Discussione:Apocalypse Now

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Cinema
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Imprecisioni e riscrittura[modifica wikitesto]

La sezione su Apocalypse Now è molto vaga e imprecisa. Da un punto di vista tecnico in molte sue parti era scritta male (grammaticalmente, sintatticamente e dal punto di vista ortografico). Inoltre chi ha provveduto a scriverla non si è preoccupato di citare le fonti dalle quali ha tratto le ipotetiche "critiche" (che io ho rinominato come "interpretazioni"). Ciò che più mi ha indispettito è stata la superficialissima frase nella trama(che ho modificato): "Nella trama quasi nulla è comprensibile..." con successivamente un elenco confuso di momenti del film. Chi scrive su Wikipedia dovrebbe avere il buon senso di prendersi carico di questo compito SOLO se è informato su ciò che scrive e, soprattutto, ne ha voglia e SA SCRIVERE. --Sydow (msg) 22:33, 17 apr 2008 (CEST)[rispondi]

La voce è sicuramente perfettibile, come l'intera wikipedia :) Ma attenzione a non criticare il lavoro altrui! Le sezioni "Interpretazioni" e "Curiosità" andrebbero IMHO profondamente riviste da un utente esperto. PS: non si mettono le firme utente nelle voci. --Dedda71 (msg) 21:14, 19 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Sezione "Trama"[modifica wikitesto]

La sezione "Trama" è frutto, con tutta evidenza, di una traduzione automatica dall'inglese. E' del tutto inutilizzabile e indecente, a mio avviso. Io non so bene cosa fare, ma qualcuno intervenga: così com'è, è inservibile per chiunque.--Bathor (msg) 17:39, 29 apr 2009 (CEST)[rispondi]

Sezione "Conrad, Coppola e Nietzsche"[modifica wikitesto]

La sezione in questione è assolutamente da rivedere.E' priva di un reale approccio critico ed è costruita con una serie di stereotipi proposti come interpretazione filosofica. E' assolutamente inaccettabile l'accezione del concetto "volontà di potenza" che viene data, in quanto non rappresenta una delle possibili interpretazioni accettabili bensì il più comune (e vergognoso) fraintendimento del concetto. SilvioFattobene (msg) 19:55, 28 mar 2010 (CEST)[rispondi]

Al di là del giudizio sul merito dell'interpretazione, la sezione è confusionaria, per nulla enciclopedica, di difficile lettura e non priva di errori grammaticali o tipografici - alcuni dei quali ho corretto. I riferimenti a Nietzsche non sono adeguatamente giustificati: sono citati "volontà di potenza" e "superuomo", e si stabilisce una relazione attraverso la critica della per così dire "ipocrita" civiltà occidentale, ma in nessun momento è posto in chiaro il collegamento tra le opere e l'autore, se si può parlare cioè di influenza della filosofia Nietzscheana o se l'interpretazione sia del tutto personale.
Ritengo, da lettore occasionale, che la sezione vada pesantemente rivista se non tolta del tutto. Kruiser (msg) 12:54, 27 giu 2010 (CEST)[rispondi]
Concordo. Ho appena tolto il testo, che somiglia ad una ricerca originale, e lo riporto qua sotto (basta cliccare su espandi). Una volta rivisto e con le opportune fonti, potrà essere reinserito senza problemi.
Interpretazioni
Interpretazioni del film

La parte saliente del film, ossia quella che rende diverso Apocalypse Now da un film prettamente didascalico sulla guerra del Vietnam, oltre alla stessa impostazione del film, che mette la guerra sullo sfondo, concentrandosi solo sul protagonista, è l'incontro tra il capitano Willard e il colonnello Kurtz, incontro carico di toni epici e misteriosi. Kurtz, un monumentale Marlon Brando, ripreso in penombra, sembra qualcosa di più e di meno di un essere umano. Egli spiega, tra le righe, la sua filosofia: occorre uccidere, distruggere e mutilare, anche donne e bambini, se la causa è giusta.

Il colonnello, che si è macchiato dei delitti più terribili, lo ha fatto per seguire fermamente il suo ideale, senza lasciarsi corrompere come gli altri militari o gli stessi membri del governo, che uccidono come fa il colonnello Kilgore, facendo insensate stragi, e poi si preoccupano di condannare lui come omicida (accusa quasi assurda nel bel mezzo della guerra del Vietnam). È dunque un eroe o un pazzo sanguinario? Willard cerca di capire la vera natura di Kurtz, ma più si avvicina a lui e più sente di condividere le sue idee, pur notandone l'evidente follia: Kurtz si crede onnipotente, perde di vista il limite umano. Deve, e vuole, essere distrutto.
Qui si scorge il contributo di James Frazer, antropologo che scrisse a proposito delle origini del mito e della religione nelle diverse civiltà umane. È palese la sua influenza dal legame che ha con il lavoro di Joseph Conrad e da un'inquadratura del film, nella quale si vede il più importante saggio di Frazer, Il ramo d'oro. Frazer descrive come in molte civiltà primitive è facile per gli indigeni vedere in un essere umano un dio, e credere ciecamente in lui, obbedendo ad ogni suo ordine (esattamente come i montagnard fanno con Kurtz). Leggendo Frazer, la scena finale di Apocalypse Now diventa più comprensibile: quando l'uomo-dio manifesta i primi sintomi di cedimento e di prossima morte o malattia, per evitare che lo spirito divino fugga e sparisca per sempre, portando sciagura sull'intero popolo, è necessario che egli venga ucciso, trasferendo il potere nelle mani dell'omicida, il quale diventa il nuovo dio. Kurtz era malato, e aveva trovato un efficace espediente per evitare che gli indigeni lo uccidessero: essi, per placare la loro insofferenza e preoccupazione, nei momenti in cui Kurtz stava male, praticavano sacrifici animali. Ciò è chiaro nella scena dell'assassinio: Kurtz morente viene associato al bufalo sacrificato dagli indigeni (tra i quali balla forsennatamente anche Lance). Willard, dopo aver ucciso il colonnello esce dal suo rifugio e viene accolto dalla folla dei montagnard come un dio: essi si inchinano davanti a lui in silenzio.

Il regista, Coppola, spiega il suo ragionamento sul bene e sul male: un uomo che ha la possibilità di portare molto avanti il suo potere, può darsi che non riesca a fermarsi in tempo, e ad individuare il confine fra la propria anima ancestrale, violenta e amorale, e quella civile, perdendo di vista la possibilità di convivere con gli altri, se sono più deboli. E non è un caso, sembra dire Coppola, che questa filosofia venga normalmente applicata a quella guerra talmente sciagurata da confondere e stravolgere tutti gli aspetti della morale non solo americana, ma di tutto il mondo.

La luce gioca un ruolo fondamentale nel film: il suo taglio netto luce/ombra colloca i personaggi, che sempre vivono un dramma interiore, nella dimensione della tragedia imminente. Essi agiscono su un palco creato appositamente per loro, marionette i cui fili sono tirati dal crudele ed incorruttibile fato. Questo sembra essere chiaro: nessuno ha la facoltà di decidere del proprio destino, il libero arbitrio è solo una facoltà che ci illudiamo di avere.
E quel colonnello Kurtz, così gigantesco nel compimento di un destino già scritto, sa che non basta uccidere e massacrare per dimenticare la propria anima malata. Non serve la poesia, non serve la follia, non serve nascondersi nelle ombre e mostrare solo quello che si vuole.
La morte è l'unica amica nel mondo da incubo del Vietnam, in cui tutto è grottesco nella sua crudeltà. L'unica cura è la morte, che porta lontano da tutto l'orrore alienante della guerra.

Contrasta col titanismo eroico di Kurtz il piccolo capitano Willard, un Martin Sheen struggente, un uomo stanco che vive in un incubo. Divorato dai suoi demoni, agisce e vive senza crederci veramente. Il suo senso morale, o quello che ne resta, lo spinge a compiere la sua missione, ma la sua mente gli grida di scappare. Kurtz e Willard, due facce della stessa medaglia, l'uno lo specchio dell'altro, due uomini ormai a metà, ognuno dei quali ha nei confronti della propria mente un solo dovere: quello di non impazzire.

Conrad, Coppola e Nietzsche

Esiste tuttavia una chiave di lettura ancora più profonda - e di taglio filosofico - dell'opera di Coppola, per comprendere la quale occorre tuttavia analizzare anche, nel racconto Cuore di tenebra di Conrad che ha evidentemente ispirato il film, la figura del signor Kurtz (nel libro infatti Kurtz non era un colonnello ma un agente di una compagnia commerciale dell'epoca coloniale).

In Cuore di tenebra Kurtz viene descritto come un uomo intelligente e dotato, in parte mosso all'inizio da ideali sinceri, ma che alla fine non è in grado di resistere alla tentazione di un potere assoluto che gli indigeni gli hanno attribuito proprio in ragione delle sue indubbie capacità personali. Per Conrad dunque è l'onnipotenza la vera "prova ordalica" dell'uomo occidentale, ossia ciò che rivela il suo "cuore di tenebra" e lo spinge a giudicarsi con "orrore". Kurtz è la dimostrazione del fatto che l'uomo occidentale moderno si muta in un mostro quando nessuna regola o convenzione esterna impedisce che la sua libertà si spinga oltre ogni limite, coronando il grande sogno (incofessato, ma coltivato appunto dalla cultura occidenale dall'illuminismo in poi - o meglio con il cosiddetto "colonialismo culturale") di sostituirsi a Dio. Conrad ci offre dunque una visione - assolutamente pessimistica e misantropica ma molto attuale - in cui, se l'uomo occidentale "moralizzato e giuridicizzato" è forse un tiranno ipocrita che soggioga e sottomette gli altri in vista dei suoi interessi materiali, l'uomo occidentale "libero di essere dio" diventa qualcosa di peggio: un demone distruttore capace di trascinare se stesso e gli altri nell'insensata e vuota metafisica del "voler dominare tutto". La critica di Conrad colpisce dunque al cuore la cultura occidentale moderna nella sua pretesa di voler dapprima trasformare l'uomo in dio per poi fingere di incatenarlo (ovviamente con scarsi risultati) in regole e principi etici o giuridici. L'orrore di Kurtz in punto di morte deriva dunque dalla presa di coscienza del vuoto di una esistenza che - una volta "saltati" i fragili lacci della società o del diritto - si è mostrata per quello che era in realtà: la sterile ed insensata pretesa di onnipotenza che sta nascosta nell'animo di ogni occidentale moderno. In questo senso, il "cuore di tenebra" e "l'orrore" di cui ci parlano Conrad e Kurtz sarebbero insomma una efficace metafora della "volontà di potenza" nietzscheana, mentre il colonialismo così come l'ipocrisia della società vittoriana sarebbero solo alcuni (tra i tanti, storicamente contingenti) epifenomeni di quella volontà di potenza.

Analogamente la guerra del Vietnam - nel film di Coppola - non è l'oggetto diretto della critica, e neanche l'imperialismo americano lo è in quanto tale: si tratta solo di simboli, rectius di "conseguenze", dell'errore di fondo della cultura occidentale. Anche il Kurtz di Coppola, nel suo monologo finale, mostra infatti di aver commesso l'errore fondamentale del Kurtz di Conrad: il colonnello impazzito non si interroga ormai più sui fini del suo agire (e quindi coerentemente non ammette di poter essere giudicato), ma si limita ad usare la sua onnipotenza per perseguire con qualunque mezzo i fini che ha deciso di perseguire. Anche qui emerge dunque - come in Conrad - la critica al nocciolo della cultura occidentale, che - a prescindere dal fine che dice di volta in volta di voler perseguire - in realtà si fonda sulla pura volontà di potenza che trascina l'occidente a voler dominare tutto senza neppure sapere perché. La differenza principale tra i due protagonisti è che il Kurtz di Conrad accetta di fuggire e muore di morte naturale rendendosi conto forse davvero solo all'ultimo momento dell'orrore della sua vita. Il colonnello di Coppola si era invece già reso conto dell'orrore che si cela nella volontà di potenza (l'illuminazione di cui parla nel suo monologo dopo la vicenda dell'amputazione da parte dei Vietcong delle braccia dei bambini vaccinati dagli americani) e dunque - avendo aderito consapevolmente a quell'orrore - si lascia uccidere. Ma che senso ha il lasciarsi uccidere se non si accetta di essere giudicati? Forse ciò che il colonnello ha compreso è che la morte è l'unica conseguenza inevitabile e certa, l'unico destino possibile e pertanto inevitabile, del nulla rappresentato dalla volontà di potenza, qualunque sia l'ideale con cui si pretende di riempirla (a dimostrazione di una flessione di tipo filosofico e non meramente esistenziale vi è un breve frame in cui Willard sfogliando uno dei testi di Kurtz - dei libri, si è certi ci siano la Bibbia e un Elliot - nota l'appunto "Drop the BomB. EXTERMINATE Them All" - "Sganciare la BombA. STERMINARE Tutti Loro", con tanto di variazioni tra il minuscolo ed il maiuscolo a rivelare una psiche dalla stabilità precaria). Di qui "l'orrore". Ma c'è di più: forse Coppola, rispetto a Conrad, suggerisce anche che la cultura della volontà di potenza, oltre che "necessariamente eterodistruttiva", è in fin dei conti anche "intrinsecamente autodistruttiva". In questa lettura, il finale del film in cui l'assassino di Kurtz diventa il nuovo Kurtz, si presta bene ad un'altra metafora filosofica: la volontà di potenza, per continuare a sopravvivere ai mutati contesti storici, deve lasciare indietro un fine vecchio, giudicandolo sbagliato ed eliminandolo essa stessa, ma solo per potervi sostituire un fine nuovo ritenuto "più giusto": mentre in realtà si tratta di un gioco delle apparenze che serve solo a perpetuare la volontà di potenza, unico vero tratto distintivo della cultura occidentale moderna a prescindere dalle diverse "maschere ideologiche" di cui si veste.

Per questo sia il racconto di Conrad che il film di Coppola lasciano un inafferrabile senso di "inquietudine" o di "disturbo": queste opere suggeriscono infatti che tutti noi - per quanto anestetizzati da una società fondata sul politically correct - rischiamo di usare la volontà di potenza (nella versione "accettabile" propostaci dalla società attuale) per nascondere a noi stessi che viviamo delle esistenze costruite sul vuoto e destinate solo alla morte. Tutti siamo dei potenziali Kurtz, ai quali probabilmente mancano in fondo solo l'occasione, le capacità o semplicemente il coraggio per poterlo diventare davvero. La grandezza di simili opere sta dunque nel fatto che non parlano tanto del colonialismo o della guerra del Vietnam ma usano quei fenomeni ed eventi storici per raccontarci delle profonde verità sull'essenza del pensiero occidentale moderno. Per questo si tratta indubbiamente di capolavori.

Il guazzabuglio offerto dall'intreccio dei simboli cristiani con realtà esotiche d'altronde non vela del tutto una propensione di fondo per lo stesso concetto nietzscheano naturalmente seguito a quello di "Volontà di potenza"; in esso vi si deve poter trovare il sospirato intento di riabilitare il libero arbitrio in un (piuttosto transumanistico) "Superuomo", contestato dai lettori nietzschiani appartenenti al clero. La relazione dell'uomo moderno con lo spazio circostante così come si presenta dalle scoperte scientifiche che pongono un abisso invalicabile tra il possibile e l'attuabile, scoprono una violenza ingiustificata verso il primitivo che in quest'ottica si pone come contestatore della cultura occidentale. Per questo probabilmente le riprese del film furono tanto difficoltose non solamente sul piano materiale ma anche sociale, mettendo in dubbio la validità di ogni particolare comportamento intellettuale legato alle relazioni gerarchiche come dimostra la crisi del matrimonio del regista alla luce dell'analisi specifica dei ruoli nel Complesso di Edipo esteso oltre ai confini dell'appartenenza sessuale con la "Volontà di potenza".

--Azrael 13:02, 27 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Citazione iniziale[modifica wikitesto]

«Il mio film non è sul Vietnam... il mio film è il Vietnam.»

«Un film limite da accostare ad Intolerance, Greed ed Odissea nello Spazio

Ciao! Viste le linee guida a riguardo, decidete voi quale tenere, o se sia il caso di trovarne qualche altra. Dome era Cirimbillo A disposizione! 18:07, 24 mar 2011 (CET)[rispondi]

Note
  1. ^ L'orrore della guerra e il cuore di tenebra dell'uomo in Apocalypse now, su wuz.it. URL consultato il 22 dicembre 2010.
  2. ^ Rubrica Minicritiche su Paese Sera-1979

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Apocalypse Now. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 09:39, 7 feb 2018 (CET)[rispondi]

Paragrafo della trama abnorme[modifica wikitesto]

Il paragrafo della trama è enorme, non si può fare un paragrafo "Trama breve" o "Sinossi" così si può sapere di cosa parla il film senza dover leggere un romanzo?--79.53.142.229 (msg) 19:21, 15 ago 2019 (CEST)[rispondi]