Elettrotreno Salone ETS 11

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FS ETS 11
Elettrotreno
Anni di costruzione 1940
Anni di esercizio 1940-1952
Quantità prodotta 1
Costruttore Fiat-Marelli
Dimensioni 55,160 × 2,690 × 3,750 mm (convoglio di 2 elementi)
Capacità Vedi testo
Interperno 20000 mm
Passo dei carrelli 3000 mm
Rodiggio Bo'Bo' + Bo'Bo'
Diametro ruote motrici 910 mm
Potenza oraria 2 × 768 kW
Potenza continuativa 2 × 300 kW
Velocità massima omologata 115 km/h
Alimentazione 3000 V =
Tipo di motore 4 + 4 motori elettrici a corrente continua tipo FS 72-50

L'Elettrotreno Salone ETS 11 fu un convoglio ferroviario speciale fatto costruire nel 1940 dal dittatore fascista Benito Mussolini per uso proprio personale e dei suoi stretti collaboratori. Denominato inizialmente ALSe 10, venne consegnato alle FS nel 1940.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Non potendo usufruire per i propri spostamenti del treno reale, ad esclusiva disposizione della casa regnante, Mussolini fece costruire un convoglio ferroviario per suo uso personale e dei suoi stretti collaboratori. Pur ispirandosi ai canoni di modernità, velocità e stile dell'ETR 200, venne decisa la costruzione di un complesso di due soli elementi, basandosi sui criteri industriali adottati dalla FIAT per le automotrici elettriche ALe 880.[1]

Il nuovo convoglio, classificato inizialmente ALSe 10 (Automotrice Leggera Salone elettrica) e poco dopo ETS 11 (ElettroTreno Salone)[1], fu consegnato alle FS nel 1940 e assegnato alla rimessa di Roma Termini responsabile della manutenzione del treno reale.[2]

A causa della guerra l'ETS 11 venne usato raramente da Mussolini, in particolare nei trasferimenti verso Rimini dove passava qualche periodo di riposo, e rimase immobilizzato a Roma fino alla liberazione.[2]

Nel 1952 fu trasformato in un complesso bloccato di automotrici, denominato ALe 184.001, con 184 posti a sedere (88 + 96), che nel 1962 venne sdoppiato in due unità singole classificate ALe 880.117 e 118, differenti dal resto del gruppo per diversi particolari.[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

L'elettrotreno salone era composto da due elementi derivati dalle automotrici elettriche ALe 880, appositamente adattati come arredamento interno e permanentemente accoppiati con mantici protetti da carenature metalliche. Le testate sul lato dell'intercomunicante erano sprovviste della cabina di guida.[3]

Il convoglio disponeva di un piccolo appartamento destinato al capo del governo, formato da una sala riunioni, una camera da letto con toilette provvista di vasca da bagno, e di due cabine a uno o due posti con divani-letto per i suoi stretti collaboratori; questi ambienti erano dotati di telefono. Erano inoltre presenti tre cabine singole e due cabine a quattro posti per gli accompagnatori dotate di divani trasformabili in letti, nonché un compartimento a tre posti a sedere per la scorta FS. I vani di servizio comprendevano un locale con dispensa e ghiacciaia, una cucina, un locale caldaia, una cabina radiotelefonica e un vano bagagli.[4]

L'automotrice con la sala riunioni era dotata di due pantografi, mentre quella con il bagagliaio ne aveva uno solo sul lato della cabina di guida.[5]

L'elettrotreno salone è stato costruito dalla FIAT con parte elettrica della Marelli.[6] I dati tecnici sono gli stessi delle automotrici ALe 880.035-100, ad eccezione della maggiore lunghezza dei singoli elementi (2 x 27,580 mm contro 26,800 mm).[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lippolis, 1989, p. 63.
  2. ^ a b c Lippolis, 1989, p. 64.
  3. ^ Lippolis, 1989, pp. 63-64.
  4. ^ Lippolis, 1989, pp. 64-65.
  5. ^ Lippolis, 1989, p. 65.
  6. ^ Lippolis, 1989, p. 138.
  7. ^ Lippolis, 1989, pp. 140-141.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Lippolis, Elettromotrici della prima generazione ALe792 • ALe882 • ALe402 • ALe790 • ALe880 • ALe400 • ALe883, Collana "Rotabili" n. 3, Torino, Edizioni Locodivision, 1989, ISBN 88-85079-06-7.

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