Prime ascensioni[modifica | modifica wikitesto]

Ha compiuto la prima ascensione delle seguenti montagne:

Ha compiuto la prima ascensione delle seguenti vie:

Commemorazioni[modifica | modifica wikitesto]

Una delle punte delle Grandes Jorasses è dedicata a Michel Croz (Punta Croz, 4.110 m)

La sua città natale, Chamonix, gli ha dedicato una via centrale, avenue Michel Croz. Uno degli edifici più antichi di Chamonix, la salle Michel Croz, che gli era stata dedicata, fu distrutta da un incendio il 15 febbraio 1999[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) William Mathews, Explorations round the foot of Monte Viso e Ascent of Monte Viso, in Peaks, Passes and Glaciers - Second Series, Vol. 2, a cura di E.S. Kennedy, London 1862 (Disponibile su Google Books)
  2. ^ (EN) Edward Whymper, Scrambles amongst the Alps, 6th edition, London: John Murray, 1936
  3. ^ Alessandro Giorgetta, Alpi Graie Centrali, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1985, p. 124.
  4. ^ Gino Buscaini, Alpi Pennine, vol. I, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1971, p. 296.
  5. ^ Silvio Saglio e Felice Boffa, Monte Rosa, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1963, p. 130.
  6. ^ Michelangelo Bruno, Monte Viso, Alpi Cozie Meridionali, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1987, p. 464.
  7. ^ Renato Chabod, Lorenzo Grivel, Silvio Saglio e Gino Buscaini, Monte Bianco, vol. II, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1968, p. 306.
  8. ^ Renato Chabod, Lorenzo Grivel, Silvio Saglio e Gino Buscaini, Monte Bianco, vol. II, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1968, p. 124.
  9. ^ Gino Buscaini, Alpi Pennine, vol. II, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1970, p. 300.
  10. ^ (FR) Sébastien Constant, Ascensions en neige et mixte - Tome 1, Editions Constant, 2009, p. 78, ISBN 978-2-918970-00-2.
  11. ^ François Labande, Monte Bianco Vol. 2 Guida Vallot, Edizioni Mediterranee, 1988, p. 132, ISBN 978-88-272-0240-1.
  12. ^ Earth Wind and Fire\?, su geocities.com. URL consultato il 30 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2009).

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