Chiesa di Sant'Isidoro a Capo le Case
Chiesa di Sant'Isidoro a Capo le Case | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | File:Roma-Stemma.pngRoma |
Indirizzo | Collegio Sant’Isidoro, Via degli Artisti 4, 100187 Roma |
Coordinate | 41°54′21.94″N 12°29′12.47″E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina |
Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
Titolare | Isidoro Agricola |
Diocesi | Diocesi di Roma |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio costruzione | 1622 |
Completamento | 1672 |
Sito web | stisidoresrome.org/ |
La chiesa di Sant'Isidoro a Capo le Case è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Ludovisi, in via degli Artisti.
La chiesa, con l'annesso collegio, fu fondata grazie alla munificenza del nobile Ottaviano Vestri di Barbiano, come appare da una bolla di Urbano VIII del 1625. La sua costruzione fu occasionata dalla canonizzazione fatta da Gregorio XV nel 1622 di cinque santi, fra i quali lo spagnolo Isidoro agricola: in quell'anno vennero a Roma alcuni francescani spagnoli (dell'ordine dei francescani scalzi, chiamati descalceati) con lo scopo di fondare un convento per i loro connazionali, ed edificarono la chiesa che dedicarono al nuovo santo spagnolo. Dopo due anni però la chiesa e il convento passarono ai francescani irlandesi, che fuggivano dalla loro patria perché perseguitati dai protestanti inglesi, e che ancora oggi ne sono i proprietari.
La chiesa fu costruita da Antonio Felice Casoni e continuata da Domenico Castelli, mentre la facciata, con portico e doppia rampa di scale, è di Carlo Bizzaccheri (1704-1705). L’interno è ad unica navata a croce latina con volta a botte, due cappelle laterali per lato e due cappelle ai lati del presbiterio; in essa emergono soprattutto le opere di Carlo Maratta, tra cui le storie della vita di san Giuseppe, una Immacolata Concezione; la decorazione della cupola è opera di Domenico Bartolini dell’Ottocento. All'altare maggiore spicca Sant'Isidoro e la Vergine Maria, opera di Andrea Sacchi. La Cappella da Sylva [2] fu ristrutturata su disegno di Gian Lorenzo Bernini, mentre i monumenti sepolcrali ivi presenti sono di suo figlio, Paolo Valentino Bernini.
Il convento annesso alla chiesa mostra due chiostri, uno detto il piccolo chiostro progettato dal Casoni nel 1626, e l’altro chiamato chiostro di Wadding dal nome del suo autore, Luke Wadding con affreschi settecenteschi.
Il convento fu sede della confraternita dei Nazareni, movimento protoromantico di pittori prevalentemente tedeschi, alcuni dei quali vi risiedettero anche, per alcuni anni tra il 1810 e il ritorno di Pio VII nel 1814. Si deve a questa presenza il nome della strada da cui vi si accede, Via degli Artisti.
Note
- ^ Coordinate prese da OpenStreetMap.
- ^ vedasi http://www.arte-argomenti.org/schede/cappelladesylva.htm
Bibliografia
- Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma 1891, p. 302
- C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton & Compton Editori, Roma 2000, p. 166 ISBN 978-88-541-1833-1
- G. Carpaneto, Rione XVI Ludovisi, in AA.VV, I rioni di Roma, Newton & Compton Editori, Roma 2000, Vol. III, pp. 1015-1037
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