Chiesa di Santa Maria Maggiore (Tivoli)

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Chiesa di Santa Maria Maggiore
Facciata e campanile
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàTivoli
Coordinate41°57′43.87″N 12°47′47.65″E / 41.962185°N 12.79657°E41.962185; 12.79657
Religionecattolica di rito romano
OrdineOrdine dei frati minori
Diocesi Tivoli
Stile architettonicoromanico, rinascimentale e gotico
Inizio costruzione468 - 483
Completamento1130
Sito webwww.santacroce-tivoli.it
Campanile
Interno
Icona della Madonna Avvocata

La chiesa di Santa Maria Maggiore è un luogo di culto cattolico di Tivoli, situato in piazza Trento, nel rione Santa Croce. È uno dei più importanti edifici sacri della città e comprende anche il convento, nel quale si susseguirono i Benedettini di Farfa (fino al 1256), i Frati Minori Conventuali (1256-1461) e i Frati Minori Osservanti (dal 1461).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una leggenda attribuisce al tiburtino papa Simplicio (468-483) la costruzione della chiesa sui ruderi della residenza romana dello storico Gaio Sallustio Crispo (I sec. a.C.); il pontefice avrebbe consacrato il luogo sacro dedicandolo alla Beata Vergine. Studi più approfonditi fanno risalire la costruzione agli anni della grande rinascita carolingia[1]. I benedettini di Farfa avrebbero quindi innalzato la prima chiesa e il convento attiguo nel IX secolo. La chiesa prese il nome di S. Maria Maggiore perché era il più importante edificio sacro di Tivoli dedicato alla Madonna, ma attualmente è più nota con la denominazione popolare di S. Francesco, dai Frati francescani che tuttora la officiano.

La chiesa primitiva aveva un ingresso diametralmente opposto all'attuale. Intorno al 1130 fu forse finanziato l'ampliamento della chiesa originaria, spostando l'ingresso nell'attuale posizione, con l'apertura di tre arcate per trasformare in portico un corpo di fabbrica che si ritiene collegasse la chiesa con il primitivo monastero benedettino. Altri lavori si ebbero alla fine del Duecento, quando venne inserito il rosone nella facciata, fu realizzato il portale gotico in marmo che dà accesso alla navata centrale e fu costruito l'attuale coro, decorato da affreschi coevi con motivi architettonici e ornamentali. Alla fine del Trecento furono tamponati gli archi laterali del portico, mentre quello centrale fu sostituito dall'odierno portale tardo-gotico, sormontato da un tabernacolo a doppio spiovente di tipo accennante all'ogiva, entrambi eseguiti dallo scultore Angelo da Tivoli nel 1392 su commissione del capomilizia Nicola Brunelli, come ricorda l'iscrizione in caratteri gotici sulla facciata della chiesa, sopra il portale e alla base del tabernacolo.

Nel 1550 il vecchio monastero benedettino, che era stato adibito a palazzo del governo, vide l'ingresso come governatore del cardinale Ippolito II d'Este (1509-1572), che lo fece trasformare nell'attuale villa d'Este e che nella chiesa venne sepolto dopo la sua morte.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, a tre navate, presenta cappelle laterali solo a sinistra; a parere di molti, anche nella navata destra si aprivano cappelle, che sarebbero state distrutte durante le trasformazioni rinascimentali, quando fu ampliata l'area per l'ingresso al palazzo estense. In realtà tali cappelle non sono mai esistite, come dimostrava la presenza della muratura medievale sulla parete esterna della navata destra, visibile dal cortile del palazzo d'Este fino agli ultimi restauri. Nel nartece si possono ammirare il portale gotico in marmo e il tabernacolo rinascimentale, che racchiude un affresco della Madonna col Bambino del XIII secolo. Il campanile, cominciato nel 1590 e portato a termine nel 1602, è stato restaurato tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021. Esso riprende forse il disegno dell'architetto ferrarese Giovanni Alberto Galvani (morto a Tivoli nel 1586), che aveva lavorato anche a Villa d'Este.

Opere artistiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Il portale gotico situato nell'atrio e che immette nella navata centrale.
  • Il tabernacolo marmoreo in stile fiorentino del XV sec., situato sulla parete di destra entrando, che include un affresco di scuola romana della seconda metà del XIII sec., raffigurante la Vergine con in seno il Bambino, circondata da angeli.
  • Nella navata centrale il bellissimo pavimento cosmatesco, commissionato dalla devota Maria, moglie di Leone Bonini, nel XIII sec. e restaurato di recente. Altri resti cosmateschi, appartenenti in origine alla recinzione corale, all'iconostasi e al ciborio, sono collocati sul lato destro dell'atrio, ai lati e dietro l'altare maggiore.
  • Nella navata destra un pregevole Crocifisso ligneo attribuito a Baccio da Montelupo (1469-1523 ca.).
  • Nella navata sinistra la cappella di San Francesco, decorata da affreschi attribuiti alla scuola dei fratelli Zuccari (seconda metà del XVI sec.), finalmente restaurati in gran parte dopo anni di abbandono, e una tavola con Sant'Antonio di Padova, quasi sicuramente di Antoniazzo Romano (1430/35-1508).
  • Molto belle sono le opere collocate nel presbiterio, eretto fra il 1577 e il 1582 su commissione del cardinale Luigi d'Este, che voleva far collocare sulle pareti laterali il mausoleo proprio e quello dello zio Ippolito, la cui esecuzione aveva affidato allo scultore Silla Longhi (Viggiù 1569 - Roma 1622), che però non li realizzò mai. I lavori del presbiterio, che è la parte della chiesa riservata al clero officiante, furono diretti dal Galvani, che si attenne ai disegni forniti dagli architetti Francesco da Volterra (1535 ca. - 1594) e Annibale Lippi (nato probabilmente a Firenze e attivo a Roma nella seconda metà del '500, figlio del più celebre Nanni di Baccio Bigio). Al centro è la lapide sepolcrale dei cardinali Ippolito, Luigi e Alessandro d'Este, messa nel giusto valore dal restauro eseguito nel 2001, in occasione del 150° dell'incoronazione della Madonna delle Grazie, per volontà dell'allora vescovo di Tivoli Pietro Garlato.
  • L'altare maggiore, eretto nel 1592, racchiude una preziosa tavola raffigurante la Madonna Avvocata, attribuita a Jacopo Torriti, pittore di scuola romana della fine del Duecento, autore dei mosaici absidali delle basiliche di San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore e di affreschi nella basilica superiore di San Francesco in Assisi. Secondo alcuni studiosi l'icona sarebbe stata un rifacimento sette-ottocentesco della pittura originale, ma le indagini più recenti hanno portato a rigettare quest'ipotesi (vedi gli studi di Dora Catalano e Alessandro Tomei citati in Bibliografia).
  • Sulla parete di sinistra è situato il trittico firmato dal pittore Bartolomeo da Siena, che lo realizzò intorno al 1430. Nella parte centrale è raffigurata la Madonna assisa in trono con il Bambino in braccio, nel pannello alla sua destra è San Francesco mentre in quello a sinistra è rappresentato San Ludovico d'Angiò. Se il trittico si chiude ecco comparire la raffigurazione dell’Annunciazione. Sopra il trittico è una Madonna di scuola senese del Trecento.
  • Sulla parete di destra appare la splendida ancona lignea della Vergine in trono col Bambino, affiancata dai santi Lorenzo e Francesco (a sinistra), Giuseppe e Bernardino (a destra). Nella lunetta è l'Incoronazione della Vergine, mentre nella predella sono visibili varie figure di Santi. L'ancona è stata attribuita da alcuni alla scuola di Luca Signorelli (fine del XV sec.), ma secondo altri sarebbe opera di un allievo del pittore cornetano Monaldo Trofi (1480-1537) e quindi databile ai primi del Cinquecento.
  • A ridosso della parete di fondo dell'abside, sulla coeva cantoria trova luogo l'organo a canne, realizzato da Ponziano Bevilaqua nel 1978 su progetto di Giuseppe Agostini. A trasmissione elettrica, dispone di 55 registri su tre manuali e pedale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Che una villa romana tuttavia esistesse nel luogo in cui ora sorge la villa d'Este (per la cui costruzione fu utilizzata una parte del convento annesso alla chiesa), lo mostrano i mosaici oggi visibili sotto il salone dell'appartamento inferiore)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenzo Pacifici, Per il restauro di S. Maria Maggiore, in "Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte", XVIII-XIX (1938-39), pp. 126–134.
  • Maria Letizia Casanova, Le vicende del campanile della chiesa di S. Maria Maggiore in Tivoli, ivi, XXXII-XXXIII (1959-60), pp. 123–127.
  • Dante Bernini (a cura di), Memorie artistiche di Tivoli. Una schedatura degli anni Venti, schede manoscritte di Alessio Valle. Note critiche e aggiornamenti di A. Mignosi Tantillo, M.G. Bernardini, P. Rovigatti, S. Trevisan, Roma 1988, pp. 17–89.
  • Franco Sciarretta, Viaggio a Tivoli. Guida della città e del territorio di Tivoli, attraverso 7 percorsi interni e 5 esterni, Tivoli 2001, pp. 152–177.
  • Gabriella Villetti, Il complesso medievale di S. Maria Maggiore in Tivoli, in Ead., Studi sull'edilizia degli ordini mendicanti, Roma 2003, pp. 167–188.
  • Dora Catalano, Madonna Avvocata detta "Madonna delle Grazie", in Giorgio Leone (a cura di), Tavole miracolose. Le icone medioevali di Roma e del Lazio del Fondo Edifici di Culto, catalogo della mostra (Roma, Palazzo di Venezia, 13 novembre - 15 dicembre 2012), Roma 2012, pp. 60–63, n. I.11.
  • Giorgio Leone, Madonna... detta "Madonna delle Grazie", in Id., Icone di Roma e del Lazio, Roma 2012, I tomo, pp. 92–93, n. 46 e p. 138, fig. 51; II tomo, p. 80, n. II.46.
  • Daniele Pappalardo, La "Scuola di Tivoli": proposte per le opere tardogotiche tiburtine, in "Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte", XCIII (2020), pp. 263-277 (Il trittico in Santa Maria Maggiore: proposte di datazione per Bartolomeo da Siena, pp. 263-269 e fig. 1).
  • Alessandro Tomei, Santa Maria Maggiore: le pitture e l'icona, in G. Curzi, C. Paniccia, A. Tomei, Pittura medievale a Tivoli, Cinisello Balsamo 2022, pp. 113-133.

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