Classe Bigliani

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Classe Bigliani
Pattugliatore Classe Bigliani ormeggiato a Messina
Descrizione generale
TipoGuardacoste
ClasseBigliani
Numero unità28 varati + 8 acquisiti daPoliția de Frontieră Română
ProprietàBandiera della Romania Poliția de Frontieră Română
CantiereIntermarine Sarzana
Entrata in servizio1987
Caratteristiche generali
Dislocamento90 tonn.
Lunghezza26,4 m
Larghezza6,95 m
Pescaggio1,1 m
PropulsioneDiesel:
Velocità42 nodi (77,78 km/h)
Autonomia770 miglia a 18 nodi
Equipaggio12
Equipaggiamento
Sensori di bordoradar:
Armamento
Armamentoartiglieria:
Note
costruzione in materiali compositi
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Le unità classe Bigliani sono guardacoste in servizio con la Guardia di Finanza per le attività di istituto nelle acque territoriali e in altura.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Un'unità di classe Bigliani nel porto di Brindisi

Le prime due unità sono entrate in servizio nel 1987. Sono unità molto robuste, caratterizzate da una buona tenuta del mare e da una completa dotazione elettronica per la navigazione. La propulsione è costituita da due motori diesel che permettono una velocità massima di 42 nodi e una autonomia adeguata ai compiti da assolvere. Dalla Classe Bigliani sono derivate le unità della classe Mazzei uguali alle unita della classe Bigliani ma lunghe 35 metri e conosciute anche come Serie IV, V e VII della Classe Bigliani.

Unità[modifica | modifica wikitesto]

I serie (cedute alla polizia di frontiera rumena nel 2013 a seguito di accordi bilaterali siglati nel 2005)
  • G.80 Bigliani
  • G.81 Cavaglià
II serie (cedute nel 2009 e 2013 alla Libia)
  • G.82 Galiano
  • G.83 Macchi
  • G.84 Smalto
  • G.85 Fortuna
  • G.86 Buonocore
  • G.87 Squitieri
III serie
  • G.78 Ottonelli
  • G.79 Barletta
  • G.88 La Malfa
  • G.89 Rosati
VI serie
  • G.116 Laganà
  • G.117 Sanna
  • G.118 Inzucchi
  • G.119 Vitali
  • G.120 Calabrese
  • G.121 Urso
  • G.122 La Spina
  • G.123 Salone
  • G.124 Cavatorto
  • G.125 Fusco
VIII serie
  • G.126 Salvatore De Rosa
  • G.127 Finanziere Zoccola
  • G.128 Vicebrigadiere Stanisci
  • G.129 Vicebrigadiere Sottile
  • G.130 Vicebrigadiere De Falco

Unità tipo Mazzei[modifica | modifica wikitesto]

IV serie (Unità addestrative)
  • G.1 Mazzei
  • G.2 Vaccaro
Il guardacoste Barbarisi a Venezia
V serie
  • G.3 Di Bartolo
  • G.4 Avallone
  • G.5 Oltramonti
  • G.6 Barbarisi
  • G.7 Paolini
VII serie
  • G.8 Brigadiere Greco
  • G.9 Finanziere Cinus

Cessioni[modifica | modifica wikitesto]

Le due unità della prima serie, le motovedette Bigliani e Cavaglià, in base ad un accordo del dicembre 2005, sono state cedute il 31 maggio 2013 a Gaeta dalla Guardia di Finanza alla Polizia di Frontiera della Romania, ribattezzate rispettivamente MAI 2113 e MAI 2114.[1][2] Sempre in base ad accordi intergovernativi del 2008 la Guardia di Finanza ha ceduto alla Guardia costiera libica sei guardacoste della classe Bigliani.

Le prime tre unità sono state consegnate il 14 maggio 2009 a Gaeta, i guardiacoste della seconda serie Macchi, Smalto e Buonocore, i cui equipaggi libici sono stati addestrati dalla Guardia di Finanza alla scuola nautica del corpo di Gaeta[3], e che la Guardia costiera libica non ha perso tempo a impiegare contro gli italiani: il 22 luglio successivo alla consegna infatti due motopescherecci italiani, Monastir e Tulipano, sono stati sequestrati dai libici in acque internazionali, ma rivendicate dalla Libia. Il comandante della motovedetta ha anche sbeffeggiato i pescatori dicendo: "«Senza le imbarcazioni che ci ha donato il vostro governo non saremmo mai stati in grado di inseguirvi e catturarvi»".[4]

Le altre tre unità sono consegnate il 12 febbraio 2010 sempre a Gaeta nel corso di una cerimonia alla presenza del Ministro dell'interno Maroni, dell'ambasciatore libico in Italia Hafed Gaddur, dell capo della polizia Manganelli e del comandante generale della Guardia di Finanza Cosimo D'Arrigo.[5] Le sei unità, durante gli avvenimenti del 2011 che hanno portato alla caduta di Gheddafi, sono state pesantemente danneggiate e due di esse praticamente distrutte, mentre le altre quattro sono ritornate in Italia per le riparazioni che, in base al trattato, spettano all'Italia a spese del governo italiano.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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