Carlo Massei

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Carlo Massei

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaVII
Gruppo
parlamentare
Sinistra
CollegioLucca (II collegio)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaVIII, XI, XII
Gruppo
parlamentare
Sinistra
CollegioCapannori, Lucca
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
Legislaturadalla XIII
Gruppo
parlamentare
Sinistra storica

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
Professioneavvocato

Carlo Massei (Lucca, 31 agosto 1793Lucca, 9 agosto 1881) è stato un avvocato, storico e politico italiano. Fu deputato per quattro mandati e senatore del regno d'Italia nella XIII legislatura. Fu coinvolto nel processo per i fatti del 1831-32 e, successivamente, protagonista di primo piano nelle vicende politiche del 1848-49.

Ebbe parte nel governo costituzionale della Toscana quale prefetto di Grosseto, poi durante il governo provvisorio democratico, fu deputato di Lucca alla Costituente e fece parte della Commissione governativa di Livorno. Fu perseguitato dalla reazione, dapprima deputato all'Assemblea toscana nel 1859, poi al Parlamento italiano (1860, 1863-65, 1872-76) e senatore del Regno d'Italia (nominato il 16 marzo 1879).

Dal 1826 fu socio dell'Accademia Lucchese e suo segretario per scienze dal 1865. Fu molto amico di Francesco Domenico Guerrazzi. Fratello del conte avvocato Giovanni Massei, ciambellano di Carlo I principe di Lucca[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Massei nacque a Lucca nel 1793 da Laura Burlamacchi e da Pier Francesco Giuseppe Massei, rappresentante di una cospicua e aristocratica famiglia di conti[2], antico ramo originario di Pietrasanta[3][4], che aveva preso parte alle sorti del governo della repubblica lucchese.

Studiò diritto e vi si laureò a Bologna (1816). Soggiornò per qualche tempo a Roma e a Napoli, incontrando personaggi importanti.

Indirizzato da giovane verso gli studi sociali ed economici, Massei ricoprì differenti incarichi municipali[5]: fu sindaco e gonfaloniere di Capannori (dicembre 1829); presidente del Tribunale di commercio di Lucca (1833); fu tra i promotori degli Asili Infantili (1835) sul modello di Aporti e contribuì anche a fondare una Cassa di Risparmio a Lucca (1837), oltre ad essere un sostenitore della coltivazione del riso nel territorio tra Massarosa e Viareggio. In seguito, con l'annessione del Ducato di Lucca al Granducato di Toscana (1847), il conte Massei venne destinato dapprima a giudice del tribunale di Firenze, e poco dopo dal ministero Montanelli-Guerrazzi fu eletto alla prefettura di Grosseto; quindi fece parte di una commissione governativa, dal 21 marzo al 6 aprile 1849, presso la prefettura di Livorno[6].

Forse, per via dei trascorsi napoletani e l’attitudine a non accettare ordini, nel 1831, Massei era stato sorvegliato dal governo lucchese e della polizia ducale, impegnati a sgominare ogni forma di cospirazione. Successivamente, fu perciò colpito da un decreto di espulsione, poi sottoposto ad amnistia dal duca Carlo Ludovico (Carlo I di Lucca), riprendendo la sua professione di avvocato.

Nel 1834 aveva soggiornato brevemente in Corsica: scrisse un memoriale rimasto inedito, poi pubblicato postumo (1938).

Subì poi diversi mesi di prigionia, prima di essere nominato fra i membri dell'Assemblea toscana del 1859.

Con la Toscana annessa alla monarchia di Casa Savoia, Massai venne eletto (1860) al 2° collegio di Lucca, deputato nella VII legislatura del Regno di Sardegna, rappresentante alla Camera dei deputati in Torino, prendendo posto sui banchi dell'opposizione. Si ricorda la sua proposta di mettere in istato d'accusa i ministri di Leopoldo II di Toscana, che avevano firmato il trattato dell'occupazione austriaca (seconda guerra d'indipendenza) e il decreto che aboliva lo Statuto; tale proposta, tuttavia, non venne accolta dall'Assemblea.

Dopo il Plebiscito, alle elezioni del 1860 che diedero vita alla successiva VIII legislatura (formalmente la prima del Regno d'Italia), Massei fu scelto a proprio deputato dal collegio di Capannori, non senza polemiche su presunti brogli e illegalità[7].

Rimasto escluso dalla Camera durante la IX e X legislatura, per tutta l'XI e la XII fu nuovamente nell'Assemblea eletto con i voti dei concittadini lucchesi, appartenente costantemente all'opposizione di Sinistra, partecipando ai lavori parlamentari, più volte chiamato in seno a giunte e commissioni dell'Assemblea.

Al 1878 risale l'annuncio della nomina a Senatore del Regno, durante la XIII legislatura del Parlamento italiano.

Fu autore di svariati scritti a carattere industriale e giuridico. Pubblicò, fra l'altro, pure una Storia di Lucca (1878) ed alcuni lavori politici. Restano sparse le corrispondenze a personaggi del Risorgimento italiano. Collaborò con "L'Impavido" di Lucca, scrivendo articoli di carattere prevalentemente economico-sociale.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Per Laura Burlamacchi Massei imputata del delitto di arresto illegale e detenzione arbitraria contro la persona della figliastra sig. Carolina Massei, ristretto di fatto e di ragione, Lucca, 1823.
  • Memoria sull'isola di Corsica [1834], in " Archivio storico di Corsica ", 1938, p. 242 ss.
  • Delle risaie nel ducato di Lucca, e dell'industria lucchese: lettera di Carlo Massei al suo fratello Giovanni a Bologna, Lucca, Tip. Bertini, 1841. (on-line)
  • Dell'arte della seta in Lucca dalla sua origine fino al presente: ragionamento istorico, Lucca, presso Felice Bertini Tip. Ducale, 1843. (on-line)
  • La Toscana nel milleottocentoquarantasette e quarantotto fino allo scioglimento del Consiglio generale, Lucca, Tip. Benedini (poi Guidotti), 1848. (on-line)
  • Ragionamento intorno alla istituzione delle Banche di Credito Fondiario letto alla I.R. accademia lucchese la sera del 29 aprile 1856, in "Atti dell'Accademia Lucchese", Tomo XVI, pp. 265–288 [Lucca, Giusti, 1857].
  • Elogio del colonnello Giuseppe Giovannetti adorno del suo ritratto in litografia, Lucca, Tipografia Baccelli, 1861. (on-line)
  • Orazione detta dall'avv. Carlo Massei nelle solenni esequie del marchese Antonio Mazzarosa senatore del regno celebrate in Lucca il dì 13 aprile 1861, Lucca, dalla tipografia Baccelli, 1861.
  • L'Italia e la politica di Napoleone III durante e dopo la guerra dell'indipendenza, voll.3, Livorno, A.B. Zecchini, 1863-1866. (vol.1, vol. 3)
  • Storia civile di Lucca dall'anno 1796 all'anno 1848, Lucca, Tip. del Serchio, 1878.

Associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fu membro di varie associazioni, fra cui:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sulla figura del fratello, poi stabilitosi a Bologna, si veda: E. Bassi, Il conte Giovanni Massei, in "La Mercanzia", 5 (1964).
  2. ^ Secondo il Crollalanza, la famiglia Massei di Lucca ebbe lo stemma gentilizio con arma d'oro, a tre mazze ferrate di nero, poste in palo.
  3. ^ Secondo la ricostruzione di Guelfi Camajani, i Massei di Pietrasanta sarebbero una diramazione di quella dei Castrucci, attestata sin dal 1285, cioè da quando un Mazzeo di Gherardo era diventato sindaco del comune di Pietrasanta. Fra i priori degli Anziani si annoverano un Nicolao di Mazzeo (1417), Pietro di Iacopo (1481) e Iacopo di Pietro (1506). Un Mazzeo di Giuliano era stato capitano (1383); Bindo di Mazzeo fu degli Anziani (1404); Niccolò di Pietro fu capitano delle bande sotto Cosimo I e militò nella guerra di Siena. Dopo la metà del secolo XVI, la famiglia Massei passò da Pietrasanta in Lucca. cfr. Guelfo Guelfi Camajani, Il libro d'oro della Toscana: Pubblicazione dell'Ufficio araldico. In "Archivio genealogico", Firenze, Anno II (1909). [Firenze, Succ. Seeber, 1908 (G. Piccini)].
  4. ^ Per Gaetano Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni (vol. XLIII, 1847, p.234) la già nobile e antichissima famiglia Massei, denominata a Lucca "degli Aitanti", ebbe tra i suoi più antichi avi un Vanni di Masseo che prestò giuramento di fedeltà nel 1331 a Giovanni re di Boemia, e fu il primo, che lasciato tal cognome nel 1357 prese quello di Massei, diramandosi successivamente nelle due linee di Lucca e di Montepulciano.
  5. ^ Cletto Arrighi, I 450 deputati del presente e i deputati dell'avvenire per una società di egregi uomini politici, letterati e giornalisti, vol. V, Milano, 1865, p 175.
  6. ^ Sito web della Prefettura di Livorno.
  7. ^ Relazione fatta dal deputato Macchi sull'elezioni di Capannori, e deliberazione d'inchiesta parlamentare per brogli e illegalità, Tornata del 25 marzo 1867, in "Rendiconti del Parlamento Italiano. Sessione del 1967", pp.41-44.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Chiavistelli, Carlo Massei, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 71, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2008.
  • Cletto Arrighi, I 450 deputati del presente e i deputati dell'avvenire per una società di egregi uomini politici, letterati e giornalisti, vol. V, Milano, 1865. (on-line)
  • Telesforo Sarti, I rappresentanti del Piemonte e d'Italia nelle tredici legislature del Regno, Roma, A. Paolini, 1880.
  • Enrico Del Carlo, Sul feretro di Carlo Massei, il 10 agosto 1881. In "Poveri Vecchi", Lucca, Tip. del Serrino, 1884.
  • Giovanni Sforza, Necrologia del senatore Carlo Massei, in "Atti della R. Accademia Lucchese di Scienze, Lettere ed Arti", Lucca, XXIV, 1886, pp. 71–112.
  • Atti parlamentari della Camera dei senatori discussioni: Dal 2 luglio 1885 al 14 aprile 1886. Italia, Senato, Forzani e c., 1887.
  • Telesforo Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale: profili e cenni biografici di tutti di deputati e senatori eletti e creati dal 1848 al 1890 (legislature XVI), Editrice dell'Industria, 1890.
  • Antonio Panella, Dal carcere: lettere di Francesco Domenico Guerrazzi a Carlo Massei, in "Rassegna storica del Risorgimento", 1929, fasc. IV, p. 804 sgg.
  • Michele Rosi, Dizionario del Risorgimento, Milano, Vallardi, 1933, vol. llI, p. 523.
  • Eugenio Lazzareschi, Notizie di fonti e documenti una memoria sulla Corsica di Carlo Massei, in " Archivio storico di Corsica ", 1938, p. 242 ss.
  • Carlo Gabrielli Rosi, Il Palazzo delle muse, in "Actum Luce: studi lucchesi" [Lucca, Maria Pacini Fazzi, 1973].
  • G. B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti, rist. an., Arnoldo Fordi Editore, Bologna, 1976.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN238736454 · ISNI (EN0000 0003 8570 9360 · BAV 495/224014 · LCCN (ENn92009336 · WorldCat Identities (ENlccn-n92009336