Domenico Rosati (politico)

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Domenico Rosati

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaX
Gruppo
parlamentare
DC
CircoscrizioneToscana
CollegioArezzo
Incarichi parlamentari
  • Membro della 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) dal 1º agosto 1987 al 22 luglio 1989 e dal 10 ottobre 1990 al 22 aprile 1992
  • Membro della 11ª Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) dal 1º agosto 1987 al 10 ottobre 1990
  • Membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla dignità e condizione sociale dell'anziano dal 1º luglio 1988 al 19 luglio 1988
  • Membro della Giunta per gli affari delle Comunità Europee dal 1º agosto 1987 al 22 aprile 1992
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoIndipendente nella Democrazia Cristiana
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
Professionegiornalista pubblicista

Domenico Rosati (Vetralla, 5 febbraio 1929) è un politico e sindacalista italiano, ottavo presidente delle ACLI e senatore per la Democrazia Cristiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato all'Università di Roma in giurisprudenza, di professione giornalista.

Fin dagli anni cinquanta ha operato nelle ACLI, dapprima come giornalista, direttore del periodico Azione Sociale, poi come membro del Consiglio di presidenza dal 1968. Nel 1972 diviene vice presidente, ed è presidente nazionale delle Acli dal 30 maggio 1976 al 12 maggio 1987.[1] La sua elezione a presidente nazionale avviene sulla base di un documento approvato all'unanimità dal Consiglio nazionale delle ACLI che impegna il movimento ad operare all'interno della comunità acclesiale e conferma la scelta di classe ed anticapitalistica e in particolare la legittimità del pluralismo politico dei cattolici.[2]

Sotto la sua presidenza si è quindi ristabilito un solido rapporto tra l'associazione e la gerarchia ecclesiastica, rapporto che si era molto attenuato all'inizio degli anni settanta, in seguito alla deplorazione di Paolo VI (19 giugno 1971). Rosati volle dare alle ACLI un'impronta di "movimento della società civile per la riforma della politica" che si caratterizzasse sui temi pace, lavoro e democrazia, non in contrapposizione ai partiti ma per la loro rigenerazione.[1]

Nel 1983 promosse la marcia per la pace da Palermo a Ginevra contro la politica del riarmo atomico con i missili nella base di Comiso.[1]

È stato senatore nella X legislatura, eletto come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana, dal 1987 al 1992.

Come commentatore sui fatti politici e del mondo cattolico ha collaborato con vari giornali e riviste, tra cui Avvenire, Il Mattino e più di recente, l'Unità.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c I presidenti nazionali delle ACLI, su aclilombardia.it, ACLI Lombardia. URL consultato il 28 maggio 2012.
  2. ^ Maurilio Lovatti, Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI, Morcelliana, Brescia 2019, pp. 234-236

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maurilio Lovatti, Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI, Morcelliana, Brescia, 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente delle ACLI Successore
Marino Carboni 1976-1987 Giovanni Bianchi
Controllo di autoritàVIAF (EN120795517 · ISNI (EN0000 0003 8527 3552 · SBN RAVV065115 · LCCN (ENnr97006119 · WorldCat Identities (ENlccn-nr97006119