Diocesi di Skálholt

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Skálholt
Sede vescovile titolare
Dioecesis Skalholtensis
Chiesa latina
Arcivescovo titolareAntoine Camilleri
Istituita1968
StatoIslanda
Diocesi soppressa di Skálholt
Suffraganea diNidaros
Eretta1056
Soppressa1542
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche
Mappa delle diocesi medievali islandesi.

La diocesi di Skálholt (in latino: Dioecesis Skalholtensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprendeva la parte meridionale dell'Islanda.

Sede vescovile era il villaggio di Skálholt, oggi nel comune di Bláskógabyggð, dove si trovava la cattedrale di San Pietro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi fu eretta nel 1056. L'anno precedente, il 4 giugno 1055, fu consacrato a Brema il primo vescovo, Ísleifur Gissurarson. Questi pose la residenza vescovile nella fattoria di famiglia a Skálholt e vi istituì una scuola.

Il secondo vescovo, Gissur Ísleifsson, consacrò la cattedrale dedicata a San Pietro apostolo.

Nel 1106 cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Hólar, nella parte settentrionale dell'isola.

Originariamente la diocesi faceva parte della metropolia di Amburgo-Brema. Successivamente entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Lund (1104) e poi in quella dell'arcidiocesi di Nidaros (1152).

La diocesi abbracciò la riforma quando il re danese Cristiano III impose in tutti i suoi domini il luteranesimo come religione di Stato; per la Chiesa cattolica, pertanto, la diocesi fu soppressa.[1]

Dal 1968 Skálholt è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 3 settembre 2019 l'arcivescovo, titolo personale, titolare è Antoine Camilleri, nunzio apostolico in Etiopia e Gibuti, rappresentante speciale presso l'Unione Africana e delegato apostolico in Somalia.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi[modifica | modifica wikitesto]

  • Ísleifur Gissurarson † (4 giugno 1055 - 5 luglio 1080 deceduto)
  • Gissur Ísleifsson † (4 settembre 1082 - 1118 deceduto)
  • Þorlákur Runólfsson † (28 aprile 1118 - 31 gennaio 1133 deceduto)
  • Magnús Einarsson † (28 ottobre 1134 - 30 settembre 1148 deceduto)
  • Klængur Þorsteinsson † (6 aprile 1152 - 28 febbraio 1176 deceduto)
  • San Þorlákur Þórhallsson † (2 luglio 1178 - 23 dicembre 1193 deceduto)
  • Páll Jónsson † (23 aprile 1195 - 29 novembre 1211 deceduto)
  • Magnús Gissurarson † (1216 - 14 agosto 1236 deceduto)
  • Sigvarður Þéttmarsson † (1238 - 1268 deceduto)
  • Árni Þorláksson † (30 maggio 1269 - 21 aprile 1298 deceduto)
  • Árni Helgason † (25 ottobre 1303 - 21 gennaio 1320 deceduto)
  • Jón Halldórsson, O.P. † (1º agosto 1322 - 2 febbraio 1339 deceduto)
  • Jón Indriðason † (25 luglio 1339 - 16 marzo 1341 deceduto)
  • Jón Sigurðsson † (1343 - 1º giugno 1348 deceduto)
  • Gyrðir Ívarsson † (1349 - 1360 deceduto)
  • Thorar † (1363 - 1364 deceduto)
  • Oddgeir Þorsteinsson † (1366 - 15 agosto 1381 deceduto)
  • Mikael † (1383 - ?)
  • Vilchin Hinriksson, O.P. † (1394 - 1406 deceduto)
  • Jón, O.S.B. † (14 maggio 1406 - 1413 deceduto)
  • Árni Ólafsson, C.R.S.A. † (10 ottobre 1414 - 1426 deceduto)
  • Jón Gerreksson † (6 marzo 1426 - 18 luglio 1433 deceduto)
  • Jón Vilhjálmsson † O.S.A. (5 gennaio 1435 - ?)
  • Gozewijn Comhaer † (? - 1448 deceduto)
  • Marcellus, O.F.M. † (15 aprile 1448 - 1452/1460 deceduto)
  • Jón Stefánsson Krabbe † (1462 - 27 febbraio 1465 deceduto)
  • Sveinn Pétursson † (1466 - circa 1475 deceduto)
  • Magnús Eyjólfsson † (1477 - circa 1490 deceduto)
  • Stefán Jónsson † (1491 - 16 ottobre 1518 deceduto)
  • Ögmundur Pálsson † (28 ottobre 1521 - luglio 1542 deceduto)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Una diocesi luterana con lo stesso nome continuò ad esistere nella Chiesa nazionale d'Islanda fino al 1801 quando si fuse con l'altra che portava il titolo dell'antica diocesi di Hólar, in un'unica circoscrizione. Oggi i vescovi ausiliari della stessa portano i titoli di Skálholt e Hólar.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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