Chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi

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Chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàNapoli
Coordinate40°51′23″N 14°15′22″E / 40.856389°N 14.256111°E40.856389; 14.256111
Religionecattolica di rito romano
TitolareAspreno di Napoli
Arcidiocesi Napoli
Stile architettonicobarocco, rococò
Inizio costruzione1633
Vista sulla cupola dal monastero della chiesa di Santa Maria dei Vergini

La chiesa di Sant'Aspreno ai Crociferi è uno storico luogo di culto cattolico della città di Napoli, dal 2022 anche sede dello Jago Museum.

Si erge nell'omonima piazzetta del cosiddetto Borgo dei Vergini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La struttura religiosa fu costruita nel 1633 e, danneggiata dalle lave (le acque piovane che scorrevano impetuose lungo il vallone della Sanità causando vere e proprie alluvioni), venne ricostruita nel 1760 grazie a Luca Vecchione.

Per la ricostruzione furono presentate varie proposte architettoniche, la più famosa delle quali fu certamente quella di voler realizzare un tempio a pianta stellare, secondo il progetto di Ferdinando Sanfelice. Tuttavia, alla fine della disputa, l'edificio venne eretto con pianta a croce latina, con cappelle laterali e navata unica; elemento architettonico di spicco è sicuramente l'impostazione centrale della possente cupola.

Nel 2020 è stata adibita a laboratorio dell'artista Jago per la realizzazione della scultura della Pietà [1] e dal 2023 è divenuta sede stabile dello Jago Museum, luogo in cui lo scultore espone le proprie opere.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è preceduta da una bella scalinata, creata in pietra lavica; questa venne costruita affinché la chiesa venisse rialzata rispetto alla quota stradale, visto che il tempio era stato più volte invaso da torrenti di varia natura. La facciata vera e propria propone due ordini articolati da lesene composite (decorate completamente in stucco) e raccordati da volute. L'ingresso secondario è caratterizzato dal portale riccamente decorato, testimone di una indubbia influenza del rococò.

Il tempio conserva un interno prettamente barocco, molto bello e finemente decorato, di particolare pregio è la bella cupola caratterizzata da una geometrizzazione degli ornamenti; le tele, realizzate da Domenico Mondo, sono state trasferite in altre sedi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jago: "Apro il mio laboratorio d'arte nel rione Sanità", in La Repubblica, 6 febbraio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]