Charles Stanhope, III conte di Stanhope

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Charles Stanhope, III conte di Stanhope
Ritratto di Charles Stanhope eseguito da John Opie
Conte di Stanhope
In carica1786 –
1816
PredecessorePhilip Stanhope, II conte di Stanhope
SuccessorePhilip Henry Stanhope, IV conte di Stanhope
Nascita3 agosto 1753
Morte15 dicembre 1816 (63 anni)
SepolturaChevening
DinastiaStanhope
PadrePhilip Stanhope, II conte di Stanhope
MadreLady Grizel Hamilton
ConsorteLady Hester Pitt
Lady Louisa Grenville

Charles Stanhope, III conte di Stanhope (3 agosto 175315 dicembre 1816), è stato un nobile, scienziato e ambasciatore britannico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era il figlio di Philip Stanhope, II conte di Stanhope, e di sua moglie Lady Grizel Hamilton. Studiò a Eton e all'Università di Ginevra. Mentre a Ginevra, si dedicò allo studio della matematica sotto Georges-Louis Le Sage. Nel 1775 realizzò una calcolatrice meccanica a 13 cifre che poteva moltiplicare e dividere attraverso addizioni o sottrazioni successive[1].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

In politica era un democratico.[cosa vuol dire?] Durante le sessioni del 1783 e del 1784 ha sostenuto William Pitt.

È stato il presidente della "Società Rivoluzione", fondata in onore della Gloriosa rivoluzione del 1688, i cui membri, nel 1790, espressero la loro solidarietà con gli obiettivi della Rivoluzione francese. Nel 1794 supportò Thomas Muir.

Nel 1805 fu inviato in missione straordinaria come ambasciatore presso la Corte di Vienna.

Il torchio Stanhope[modifica | modifica wikitesto]

Stanhope era uno scienziato compiuto. Egli è stato eletto Fellow della Royal Society, nel novembre 1772, e ha dedicato gran parte del suo reddito alla sperimentazione nel campo della scienza e della filosofia. Ha inventato un metodo di fissaggio degli edifici a partire dal fuoco (che, tuttavia, si è rivelata impraticabile) e la lente di Stanhope.

Ma il suo nome è legato soprattutto al torchio tipografico in ghisa che inventò nel 1800 e che si diffuse in tutta Europa. In Italia, dove fu fabbricato dalla ditta Amos Dell'Orto di Monza,[2] il suo uso è comprovato per la prima volta nella stampa della "quarantana" de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.[3] La sua robustezza permise di ingrandirne le dimensioni e di stampare un'area fino a quattro volte maggiore, consentendo così di aumentare la produzione.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 19 dicembre 1774, Lady Hester Pitt (19 ottobre 1755-20 luglio 1780), figlia di William Pitt, I conte di Chatham e Primo Ministro. Ebbero tre figlie:

  • Lady Ester Lucy Stanhope (1776-1839);
  • Lady Griselda Stanhope (1778-1851), sposò, il 29 agosto 1800, John Tickell;
  • Lady Lucy Rachel Stanhope (1780-1814), sposò, il 26 aprile 1796, Thomas Taylor, ebbero una figlia.

Sua moglie morì nel 1790.

Nel 1781 sposò Louisa Grenville (1758-1829), figlia e unica erede di Henry Grenville, governatore di Barbados nel 1746 e ambasciatore presso la Porta Ottomana nel 1762. Ebbero un figlio:

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì il 15 dicembre 1816 presso la sede della famiglia Chevening, nel Kent.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Edwin D. Reilly, Milestones in Computer Science and Information Technology, Greenwood Publishing Group, 2003, ISBN 9781573565219. URL consultato il 20 settembre 2017.
  2. ^ (EN) James Moran, The Stanhope Press, in Printing Presses: History and Development from the Fifteenth Century to Modern Times, London, Faber and Faber, 1973, pp. 49-57. Secondo l'autore, p. 53: «In Italy the Stanhope press was manufactured by G.B. Paravia of Turin and Dell'Orio of Monza». Fatto sta che però torchi Stanhope fabbricati da Paravia non esistono.
  3. ^ Conor Fahy, Per la stampa dell'edizione definitiva dei Promessi sposi, in Saggi di bibliografia testuale, Padova, Editrice Antenore, 1987, pp. 213-244, in particolare pp. 217-219 e tavv. XIII-XIV, ISBN 88-8455-056-4.

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Controllo di autoritàVIAF (EN7382080 · ISNI (EN0000 0000 8353 8893 · CERL cnp01312615 · LCCN (ENn85067370 · GND (DE104324643 · BNF (FRcb107210032 (data) · J9U (ENHE987007425963705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85067370