David Rosen

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David Rosen nel 2009.

David Shlomo Rosen (Newbury, 1951) è un rabbino britannico naturalizzato israeliano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È figlio del rabbino ed educatore inglese Kopul Rosen.[1]

Nato ed educato in Gran Bretagna,[1] studiò in una yeshivah di Gerusalemme e si arruolò nell'esercito israeliano.[2] È stato rabbino a Città del Capo dal 1975 al 1979.[1]

Prima di tornare in Israele, è stato rabbino capo in Irlanda. È direttore della sezione israeliana dell'Anti-Defamation League, un'associazione che si oppone ai razzismi. Noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso, è presidente dell'International Council of Christians and Jews (Iccj) e membro della commissione bilaterale fra Israele e Vaticano. Il suo ufficio è nella King David Street di Gerusalemme.[3] È sposato e ha tre figlie.[2]

È inoltre presidente della Società ebraica vegetariana.[4] È un forte critico dell'allevamento intensivo, sostenendo che la carne da esso derivata, per il trattamento crudele degli animali, non andrebbe considerata kosher, e che, oltre a ciò, l'impatto sull'ambiente della produzione di carne dovrebbe spingere gli ebrei osservanti verso uno stile di vita vegetariano.[5] In merito al rapporto tra religione ebraica e vegetarianismo, ha scritto in particolare:

(EN)

«Indeed, Judaism as a way of life, seeks to inculcate in us a consciousness of the Divine Presence in the World and respect for life accordingly. The more we care for life, the closer we are in fact to God. Accordingly, an ethical vegetarian way of life expresses the most noble and sublime values and aspirations of Judaism itself, bringing us closer to its vision for society as a whole.[6]»

(IT)

«In effetti, l'ebraismo come stile di vita cerca di inculcare in noi una consapevolezza della presenza divina nel mondo e di conseguenza il rispetto per la vita. Quanto più ci sta a cuore la vita, tanto più siamo difatti vicini a Dio. Di conseguenza, un vegetarianismo etico come stile di vita esprime i valori e le aspirazioni più nobili e sublimi dell'ebraismo stesso, portandoci più vicini alla sua visione della società come un tutt'uno.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gideon Shimoni, Community and Conscience: The Jews in Apartheid South Africa, UPNE, 2003, p. 142.
  2. ^ a b Anton La Guardia, Terra Santa, guerra profana, Fazi Editore, Roma, 2002, p. 41, ISBN 88-8112-339-8.
  3. ^ Michele Zanzucchi, I santuari sulle rocce, Città Nuova, Roma, 2000, pp. 117 sgg. ISBN 88-311-5092-8.
  4. ^ Lorenzo Guadagnucci, Restiamo animali, Terre di mezzo, Milano, 2012, p. 220, ISBN 978-88-6189-224-8.
  5. ^ Matthieu Ricard, Sei un animale!, Sperling & Kupfer, Milano, 2016, p. 26, ISBN 978-88-200-6028-2.
  6. ^ David Rosen, Vegetarianism: An Orthodox Jewish Perspective, in Roberta Kalechofsky (a cura di), Rabbis and Vegetarianism: An Evolving Tradition, Micah Publications, 1995, p. 55, ISBN 0-916288-42-0. Citato in Steve F. Sapontzis, Food for Thought: The Debate Over Eating Meat, Prometheus Books, 2004, p. 175, ISBN 1-59102-118-9.

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Controllo di autoritàVIAF (EN73280128 · ISNI (EN0000 0000 3685 819X · LCCN (ENn2006039759 · GND (DE120255936 · J9U (ENHE987007526360605171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2006039759