Ducato di Ferrara

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Stemma degli Estensi

Il Ducato di Ferrara (1471-1598), era un antico Stato italiano che rientrava territorialmente in parte dell'odierna Emilia-Romagna.

Il Ducatus Ferrariae altomedievale

L'antico "Ducatus Ferrariae", nominato per la prima volta (755 ca) al tempo del Re Longobardo Desiderio, faceva parte dei territori dell'Esarcato di Ravenna (la Romània, oggi Romagna), e quindi dei Domini della Chiesa. Fu proprio dal Sommo Pontefice che il Marchese Tedaldo di Canossa ottenne (984 ca) il Ducato per sé ed i suoi eredi, dietro pagamento di un tributo. Il tramonto dei Canossa si consuma con la morte (1115) della gran Contessa Matilde di Canossa, proprio mentre a Ferrara nasce e si consolida l'istituto comunale, che pone fine all'antico Ducatus.

Ferrara dal Comune alla Signoria Estense

Il libero comune di Ferrara visse per circa 150 anni. Dal 1264 si instaurò infatti la Signoria della casa d'Este, di parte guelfa. Da qui, gli Estensi estesero il loro dominio anche sui territori di Modena e Reggio. Ferrara e il suo territorio facevano parte formalmente dello Stato della Chiesa, mentre Modena e Reggio del Sacro Romano Impero, pertanto i Marchesi d'Este erano feudatari del Papa per il territorio di Ferrara, e dell'Imperatore per i territori di Modena e Reggio.

Elevazione di Ferrara a Ducato

Fu nel 1471 che il marchese Borso d'Este (che dal 1452 era già Duca di Modena e Reggio) ottenne da Papa Paolo II il titolo ducale anche per Ferrara, poco prima della morte.

Il Ducato di Ferrara

Dopo Borso, alla guida del Ducato di Ferrara si avvicendarono Ercole I (1471-1505), Alfonso I (1505-1534), Ercole II (1534-1559) e Alfonso II (1559-1598). Il territorio del Ducato di Ferrara includeva, oltre all'attuale provincia di Ferrara, la Transpadana Ferrarese (oggi in provincia di Rovigo), e a fasi alterne la cosiddetta Romagna d'Este (oggi in provincia di Ravenna).

La devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa

L'interruzione della linea dinastica con Alfonso II, che non ebbe figli legittimi, fu il pretesto per papa Clemente VIII di rientrare in possesso del feudo di Ferrara. Questi infatti non riconobbe la successione ad Alfonso di Cesare d'Este, del ramo di Montecchio, successione ritenuta illegittima dal Pontefice. Il ramo di Montecchio risale ad Alfonso d'Este, figlio del duca Alfonso I e di Laura Dianti. La relazione tra Alfonso I e Laura Dianti avvenne nel periodo successivo alla morte della moglie legittima del Duca, Lucrezia Borgia, dalla quale erano nati ben tre eredi maschi legittimi. Non é certo se Alfonso I sposò Laura Dianti prima di morire o meno. Da questa relazione nacquero Alfonso (1527-1587) ed Alfonsino (1530-1547). Ad Alfonso il padre assegnò la terra di Montecchio, in territorio reggiano. Nel 1549 Alfonso di Montecchio sposa Giulia Della Rovere (figlia del Duca di Urbino Francesco Maria della Rovere), da cui nasce Cesare (1562-1628). Il 13 Ottobre dello stesso 1562 l'Imperatore Ferdinando I eleva il territorio di Montecchio a Marchesato.

Nel 1598 Cesare d'Este-Montecchio é rimasto l'unico erede maschio di casa d'Este, ma Clemente VIII non riconobbe mai il matrimonio tra Alfonso I e Laura Dianti, delegittimando quindi tutto il ramo di Montecchio alla successione del feudo papale, in base a una bolla papale di Pio V che escludeva dalle successioni nei feudi pontifici i discendenti illegittimi. Diversamente accadde per il Ducato di Modena e Reggio, feudo imperiale, per il quale l'Imperatore Rodolfo II considerò legittima la successione di Cesare. Cesare d'Este si autonominò Duca anche di Ferrara, ma di fronte alla scomunica papale e alla presenza dell'esercito papalino stanziato a Faenza, decise di rinunciare. Gli Estensi rimasero titolari del solo Ducato di Modena e Reggio, scegliendo Modena come nuova capitale dello stato.

Così si consumò la devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa. La legazione conservò il nome di "Ducato", ma in realtà divenne una provincia di confine dello Stato Pontificio, e da quel momento la vita culturale ed economica della città, che aveva vissuto momenti di grandissimo splendore, subì un forte arresto.

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