Classe Corrubia

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Classe Corrubia
Guardiacoste Fais all'ormeggio a Venezia
Descrizione generale
TipoGuardacoste
Numero unità26
CantiereCantieri Navali del Golfo di Gaeta
Intermarine di Sarzana
Caratteristiche generali
Dislocamento94 tonn.
Lunghezza26,8 m
Larghezza7,65 m
PropulsioneDiesel:
Velocità43 nodi (79,64 km/h)
Autonomia700 miglia
Equipaggio12
Equipaggiamento
Sensori di bordoradar:

Gemant 2(V)1
DSC SC 1210

Armamento
Armamentoprincipale:

Ia e IIa Serie:

IIIa Serie:

secondario:

Note
costruzione in materiali compositi
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Le unità Classe Corrubia sono guardacoste in servizio con la Guardia di Finanza per le attività di sorveglianza, quali il contrasto e la repressione dei traffici illeciti nelle acque territoriali e in altura.

Sono state varate 26 unità.

Il progetto originale di questa classe è della Cantieri Navali del Golfo di Gaeta, che ha prodotto, in due lotti, le prime 11 unità. Le restanti sono state realizzate dai cantieri Intermarine di Sarzana.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Le unità di questa classe, costruite in materiale composito, sono frutto di un progetto molto avanzato durato anni e sviluppato anche attraverso modelli matematici e studi idrodinamici in vasca navale. Le unità sono state realizzate in materiali compositi e grazie alle straordinarie qualità marine della carena, raggiungono una velocità massima continuativa di 43 nodi e costituiscono una moderna e versatile piattaforma tattica multiruolo. Le unità sono dotata di sofisticate apparecchiature elettroniche quali doppio sistema radar e sistemi di telecomunicazione vhf e HF SSB.

Le caratteristiche generali di queste unità navali sono simili a quelle della classe Bigliani, compreso la quasi totalità delle apparecchiature di bordo e sono state le prime unità del Corpo a disporre di un moderno sistema di comando e controllo con trasmissione in data-link delle informazioni operative.

Le prime due unità, che costituiscono la prima serie, G 90 Corrubia e G 91 Giudice, sono equipaggiate con due motori Isotta Fraschini tipo ID36 SS 16V da 3600 cv; la seconda serie e la terza serie, formate ciascuna da 12 unità, sono dotate di motori MTU tipo 16V396TB94 da 3482 CV.

L'armamento principale della prima e della seconda serie è costituito da una mitragliera Breda da 30mm a canna singola asservita ad un sistema di puntamento automatico Medusa Elsag. Le unità della terza serie, molto simili a quelle della seconda, sono invece equipaggiate di mitragliera da 12,7 mm in torretta Hitrole e con sistema di puntamento remoto. L'armamento secondario comune alle tre serie è costituito da due mitragliatrici MG 42 calibro 7,62 NATO.

Servizio[modifica | modifica wikitesto]

Le unità di questa classe possono coprire un'ampia gamma di funzioni operative:

  • Ricerca ed inseguimento in mare aperto anche per missioni di molti giorni continuativi grazie ad una autonomia di oltre 700 miglia
  • Idroambulanza
  • Ricerca e salvataggio della vita in mare
  • Controllo ambientale
  • Pattugliamento delle coste e delle acque territoriali
  • Azioni di contrasto al contrabbando e traffico di stupefacenti
  • Azioni di contrasto alla immigrazione clandestina
  • Azioni di presidio, antiterrorismo e protezione di installazioni portuali
  • Trasporto e prelevamento Corpi Speciali di intervento per azioni di commando

Unità[modifica | modifica wikitesto]

Prima serie
Seconda serie
  • G.92 Alberti
  • G.93 Angelini
  • G.94 Cappelletti (affondata in data 1 luglio 2021 a seguito di un incendio[2])
  • G.95 Ciorlieri
  • G.96 D'Amato
  • G.97 Fais
  • G.98 Feliciani
  • G.99 Garzone
  • G.100 Lippi
  • G.101 Lombardi
  • G.102 Miccoli
  • G.103 Trezza
Terza serie
  • G.104 Apruzzi
  • G.105 Ballali
  • G.106 Bovienzo
  • G.107 Carreca
  • G.108 Conversano
  • G.109 Inzerilli
  • G.110 Letizia
  • G.111 Mazzarella
  • G.112 Nioi
  • G.113 Partipilo
  • G.114 Puleo
  • G.115 Zanotti

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Libia: Guardia costiera prende in consegna motovedetta realizzata in Italia, su agenzianova.com.
  2. ^ Affonda nave Gdf dopo incendio, equipaggio in salvo - Video, su Adnkronos, 1º luglio 2021. URL consultato il 2 luglio 2021.

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