Carlo Galli (diplomatico)

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Carlo Galli

Ministro della cultura di massa del Regno d'Italia
Durata mandato15 agosto 1943 –
24 febbraio 1944
MonarcaVittorio Emanuele III di Savoia
Capo del governoPietro Badoglio
PredecessoreGuido Rocco
SuccessoreGiovanni Cuomo
LegislaturaPeriodo costituzionale transitorio

Carlo Galli (Firenze, 25 novembre 1878Venezia, 12 gennaio 1966) è stato un diplomatico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La carriera diplomatica[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in giurisprudenza all'università di Firenze, nel 1904 Galli entrò nella carriera consolare e fu assegnato al consolato italiano di Trieste dove rimase a più riprese per alcuni anni. Nel giugno 1911 è nominato console a Tripoli dove prepara l'invasione italiana della Libia. In seguito svolge altri incarichi consolari all'estero fino allo scoppio della prima guerra mondiale quando viene trasferito al Segretariato generale per gli Affari Civili presso il Comando Supremo.

Dal gennaio del 1919 al dicembre del 1922 fu destinato a Parigi e dove fece parte della delegazione italiana alla Conferenza di Pace. Nel gennaio del 1923 viene nominato Console generale a Damasco dove si trattiene sino all'aprile del 1924.

Nel febbraio del 1924 entrò nei ruoli più altri della carriera diplomatica, successivamente ricoprendo i seguenti incarichi:

Nel corso degli anni trenta, le divergenze fra Galli ed il regime fascista andarono progressivamente aumentando finché, nel giugno del 1938, Galli fu collocato a riposo.

Nel 1939 entrò a far parte del consiglio di amministrazione delle Assicurazioni Generali, dove rimase per alcuni anni.

La seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il 25 luglio rientrò nel giro politico e venne nominato Ministro della cultura popolare del I Governo Badoglio, ricoprendo l'incarico dal 15 agosto 1943 al 24 febbraio 1944. In seguito agli eventi dell'8 settembre 1943 fu arrestato dai nazifascisti ed internato prima a San Vittore e poi nel campo di concentramento di Lumezzane, dove restò fino all'aprile del 1945. Alla fine della guerra venne liberato e poté rientrare a Venezia, dove si ritirò a vita privata.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Diari e lettere. Tripoli 1911 e Trieste 1918, Firenze, 1951

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro della cultura popolare del Regno d'Italia Successore
Guido Rocco 15 agosto 1943 - 24 febbraio 1944 Giovanni Cuomo
Predecessore Ambasciatore italiano in Turchia Bandiera della Turchia Successore
Vincenzo Lojacono 1934 - 1938 Ottavio De Peppo
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