Consiglio nordico dei ministri

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Consiglio nordico dei ministri
(DA) Nordisk Ministerråd
(NO) Nordisk ministerråd
(SV) Nordiska ministerrådet
Bandiera del Consiglio nordico
TipoOrganizzazione internazionale
Fondazione1971
Scopocooperazione economica e sociale
Sede centraleBandiera della Danimarca Copenaghen
Area di azionePaesi nordici
Lingue ufficialiDanese, norvegese, svedese, finlandese, islandese
Sito web

Il Consiglio nordico dei ministri è l'organizzazione intergovernativa istituita dai Paesi nordici (Danimarca, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia) e dai loro territori autonomi (Groenlandia, Isole Faroe e Åland) nel quadro della cooperazione nordica. Si tratta di un insieme di consigli che riuniscono i ministri di ciascun paese su un argomento specifico.

Il Consiglio nordico dei ministri è stato istituito nel 1971, dopo il fallimento del progetto NordEk, volto a creare nei paesi nordici un'istituzione simile alla Comunità economica europea.

Il Consiglio consiste, sullo stesso modello del Consiglio dei ministri dell'Unione europea, in riunioni periodiche organizzate tra i ministri omologhi di ciascun paese membro. L'organizzazione e lo svolgimento dei Consigli spetta in teoria ai rispettivi primi ministri di ciascuno Stato. In pratica, questa responsabilità è delegata ai ministri della cooperazione nordica. L'attività quotidiana del Consiglio è coordinata dal Segretariato del Consiglio nordico dei ministri.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine della seconda guerra mondiale fu proposta l’idea di un’unione di difesa scandinava, ma nel 1949 i negoziati si conclusero senza successo. Successivamente, Islanda, Danimarca e Norvegia aderirono alla NATO, mentre la Svezia riaffermò la sua politica di neutralità.[1] In seguito a questo fallimento, venne invece istituito nel 1952 il Consiglio nordico, formato da Islanda, Danimarca, Norvegia e Svezia. La Finlandia, per via del suo rapporto speciale con l'Unione Sovietica di Stalin, non aderirà al Consiglio fino al 1955, quando i rapporti si furono calmati con il nuovo capo dell'Unione Sovietica, Nikita Sergeevič Chruščëv.[1] Negli anni '50 emersero i piani per un'unione doganale e un'area di libero scambio, ma alla fine Norvegia, Svezia e Danimarca scelsero di aderire all'Associazione europea di libero scambio nel 1960, seguite dalla Finlandia (come membro associato) nel 1961 e dall'Islanda nel 1970.[2] Nel 1973 la Danimarca aderì alla Comunità economica europea (CEE).[3] Nel corso degli anni '60, l'idea sembrava quella di far evolvere le istituzioni nordiche di cooperazione in un'organizzazione simile a quella della CEE.[2] Un trattato, noto come il trattato di Helsinki, fu ratificato a Helsinki nel 1962.[2] Tra il 1968 e il 1970 si tennero intense trattative su questo progetto denominato "NordEk", ma alla fine la Finlandia abbandonò il progetto a causa dei suoi rapporti con l'Unione Sovietica.[2] Tuttavia, questo fallimento portò alla creazione di un nuovo progetto, il Consiglio nordico dei ministri.[2]

Con la fine della guerra fredda, all'inizio degli anni '90, i paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) ottennero l'indipendenza.[4] Il Consiglio nordico dei ministri ha poi istituito uffici in questi paesi.[4]

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Coordinamento generale[modifica | modifica wikitesto]

Il trattato di Helsinki, firmato nel 1962 tra i cinque paesi nordici, funge da quadro per la cooperazione all'interno del Consiglio nordico e del Consiglio nordico dei ministri.[5]

La presidenza del Consiglio nordico dei ministri è esercitata a turno dai cinque paesi nordici per un periodo di 1 anno, nell'ordine Danimarca - Finlandia - Norvegia - Svezia - Islanda.[6]

Il Consiglio nordico dei ministri è l'istituzione ufficiale per la cooperazione intergovernativa nella regione nordica.[7] Il coordinamento complessivo della cooperazione è in teoria assicurato dai Primi ministri, ma in pratica è delegato ai Ministri della Cooperazione nordica, funzione presente negli otto governi.[7][8]

L'operazione quotidiana è svolta dal Segretariato del Consiglio nordico dei ministri.[9] Il segretariato è responsabile dei lavori preparatori delle riunioni dei consigli dei ministri e delle commissioni degli alti funzionari, nonché dell'attuazione delle decisioni.[9]

Consigli specifici[modifica | modifica wikitesto]

Il Consiglio nordico dei ministri è in realtà composto da undici consigli, ciascuno incentrato su un tema particolare,[10] per i quali i ministri omologhi delle varie nazioni si riuniscono due volte l'anno.[11] Le decisioni vengono prese all'unanimità, [11] a seguito di un lavoro preparato in anticipo dal segretariato.[9]

Gli undici consigli sono :

  • Consiglio nordico dei ministri del lavoro (MR-A);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri dell'Economia, dell'energia e della politica regionale (MR-NER);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri per la pesca e l'acquacoltura, l'agricoltura, l'alimentazione e le foreste (MR-FJLS);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri per l'uguaglianza di genere (MR-JÄM);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri della cultura (MR-K);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri per gli affari legislativi (MR-LAR);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri dell'ambiente (MR-M);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri della sanità e degli affari sociali (MR-S);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri per l'istruzione e la ricerca (MR-U);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri delle finanze (MR-FINANS);[10]
  • Consiglio nordico dei ministri per il digitale (MR-DIGITAL).[10] La decisione di aggiungerlo è stata presa nel giugno 2017.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The history of the Nordic co-operation | Before 1952, su Nordic cooperation..
  2. ^ a b c d e (EN) The history of the Nordic co-operation | 1953-1971, su Nordic cooperation..
  3. ^ (EN) The history of the Nordic co-operation | 1972-1989, su Nordic cooperation..
  4. ^ a b (EN) The history of the Nordic co-operation | After 1989, su Nordic cooperation..
  5. ^ (EN) Consiglio nordico dei ministri, The Helsinki Treaty, su norden.org..
  6. ^ (EN) Consiglio nordico dei ministri, About the Presidency in the Nordic Council of Ministers, su norden.org..
  7. ^ a b (EN) Consiglio nordico dei ministri, Inter-governemental co-operation, su norden.org..
  8. ^ (EN) Consiglio nordico dei ministri, Ministers for Co-operation (MR-SAM), su norden.org..
  9. ^ a b c (EN) Consiglio nordico dei ministri, The Nordic Council of Ministers' Secretariat, su norden.org..
  10. ^ a b c d e f g h i j k l m Consiglio nordico dei ministri, Council of Ministers, su norden.org.
  11. ^ a b (EN) Consiglio nordico dei ministri, About the Nordic Council of Ministers, su norden.org..

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN123338018 · ISNI (EN0000 0001 2238 3258 · SBN UFIV066345 · LCCN (ENn79034967 · BNF (FRcb11885484h (data) · J9U (ENHE987007266037205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79034967