Dino Zannoner

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Dino Zannoner
NascitaVicenza, 1910
MorteBattaglia di Cheren, 29 marzo 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero militare di Cheren
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGranatieri
Anni di servizio1932-1941
GradoTenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieBattaglia di Cheren
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Dino Zannoner (Vicenza, 1910battaglia di Cheren, 29 marzo 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Vicenza nel 1910, figlio di Attilio e di Maria Morandini.[2] Compiuti gli studi medi presso l'Istituto commerciale di Padova, si arruolò volontario nel Regio Esercito in qualità di allievo ufficiale di complemento, frequentando la Scuola di Spoleto, e nel 1932 venne sottotenente in servizio presso il 71º Reggimento fanteria.[1] Congedatosi nel gennaio 1933 e conseguita la laurea in scienze economiche e commerciali presso l'università di Torino, fu assunto come impiegato dalla Banca Nazionale del Lavoro e destinato alla sede di Addis Abeba, in Africa Orientale Italiana.[1] Promosso tenente a scelta ordinaria con anzianità 1º luglio 1936, alla vigilia dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu richiamato in servizio attivo e destinato al 10º Reggimento "Granatieri di Savoia".[1] Cadde in combattimento il 29 marzo 1941 durante le fasi della battaglia di Cheren e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone chiedeva ed otteneva di proteggere col suo reparto il ripiegamento di una compagnia in pericolo di accerchiamento. Contro forze nemiche preponderanti non esitava a lanciarsi in reiterati contrassalti. Ferito non abbandonava la lotta, ricusava ogni soccorso e continuava nella propria azione incitando con lo esempio i propri granatieri. Colpito mortalmente alla fronte mentre col moschetto imbracciato, alla testa dei suoi uomini tirava contro il nemico che, stringendolo da presso, lo invitava ad arrendersi, gridava; « Resistete, Viva l’Italia ». Esempio fulgido di coraggio e di alto senso del dovere. Africa Orientale, 29 marzo 1941.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 27 ottobre 1950.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 625.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Zannoner, Dino, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 625.
  • Alberto Rovighi, Le operazioni in Africa Orientale giugno 1940-novembre 1941. Vol.1 Narrazione, Roma, Edizioni Ufficio Storico SME, 1995.
  • Alberto Rovighi, Le operazioni in Africa Orientale giugno 1940-novembre 1941. Vol.2 Documenti, Roma, Edizioni Ufficio Storico SME, 1995.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Zannoner, Dino, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.