Domenico Fois

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Domenico Fois

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaI, II, IV
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studiolaurea in giurisprudenza
Professionemagistrato

Domenico Fois (Bortigali, maggio 1780Bortigali, 16 aprile 1871[1]) è stato un giurista, politico e avvocato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere Nobile[2], Don Domenico Fois nacque a Bortigali (Nuoro) nel 1780 da Don Bardilio e Donna Maria Giuseppa Pinna. Si trasferì a Cagliari alla fine del secolo per intraprendere la carriera universitaria. Laureato in giurisprudenza, entrò subito nella carriera della magistratura. Lo storico Telesforo Sarti, autore dell'opera "I Rappresentanti del Piemonte e d'Italia nelle tredici legislature del Regno", pubblicata a Roma nel 1880, così lo indica:

«per la dottrina e l’integrità meritò di salire ai più cospicui gradi della gerarchia e di riscuotere universale omaggio di altissima considerazione. Non appena, in virtù dello Statuto elargito dal magnanimo Carlo Alberto, gli Stati Sardi si raccolsero per la prima volta nei comizii elettorali politici allo scopo di nominare i rappresentanti all’Assemblea elettiva, il Fois venne eletto Deputato. La gara nell’eleggere il Fois tra i collegi cagliaritani è prova inconcussa della stima e della fiducia che i cittadini di Cagliari nutrivano nell’ingegno e nel patriottismo dell’esimio magistrato. Egli alla Camera tenne un contegno che confermò viepiù sempre la favorevole opinione su di lui. I Cagliaritani lo elessero pure ad altri onorevoli uffici pubblici, e ne furono soddisfattissimi»

Personaggio di straordinaria cultura ricordato anche da Vittorio Angius sul "Casalis" come “autore di celebri vari trattati di giurisprudenza criminale ed illustre statista”, e da Valery nel suo "Voyage en Corse, a l'ile d'Elbe et en Sardaigne" come "dotto autore di un trattato di giurisprudenza penale", fu Consigliere di Corte d'appello presso il Regio Tribunale di Cagliari. Nel 1817 pubblicò a Genova il trattato "Dei delitti, delle pene e della procedura criminale", opera che, come ci riferisce lo storico Prof. Antonello Mattone dell'Università di Sassari sui Quaderni di Scienze Giuridiche Diritto & Storia nel suo "Assolutismo e tradizione statutaria – il governo Sabaudo e il diritto consuetudinario del Regno di Sardegna dal 1720 al 1827", fu molto apprezzata dal Governo tanto da ottenere la dedica a Re Carlo Felice e l'imprimatur.
Nel 1818 Domenico Fois entrò a far parte della Magistratura, mentre nel 1822 divenne avvocato dei poveri presso la Reale Udienza. Nel 1824[3] fu chiamato a far parte della Commissione incaricata di esaminare il progetto del futuro codice feliciano e in tale occasione, data la sua competenza, ebbe l'incarico di relatore per le materie criminali.
Negli anni successivi si dedicò a scrivere la sua seconda opera giuridica, la "Giurisprudenza Civile", che venne pubblicata a Cagliari in sei volumi tra il 1839 ed il 1844. Nel 1832 ottenne la carica di Giudice della Reale Udienza.
Eletto deputato dell'opposizione al Parlamento Subalpino nelle elezioni del 17 aprile 1848 per i Collegi Cagliari II-III e V, precedendo il suo avversario politico Giovanni Siotto Pintor, fu riconfermato anche nella III e IV Legislatura. Firmò col deputato Guillot un progetto per l'abolizione delle decime in Sardegna. Un importante discorso fu quello che fece il 30 ottobre 1848, sullo stato della Sardegna, nel quale additava nell'abitudine del lusso diffusa dalla corte dopo il 1799 e nell'aumento dei tributi le cause principali dell'impoverimento dell'isola. Votò sempre con l'opposizione ai governi Cavour–Rattazzi in tutte le grandi questioni dibattute in Parlamento.
Ormai vecchio ed in precarie condizioni di salute, rassegnò le dimissioni il 21 gennaio 1851, ritirandosi dalla vita politica (ciò non gli impedì di essere eletto Consigliere Comunale di Cagliari nel 1852).
Morì a Bortigali il 16 aprile 1871 nella propria casa d'abitazione sita nel Rione Santa Croce.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le biografie “ufficiali” – basate forse esclusivamente sull’atto di morte del Comune, in cui il Fois risulta essere morto a 94 anni – riportano il 1776 come suo anno di nascita. Nel registro dei defunti della Parrocchia, invece, si legge che morì a 90 anni; il dato è confermato dal registro dei battesimi, in cui risulta essere stato battezzato il 14 maggio 1780. In entrambi i registri dei defunti (comunale e parrocchiale) viene dichiarato, tra l’altro, che D. Fois morì nella "propria casa d'abitazione" in Bortigali.
  2. ^ Discendeva da Onofrio Fois, un ricco possidente che, con diplomi del 1602 e del 1613, aveva ottenuto i titoli di Cavaliere e di Nobile da Filippo III Re di Spagna e di Sardegna.
  3. ^ Nello stesso anno si sposò con Donna Raffaella Passino di Bortigali.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Italo Birocchi, Per la storia della proprietà perfetta in Sardegna - provvedimenti normativi, orientamenti di governo e ruolo delle forze sociali dal 1839 al 1851, Milano, A. Giuffrè Editore, 1982.
  • Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana vol III, Milano, 1930.
  • Valery, Viaggio in Sardegna, Nuoro, Ilisso, 2003.
  • Maria Panu Saba, I parlamentari sardi alla Camera subalpina, 1955
  • Arnaldo Satta Branca, Rappresentanti sardi al Parlamento subalpino, Cagliari, 1975.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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