Chiesa di Santa Maria di Gesù Superiore

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Chiesa di Santa Maria di Gesù Superiore
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàMessina
Coordinate38°12′48.4″N 15°32′16.3″E / 38.213444°N 15.537861°E38.213444; 15.537861
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Maria di Gesù
Arcidiocesi Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela
Inizio costruzione1934 edificio attuale

La chiesa di Santa Maria di Gesù Superiore sorge nella parte alta del torrente Giostra. Appartenente all'Arcidiocesi di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela - Archimandritato del Santissimo Salvatore, vicariato di Messina nord[senza fonte], ubicata nella valle di Ritiro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

  • La rinascita della struttura come convento sotto il titolo di «Santa Maria di Gesù» si deve ai componenti dell'Ordine dei frati minori osservanti di San Francesco. Il 23 aprile 1425, papa Martino V autorizza frate Matteo d'Agrigento a fondare tre centri in Sicilia.
  • 1463, Sotto lo stesso titolo è fondata una nuova struttura. La distinzione fra le due istituzioni è dettata dall'altimetria delle località, che distingue il primitivo edificio ubicato a Ritiro Superiore da quello nuovo a Ritiro Inferiore altrimenti conosciuto come "Maggiore".

Prima chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Monumento funerario Staiti 1553, oggi al Museo regionale di Messina.

La chiesa a navata unica con interni di stile rinascimentale, lunga trenta metri e larga otto, era contraddistinta da un bellissimo campanile ed era provvista di cripta sotterranea. Quattro altari ornavano le pareti:

  • Altare del Santissimo Crocifisso adornato da un Crocifisso di stucco;
  • Altare dell'Immacolata Concezione ove era collocata una statua lignea dell'Immacolata arricchita da corona d'argento;
  • Altare della Madonna del Carmine abbellito da un dipinto raffigurante la Madonna del Carmine per perpetuare l'epoca carmelitana del primitivo monastero;
  • Altare di Santa Maria di Gesù ove era collocata la Madonna con Bambino, statua marmorea del 1499 attribuita ad Antonello Gagini - anche se alcuni studi la attribuiscono a Rinaldo Bonanno - recante sul piedistallo una scritta in latino con le seguenti parole: IN TE CONFIDIMUS IN TE SPERAMUS DULCIS ET GRATIOSA MATER NE DESERAS (In te confidiamo, in te speriamo, dolce e graziosa madre non ci abbandonare)

Al suo interno trova sepoltura Antonello da Messina, 1479, l'insigne pittore era un assiduo frequentatore dell'istituzione assieme alla contemporanea Sant’Eustochia Calafato, entrambi affascinati dall'oratoria dei seguaci di San Bernardino da Siena. Accanto all'ingresso sono documentate le tombe degli Staiti[2] e della famiglia La Rocca, sul pavimento l'iscrizione e il ritratto di Galeotto Bardaxi, qui sepolto con la moglie nel 1495.

Durante la peste del 1743 il monastero è trasformato in ospedale ed i monaci si dedicarono all'assistenza medica degli appestati. Il terremoto della Calabria meridionale del 1783 provoca seri danni alla struttura. Riparati fino a quando l'alluvione del 1855 creò non pochi disagi e la chiesa fu danneggiata e seriamente compromessa.

Seconda chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Con la ricostruzione del 1858 è adattata l'adiacente sacrestia come cimitero sotterraneo ed è mantenuto l'antico campanile. Nel 1863 una seconda alluvione, più devastante della prima, travolse la nuova chiesa, le strutture più antiche furono letteralmente sommerse dal disastro, il primitivo impianto adattato a cripta fu colmato dai detriti. Muri abbattuti e suppellettili trascinate assieme alle opere d'arte, compresa la statua di Santa Maria di Gesù, a lungo data per dispersa.

Terza chiesa[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione conclusa nel 1886 fu effettuata risistemando l'antico refettorio, riutilizzando il portale e i marmi dismessi dalla chiesa di San Camillo, quest'ultima smantellata assieme al convento dei crociferi, per costruire la Camera di commercio. Il prospetto si apriva su una piazzetta che copriva l'area del tempio distrutto ove era collocata una croce votiva del 1896. Il nuovo campanile sorse su quello abbattuto. Nel 1897 fu recuperata la statua rinascimentale della Madonna che era sprofondata nella cripta.

La chiesa fu rifatta a tre navate con 20 altari e lunga circa 50 metri. I quadri che ornavano questo tempio erano dipinti da Antonello Riccio e Stefano Giordano.[2]

Quarta chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Il terremoto di Messina del 1908 rade al suolo l'edificio, comportando la distruzione delle opere d'arte in esso presenti. L'attuale tempio fu edificato in un sito vicino, posto dall'altra parte del torrente, il 27 maggio 1934, grazie alla donazione dei terreni da parte della famiglia Marullo, baroni di Arau.

Dell'antico monastero rimangono oggi numerosi e interessanti resti, riportati alla luce nel 1989.

Monastero[modifica | modifica wikitesto]

  • 1295 L'istituzione accoglie le religiose dell'Ordine cistercense denominato «Santa Maria di Monte Carmelo». Le medesime religiose governano il monastero alla Caperrina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Giovanna Power, pag. 26.
  2. ^ a b c d Caio Domenico Gallo, pp. 192.
  3. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 778.
  4. ^ Gioacchino di Marzo, pp. 779.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]