Chiesa di San Martino (Caprino Veronese)

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Chiesa di San Martino
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàPlatano (Caprino Veronese)
Coordinate45°36′37.47″N 10°48′56.98″E / 45.610407°N 10.815828°E45.610407; 10.815828
Religionecattolica
TitolareMartino di Tours
Diocesi Verona

La chiesa di San Martino è una chiesa cattolica situata a Platano, frazione del comune di Caprino Veronese, in provincia di Verona; è sussidiaria della parrocchiale dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia di Pazzon, e fa parte della diocesi di Verona[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno

La data di costruzione di questo luogo di culto è ignota, collocabile probabilmente nel XII secolo, o forse anche più indietro; la prima citazione documentale giunta sino a noi è il verbale di una visita pastorale del 1228, quando è detta cappella soggetta alla pieve di Santa Maria di Caprino[1][3]. L'edificio venne decorato a più riprese: parte degli affreschi esterni risale a fine Duecento-inizio Trecento, mentre il resto degli affreschi esterni e tutti quelli interni sono del Cinquecento[1]. Entro il 1650 un edificio venne costruito contro la facciata, obliterandola[4], e nel corso del XVIII secolo venne eretto il campanile[1].

La chiesa, che nel 1534 era di proprietà della famiglia nobile dei Montagna, passò ai Brenzoni nel 1595; nel frattempo (1568) era stata accorpata alla neonata parrocchia di Pazzon, che ne avrebbe ottenuto anche la proprietà quattro secoli dopo, nel 1950[1][5]. Il 26 giugno 1913 venne anche designata come patrimonio artistico dal Ministero della Pubblica Istruzione[5].

La struttura è stata sottosposta a restauro varie volte dal Novecento; prima nel 1913-14, poi nel 1983 (ad opera del Gruppo Alpini di Lubiara), ancora nel 2002 (restauro degli affreschi esterni) e infine nel 2010-11 (restauro degli affreschi interni)[1][2]. L'adeguamento liturgico è stato effettuato gradualmente tra il 1965 e il 2014, recuperando l'altare preconciliare e disponendolo versus populi, e aggiungendo un ambone in pietra[1]. Oltre che essere luogo di culto, la chiesa è anche "museo di sé stessa", ed è sottoposta a costante monitoraggio per la conservazione delle sue opere, con attenzione al microclima dell'interno e manutenzione periodica[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'affresco di san Martino sotto al portico
Paliotto raffigurante i santi Caterina d'Alessandria, Martino e Lucia con gli stemmi dei Brenzoni e dei Boldieri
L'altare dei Montagna con il trittico dei santi Antonio di Padova, Francesco e Agapito

La chiesa si presenta al visitatore con il fianco destro (quello verso sud), mentre contro l'originaria facciata a capanna si trova ora addossato un edificio residenziale (in cui, fino a fine Seicento, abitò il cappellano)[1][2]. La fiancata è percorsa da un porticato sostenuto da tre pilastri quadrangolari, ed è preceduta da un piccolo cortile anticamente avente funzione di cimitero, ad uso della contrada di San Martino, caduto in disuso nel corso del Settecento[6]. Sotto al porticato si aprono due portali, uno a tutto sesto (a destra) e l'altro a sesto ribassato (a sinistra), che un tempo dovevano servire all'ingresso separato per gli uomini e le donne, nonché una finestrella a strombo obliquo aperta nel Quattrocento[1][2][6].

Questa parete è decorata da tre affreschi: una raffigurazione di san Martino mentre taglia il suo mantello per donarne metà al povero, eseguita tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento da autore ignoto; un san Cristoforo trecentesco, realizzato nello stesso stile di san Martino (forse dello stesso autore); e infine una Madonna con Bambino tra i santi Sebastiano e Rocco, in parte sovrapposta a san Cristoforo, con un'iscrizione che recita OMNIUM. OPIFICI MDXII: questa venne realizzata nel 1512, probabilmente a seguito dell'epidemia di peste che colpì il Veronese in quegli anni[2][6].

Sulla destra, appoggiato al fianco meridionale del presbiterio e stretto sul lato opposto da un altro edificio residenziale, si eleva il campanile; si tratta di una massiccia torre a base quadrata, alta 14,10 metri, con una piccola sagrestia al piano terra, cella campanaria aperta da monofore e cuspide piramidale in pietra[1][2]. Esso ospita un'unica campana in bronzo, recante le figure della Madonna con Bambino e dei santi Sebastiano, Martino e Antonio di Padova, e la scritta STIPE PIORUM SUPERIOR DIVI MARTINI VICIS DE PAZZONO HOC EXTULIT AES ANNO MDCCXC[6].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno è ad aula unica, con navata larga sei metri e lunga undici, pavimentata con pianelle di cotto (nel pavimento si trova anche la tomba di Marina Brenzoni, morta nel 1657) e con copertura a capanna con travi e capriate a vista; il presbiterio, rialzato di un gradino, è concluso da un'abside semicircolare[1][2][6]. Nella parete settentrionale si apre una piccola cappellina absidata, con lacerti di sinopia e dipinti murali e l'unica altra finestrella della chiesa; in questa cappella è collocato l'altare "dei Montagna", commissionato nel 1496 da Antonio Montagna, che ha per pala una tavola lignea raffigurante i santi Antonio di Padova, Francesco d'Assisi e Agapito (il dipinto più antico conservato nella chiesa), una Madonna con Bambino nella cimasa e le tre figure dell'Annunciazione (Maria, Gabriele e lo Spirito Santo) nei riccioli del timpano[1][2][6].

Nel presbiterio si trova il paliotto dell'altare maggiore, datato 1513, che ritrae i santi Martino, Caterina e Lucia: venne realizzato per commemorare un matrimonio tra le famiglie Brenzoni e Boldieri, i cui stemmi appaiono sulle colonnine centrali[2][6]. In chiesa è conservata anche una cornice lignea tripartita, ornata in alto da una Madonna con Bambino; in origine essa ospitava un trittico dei santi Martino, Sebastiano e Rocco, ora in una collezione privata[2].

Nella chiesa vi sono anche altri affreschi, databili al tardo XV-inizio XVI secolo, purtroppo assai degradati: in particolare si distinguono un'Annunciazione con Dio Padre sull'arco santo, e nel catino absidale un frammento di mandorla con il volto di Cristo e i simboli di due evangelisti, l'angelo di Matteo e il leone di Marco[1][2]. In controfacciata è dipinta la figura di un orante, settecentesca e attribuita a Giovanni Ghirlandini[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa di San Martino <Pazzon, Caprino Veronese>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 9 settembre 2022.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Anche nell’arte: cura e prevenzione. Il caso della Chiesa museo di San Martino a Caprino Veronese, su RestaurArts. URL consultato il 9 settembre 2022.
  3. ^ Gondola, pp. 13-16.
  4. ^ Chiesa oratorio di San Martino, su Garda Tourism. URL consultato il 9 settembre 2022.
  5. ^ a b Gondola, pp. 25-32.
  6. ^ a b c d e f g Gondola, pp. 37-52.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vasco Senatore Gondola, Nella valle di Caprino - San Martino - una chiesa, una storia, una comunità, Verona, 1993.

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