Colobinae

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Colobinae[1]
Entello grigio, a Udaipur, India
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Parvordine Catarrhini
Famiglia Cercopithecidae
Sottofamiglia Colobinae
Jerdon, 1867
Generi

Le Colobine (Colobinae Jerdon, 1867), o scimmie mangiafoglie, sono una sottofamiglia di scimmie catarrine che comprende 61 specie suddivise in 11 generi. Appartiene alla famiglia Cercopitecidi

Una classificazione divide le scimmie colobine in due tribù, mentre un'altra in tre gruppi. Entrambe le classificazioni inseriscono i tre generi africani Colobus, Piliocolobus e Procolobus in un unico gruppo, il cui carattere distintivo è il pollice mozzo (dal greco κολοβόςkolobós = "mozzato"). I vari generi asiatici sono collocati in due gruppi.

L'analisi del DNA mitocondriale conferma che le specie asiatiche formano due gruppi distinti, quello dei langur e quello delle specie "dal naso strano", mentre gli entelli hanno caratteristiche proprie e alcuni autori li considerano una genere a sè stante,[2] mentre altri lo collocano saldamente all'interno del gruppo dei langur.[3]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Le colobine sono primati di medie dimensioni dotate di lunghe code (tranne il langur dalla coda di maiale) e una gran variazione di colore della pelliccia. La colorazione di quasi tutti i giovani differisce notevolmente da quella degli adulti.

La maggior parte delle specie sono arboree, sebbene alcune conducano una vita perlopiù terrestre. Si possono trovano in molti habitat diversi di diverse zone climatiche (foreste pluviali, mangrovie, foreste di montagna e savane), tranne che nei deserti e in altre aree aride. Vivono in gruppi familiari che possono arrivare a contare decine di individui, ma la struttura del gruppo varia da specie a specie.

Le colobine sono folivore, anche se la loro dieta può comprendere anche fiori, frutti e occasionalmente insetti e piccoli vertebrati. Per favorire la digestione, in particolare delle foglie difficili da digerire, hanno stomaci complessi e dotati di più camere, che li rendono gli unici primati con fermentazione dell'intestino crasso. Per fare ciò utilizzano dei batteri per disintossicare i composti vegetali prima che raggiungano l'intestino, dove vengono assorbite le tossine. La fermentazione è anche associata a una maggiore estrazione di proteine e ad un'efficiente digestione delle fibre;[4][5] è la forma dominante di digestione in diversi taxa erbivori, tra cui la maggior parte degli Artiodattili (ad esempio cervi, bovini, antilopi), bradipi e canguri. Al contrario, le scimmie urlatrici del Nuovo Mondo si affidano alla fermentazione dell'intestino posteriore, che si verifica più in basso nel colon o nel cieco, proprio come nei cavalli e negli elefanti.[4] A differenza dell'altra sottofamiglia di scimmie del Vecchio Mondo, i Cercopithecinae, non possiedono tasche guanciali.

La gestazione dura in media dai 6 ai 7 mesi. I giovani vengono svezzati a circa un anno e raggiungono la maturità sessuale dai 3 ai 6 anni. La loro aspettativa di vita è di circa 20 anni.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Colobinae è divisa in due tribù, Colobina che comprende i generi africani, e Presbytina che comprende i generi asiatici. Sulla base dei reperti fossili, le tribù si sono divise tra i 10 e i 13 milioni di anni fa.[6] La tribù Colobina comprende tre generi, i colobi bianco-nero, i colobi rossi e colobi olivastri, tutti presenti in Africa. I Presbytina asiatici comprende sette generi divisi in due cladi, il gruppo "dal naso strano" e il gruppo dei langur.[2][6][7]

Guereza
(Colobus guereza)
Colobo rosso di Zanzibar
(Piliocolobus kirkii)
Presbite di Giava
(Trachypithecus auratus)
Presbite di Thomas
(Presbytis thomasi)
Langur duca
(Pygathrix nemaeus)
Scimmia naso camuso dorata (Rhinopithecus roxellana)
Nasica
(Nasalis larvatus)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Colin Groves, Colobinae, in D.E. Wilson e D.M. Reeder (a cura di), Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, 167–178, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ a b c Sterner, Kirstin N., Raaum, Ryan L., Zhang, Ya-Ping, Stewart, Caro-Beth e Disotell, Todd R., Mitochondrial data support an odd-nosed colobine clade (PDF), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 40, n. 1, 2006, pp. 1–7, DOI:10.1016/j.ympev.2006.01.017, PMID 16500120. URL consultato il 19 giugno 2021.
  3. ^ Martin Osterholz, Lutz Walter e Christian Roos, Phylogenetic position of the langur genera Semnopithecus and Trachypithecus among Asian colobines, and genus affiliations of their species groups, in BMC Evolutionary Biology, vol. 8, n. 1, Springer Nature, 2008, pp. 58, DOI:10.1186/1471-2148-8-58, ISSN 1471-2148 (WC · ACNP), PMC 2268674, PMID 18298809.
  4. ^ a b (EN) Mark S. Edwards e Duane E. Ullrey, Effect of dietary fiber concentration on apparent digestibility and digesta passage in non-human primates. II. Hindgut- and foregut-fermenting folivores, in Zoo Biology, vol. 18, n. 6, 1999, pp. 537–549, DOI:10.1002/(SICI)1098-2361(1999)18:6<537::AID-ZOO8>3.0.CO;2-F, ISSN 1098-2361 (WC · ACNP).
  5. ^ Feldhamer, George A.; Lee C. Drickamer; Stephen H. Vessey, Mammalogy : Adaptation, Diversity, Ecology, 2007, pp. 128–130, ISBN 978-1-4214-3652-4, OCLC 1097452280.
  6. ^ a b Wang XiaoPing, Summary of phylogeny in subfamily Colobinae (Primate: Cercopithecidae), in Chinese Science Bulletin, 2013, DOI:10.1007/s11434-012-5624-y.
  7. ^ (EN) C. Groves, The taxonomic diversity of the Colobinae of Africa, in Journal of Anthropological Sciences, vol. 85, 2007, pp. 7-34.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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