DR 2
DR 2 | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | DR Automobiles |
Tipo principale | Superutilitaria |
Produzione | dal 2010 al 2014 |
Esemplari prodotti | 662[1] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 3700 mm |
Larghezza | 1578 mm |
Altezza | 1527 mm |
Passo | 2390 mm |
Massa | da 1040 a 1100 kg |
Altro | |
Assemblaggio | Macchia d'Isernia |
Progetto | DR Motor-Chery Automobile |
Stessa famiglia | Riich M1 |
Auto simili | Citroën C1 Daihatsu Sirion Fiat Panda Kia Venga e Picanto Opel Agila Subaru Justy Suzuki Splash Toyota Yaris |
La DR 2 è un'utilitaria compatta del segmento B prodotta dalla casa automobilistica italiana DR Automobiles dal 2010 al 2014.
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Presentata la salone dell'automobile di Ginevra 2010[2] viene prodotta in Cina come Chery A1[3]. La DR 2 è una piccola cinque porte delle dimensioni, grosso modo, di una Fiat Panda, anche se è leggermente più lunga, tre metri e 70.
Il motore è per tutte le versioni un quattro cilindri di 1.3 litri - con potenze da 75 a 83 CV a seconda dell'alimentazione - abbinato a un cambio manuale a cinque marce. Secondo il costruttore, i consumi si attestano sui 5,8 litri/100 km di benzina[4]. La dr2 era disponibile in un unico allestimento full optional, che comprende tutto, dalla vernice metallizzata ai cerchi di lega, dal climatizzatore ai sensori di parcheggio posteriori, ma i sistemi di sicurezza lasciano un po' a desiderare, la DR2 offre solo ABS e airbag frontali.
La macchina viene prodotta in Cina poi viene portata in Italia dove la DR si occupa delle ultimi fasi dell'assemblaggio e di una revisione generale dell'autovettura migliorando soprattutto le rifiniture interne, la verniciatura della carrozzeria e l'impianto elettrico. In particolare i paraurti vengono montati in Italia insieme alle cromature esterne applicate lungo le cornici dei finestrini e vengono riomologati i sistemi di sicurezza per rispettare gli standard di omologazione richiesti dall'Unione europea.
Evoluzione
[modifica | modifica wikitesto]La produzione termina nel corso del 2014[5], a seguito delle serie difficoltà economiche che hanno costretto la DR Motors a rinunciare allo stabilimento ex-Fiat di Termini Imerese e agli aiuti pubblici che ne avrebbero accompagnato l'acquisizione. Negli ultimi mesi la produzione avveniva solo se i concessionari della marca pagavano in anticipo ogni vettura ordinata. Si trattava, in sostanza, di una produzione "su misura" alquanto anomala che si trascinò a fatica per la sopravvenuta crisi (poi superata) dell'azienda molisana[6].
Motorizzazioni
[modifica | modifica wikitesto]La dr2 ha tre motori, tutti di origini cinesi: un benzina 1.3 Ecopower 16 valvole che fa 0/100 in 12,5 secondi, un 1.3 benzina/gpl Ecopower e un 1.3 metano Ecopower. Tutte le motorizzazioni sono omologate Euro 4 e sono abbinate ad un cambio manuale a cinque rapporti.
Modello | Disponibilità | Motore | Cilindrata cm³ |
Potenza | Coppia massima | Emissioni CO2 (g/Km) |
0–100 km/h (secondi) |
Velocità max (Km/h) |
1.3 16V Ecopower | dal debutto | 4 cilindri in linea, Benzina | 1.297 | 61 kW (83 CV) | 114 N·m @6.000 giri/min | 138 | 12,5 | 157 |
1.3 16V Ecopower GPL | dal debutto | 4 cilindri in linea, Benzina-GPL | 1.297 | 60 kW (82 CV) | 114 N·m @5.500 giri/min | 119 | 13,0 | 155 |
1.3 16V Ecopower Metano | dal debutto | 4 cilindri in linea, Benzina-Metano | 1.297 | 55 kW (75 CV) | 114 N·m @5.500 giri/min | 103 | 14,0 | 147 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tutte le auto della DR, il gruppo che dal Molise sfida i grandi dell'auto, su it.motor1.com, 21 giugno 2022.
- ^ La Nuova DR, la DR2, berlina compatta, su autoamica.net. URL consultato il 18 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2010).
- ^ (EN) Chery, su cheryinternational.com (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2010).
- ^ Scheda tecnica di Quattroruote, su quattroruote.it (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2010).
- ^ Listino della DR2 (2010-2014), su quattroruote.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
- ^ I listini auto? Pieni di modelli «fantasma», su st.ilsole24ore.com, 5 settembre 2013. URL consultato il 27 gennaio 2022.