Comizi calati

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Organi costituzionali romani



Cursus honorum:





Massime cariche per epoca

I comizi calati (in latino Comitia Calata), la più antica delle assemblee romane, era un'assemblea di carattere religioso.

Caratteri[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce molto di queste assemblee, che venivano convocate (da calare, chiamare) per dare pubblicità a degli avvenimenti, come le nomine del rex sacrorum, dei flamini,[1][2] e delle vergini vestali.

Sembra si radunassero sul Campidoglio[3] basandosi sull'organizzazione delle trenta curiae e che l'assemblea fosse presieduta dal Re o dal Pontifex Maximus.

Secondo un'altra interpretazione[4] non si tratterebbe di una distinta tipologia di assemblea, quanto della modalità di convocazione (per chiamata) dei Comizi centuriati e dei Comizi curiati.

Davanti ai Comitia calata, presieduti dal Pontifex Maximus,[5] potevano essere redatti pubblicamente i testamenti, testamenta calatis comitiis, mentre davanti ai Comitia presieduti dal Rex,[5] si procedeva alla detestatio sacrorum, ovvero la rinuncia al culto familiare (connesso molto probabilmente l'adrogatio).

Erano poi convocati mensilmente alle calende (calandus "che deve essere chiamato o annunziato solennemente") ed alle none per annunciare al popolo il calendario.[2].

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

In Epoca regia, trattandosi dell'unica assemblea cittadina, la sua competenza si estendeva a tutte le questioni per le quali il re chiedeva la collaborazione dei cittadini in assemblea.

Con la nascita delle altre assemblee romane, assunse un carattere prettamente religioso, fino a rimanere vuoto simulacro di antiche tradizioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Antistio Labeone, fr.22, Huschke
  2. ^ a b Giovanni Battista Dal Lago, I comizi romani ed il demos ateniese, Tipografia sociale Panfilo Castaldi, 1870, p. 42.
  3. ^ Sindrome occidentale: conversazioni fra un archeologo e uno storico sull'origine a Roma del diritto, della politica e dello Stato Copertina anteriore - Andrea Carandini - Il melangolo, 2007
  4. ^ Salvatore Aula, Compendio delle antichità romane, stamp. di Domenico Capasso, 1840, p. 66.
  5. ^ a b Corso di diritto pubblico romano, Aldo Petrucci, G Giappichelli Editore, 12 giu 2017

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]