Chiesa dei Santi Faustino e Giovita (Malonno)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
LocalitàMalonno
IndirizzoVia San Faustino, 0(P)
Coordinate46°06′58.3″N 10°18′37.04″E / 46.116194°N 10.310288°E46.116194; 10.310288
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Diocesi Brescia
Consacrazione1829
FondatoreLeonida Celeri
Inizio costruzione1731

La chiesa dei Santi Faustino e Giovita è la parrocchiale di Malonno, in provincia e diocesi di Brescia[1]; fa parte del zona pastorale dell'Alta Val Camonica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La primitiva chiesa malonnese, fondata dai monaci bresciani appartenenti al monastero di San Faustino, sorse tra i secoli XI e XII[1][2].
Tra il Due e il Trecento venne edificata una nuova chiesa[1]; l'edificio fu ampliato nel XV secolo ed entro il Cinquecento venne eretto il campanile[1].

Dalla relazione della visita pastorale dell'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo s'apprende che il beneficio era pari a 80 scudi, che a servizio della cura d'anime v'erano il parroco e un sacerdote mercenario, che i fedeli ammontavano a 1643 e che la parrocchiale dedicata a Santa Maria della Lava[1], nella quale era collocato un unico altare e che aveva come filiali le chiese di San Lorenzo, di San Bernardino, di San Bernardo e di San Rocco, era insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione[3].

Nel 1702 il vescovo di Brescia Daniele Marco Dolfin trovò che il reddito era pari a 75 scudi, che il clero era costituito dal parroco e da tre cappellani coadiutori e che i fedeli ammontavano a 1500[3]; nel 1717 la parrocchialità fu trasferita presso la chiesa dei Santi Faustino e Giovita[1].

Nel 1731 venne posta la prima pietra della nuova parrocchiale, fondata dal conte Leonida Celeri; l'edificio fu poi portato a termine nel 1731 e consacrato il 23 agosto 1829 dal vescovo di Brescia Gabrio Maria Nava[1].
Nella prima metà del Novecento la struttura fu danneggiata da un incendio e, pertanto, dovette venir restaurata e ripristinata[1].
Il tetto dell'edificio fu rifatto negli anni settanta, mentre le chiese fu restaurata completamente tra il 1986 e il 1987[1], per poi confluire il 14 aprile 1989 nella neo-costituita zona pastorale dell'Alta Val Camonica, come stabilito dal Direttorio diocesano per le zone pastorali[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata della chiesa, a capanna, è suddivisa da una cornice marcapiano in due registri, entrambi spartiti da sei lesene; quello inferiore presenta il decorato portale d'ingresso, mentre quello superiore, coronato dalla cimasa di forma curvilinea, è caratterizzato da un finestrone[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, ospitante sui lati gli altari minori e caratterizzata da un cornicione sopra il quale si imposta la volta a vela; al termine dell'aula si sviluppa il presbiterio a pianta quadrangolare e anch'esso voltato a vela[1].

Opere di pregio qui conservate sono la pala dell'altare maggiore, dipinta nel XVIII secolo da Giulio Quaglio[2], gli affreschi del 1761, eseguiti da Paolo Corbellini, e quelli del 1789, di Domenico Giuseppe Quaglio[2], il settecentesco altare maggiore, costruito dalla bottega di Carlo Gerolamo Rusca[2], e il gruppo ligneo del Triduo dei Morti, intagliato dai Fantoni[2], oltre al pregevole organo Bonatti di metà settecento, l'unico nella Valle Camonica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Chiesa dei Santi Faustino e Giovita <Malonno>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 febbraio 2021.
  2. ^ a b c d e Malonno - Chiesa Parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, su invallecamonica.it. URL consultato il 3 febbraio 2021.
  3. ^ a b c Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 febbraio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Stata fatta per il re più stupido della valle cioè Edoardo

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN2057153834741964450003 · WorldCat Identities (ENlccn-no2018126579