Chiesa di San Michele Arcangelo (Caselle di Altivole)

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Chiesa arcipretale di San Michele Arcangelo
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàCaselle di Altivole (Altivole)
Coordinate45°44′37.8″N 11°58′41.07″E / 45.743834°N 11.978076°E45.743834; 11.978076
Religionecattolica di rito romano
TitolareMichele
Diocesi Treviso
Consacrazione3 settembre 1853
ArchitettoFrancesco Maria Preti
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1757
Completamento1853

La chiesa arcipretale di San Michele Arcangelo è la parrocchiale di Caselle, frazione di Altivole, in provincia e diocesi di Treviso; fa parte del vicariato di Castello di Godego[1]

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto
L'altare maggiore

La chiesa di Caselle venne edificata su progetto di Francesco Maria Preti di Castelfranco Veneto.[2] La costruzione ebbe inizio nel 1757 e compimento solo nel 1853, come si riporta l'iscrizione posta sopra l'entrata laterale di sinistra:

(LA)

«In Honorem Michaelis Angelorum Principis Templum ab inchoato exaedificatum A. MDCCLVII SOH. ANTONIUS FARINA EPISC. TARVISINUS Rite sacravit Die Dominico III Sept. A. MDCCCLIII Angelo Masutti Archipresb»

(IT)

«Questo tempio, edificato a partire dall'anno 1757 in onore di Michele principe degli Angeli, Antonio Farina vescovo di Treviso consacrò secondo i riti il dì domenica 3 settembre 1853, essendo parroco Angelo Masutti.»

La chiesa, infatti, non era ancora stata terminata nel 1780, quando Giordano Riccati scrisse:

«Si veggono in que' contorni le Chiese Parrocchiali di Vallà d'ordine Jonico, di Salvatronda d'ordine Dorico, delle Caselle, e di Tombolo d'ordine Corintio, le quali due ultime per altro non sono ancor terminate.»

Il progetto del Preti, che apparentemente si richiama alla vicina chiesa di Vallà, in realtà contiene alcune interessanti varianti, pur presentando tutti gli elementi tipologici della sua architettura. Nel disegno originario, conservato alla Biblioteca capitolare di Treviso, l'interno presenta un'aula rettangolare, con rapporto 3 a 2, cioè in quinta, ed un presbiterio quadrato. L'altezza è media proporzionale armonica. Alle pareti, 4 semicolonne corinzie distanti tra loro 12 moduli, contenenti 3 archi senza serraglia con larghezza di 10 moduli; alle estremità 2 intercolunni architravati di 6 moduli. L'ordine secondario è tuscanico e non vi è trabeazione, sostituita da una cornice di altezza pari a 4 moduli come una trabeazione e la curvatura della volta nasce da piccole paraste in aggetto appoggiate sulle colonne e di altezza pari a quella di un fregio, tanto da far supporre che il progetto del Preti fosse stato modificato fino ad interrompere la trabeazione con l'innalzamento delle colonne fino all'inizio della volta.[4] Le semicolonne poggiano su un dado alto due moduli, al di sotto del quale uno zoccolo continuo, alto quanto i due gradini del presbiterio, assume la funzione di regolone. Il Preti aveva immaginato una chiesa luminosissima, avendo previsto sei finestre semicircolari per parte, larghe quanto gli intercolunni, e due grandi oculi, uno per parte, nel presbiterio. Il progetto non corrisponde esattamente a quanto in effetti costruito, ma è presumibile che le modifiche siano state apportate dallo stesso Preti, dato che la costruzione della chiesa era in stato avanzato all'epoca della sua morte. Le modifiche principali consistono nell'aver posto le semicolonne su piedestalli, anziché su dadi, cioè alzando di due diametri il tutto, e aumentando lo spessore dello zoccolo di base ad un'altezza pari ai tre gradini del presbiterio invece dei due previsti originariamente. Le finestre, invece, devono essere state modificate dopo la morte del Preti e sostituite da finestre rettangolari. Non vennero neppure realizzate le due scalette interne a chiocciola previste dal Preti ai lati dell'ingresso principale. La facciata originaria del Preti prevedeva 4 semicolonne doriche con piedestallo ed intercolunni di 3-12-3 moduli, cioè in doppia ottava, oltre a due semicolonne laterali, una per parte. Il prospetto attuale presenta 4 semicolonne ioniche con piedestallo ed intercolunni di 6-10-6 moduli, un frontone triangolare modiglionato, con un oculo al centro. La presenza dell'oculo denota una costruzione tarda, poiché esso non è mai presente nei disegni del Preti. Infatti, la costruzione della facciata attuale risale, come detto, al 1853. Cinque gradini (il Preti ne aveva previsti tre) portano all'interno, attraverso un ingresso con frontespizio arcuato. La chiesa ha, oltre l'altare maggiore, quattro altari laterali, del tutto simili a quelli del duomo di Castelfranco Veneto e della chiesa parrocchiale di Vallà.[5]

Nel 1793 venne dipinto da Giambattista Canal il grande affresco della volta della navata, raffigurante San Michele in lotta con gli angeli ribelli.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Campanile[modifica | modifica wikitesto]

Alla sinistra della chiesa si eleva la torre campanaria, costruita nel XIX secolo e alta 42 metri circa. All'interno della cella, che si apre verso l'esterno con una bifora su ciascun lato, vi è un concerto di cinque campane:

Nome Peso Fonditore Anno Iscrizione Raffigurazioni sul bronzo
Campana piccola Michelina 538 kg Fonderia Luigi Cavadini e figlio 1908 Laudo Deum verum – Plebem voco. San Michele Arcangelo, Sant'Antonio, San Marco Evangelista, San Giovanni Evangelista
Campana II Apollonia 650 kg Ditta Pietro Colbacchini fu Giovanni 1920 Sit nomen Domini benedictum. – Aurora coelum purpurat – Aeter resultet laudibus. Exaltare super coelos Deus et in omnem terram gloria tua. Laudo Deum verum. Plebem voco - Convoco clerum. Gesù Crocifisso, Maria Immacolata, Sant'Isidoro, corone di rose, teste di leone
Campana III Barbara-Eurosia 850 kg Fonderia Luigi Cavadini e figlio 1908 Nimbum fugo – festaque honoro. Santa Barbara, Santa Eurosia, San Luigi, San Francesco, fregi e corone di fiori
Campana grande Maria 1250 kg Fonderia Luigi Cavadini e figlio 1908 Soli Deo Honor et gloria – Minimuntum pietatis Vicanorum de Casellis. Vergine Maria, Gesù Crocifisso, figure varie con fregi, foglie, vasi e fiori
Campanella Fonderia Luigi Cavadini e figlio 1908 Vergine Addolorata, San Sebastiano, Sant'Agostino, figura con fiaccola

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Interno e organo a canne

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne, costruito dall'organaro don Antonio Barbini per la chiesa di Santa Maria dei Servi in Venezia nel 1758 e trasferito in quella di Caselle nel 1812 dall'organaro Giuseppe Bazzani; nel corso dei secoli ha subito una serie di modifiche.

Il materiale fonico è racchiuso all'interno della cassa lignea barocca con decorazioni ad intaglio di fattura architettonica. Il prospetto è costituito da due lesene corinzie alle estremità, sormontate da un timpano semicircolare contenente una scultura raffigurante la Colomba dello Spirito Santo e sormontato da due Angeli musicanti. La mostra si compone di 21 canne di principale disposte in cuspide unica con ali laterali, con bocche a scudo allineate orizzontalmente.

L'organo è a sistema di trasmissione integralmente meccanico e dispone di 21 registri. La consolle è a finestra e si apre nella parete anteriore della cassa, al di sotto della mostra. Essa dispone di un'unica tastiera e pedaliera dritta; alla destra del manuale, la registriera, con i pomelli posti in due colonne verticali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Caselle d'Altivole S. Michele Arcangelo, su diocesitv.it. URL consultato il 14 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2017).
  2. ^ G. Cecchetto, p. 235.
  3. ^ F.M. Preti, p. XVIII.
  4. ^ M. Favaro-Fabris, p. 55.
  5. ^ Colonna-Preti.
  6. ^ G. Cecchetto, p. 241.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Maria Preti, Elementi di Architettura (PDF), Venezia, Giovanni Gatti, 1780, ISBN non esistente.
  • Mario Favaro-Fabris, L'architetto Francesco Maria Preti di Castelfranco Veneto (1701-1774), Treviso, Tipografia editrice trevigiana, 1954, ISBN non esistente.
  • Giacinto Cecchetto, Altivole: storia, società ed economia di una comunità rurale dell'alta pianura trevigiana, con note storiche al patrimonio artistico, Altivole, Comune di Altivole, 1988, ISBN non esistente.
  • Stefano e Stefania Colonna-Preti, L'Architetto Francesco Maria Preti Di Castelfranco Veneto (1701-1774), Castelfranco Veneto, Città di Castelfranco Vento, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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